Mi dicono che scrivi. Da te credo che tutto sia possibile. Se un giorno qualcuno mi dicesse che hai celebrato la messa, crederei anche a quello.
Il destinatario di queste righe è Pablo Picasso. L’autrice è sua madre. Il celebre pittore nel 1935 ha 54 anni e attraversa una profonda crisi personale e professionale. Si separa dalla moglie Olga e non disegna più.
È pronto, dichiara, ad abbandonare pittura, scultura, incisione. Inizia a scrivere, poesia soprattutto. Lo fa a modo suo, come sempre. I versi sono una passione duratura che prosegue sino al 1959.
A questa parentesi della sua vita artistica è dedicata la mostra in corso a Mantova, intitolata Picasso a Palazzo Te. Poesia e salvezza, curata dalla scrittrice e storica francese Annie Cohen-Solal in collaborazione con Johan Popelard.
Pablo Picasso: “la poesia come salvezza”
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Cinquanta opere, molte esposte per la prima volta in Italia, raccontano un Picasso inedito, grazie alla collaborazione tra Fondazione Palazzo Te, museo nazionale Picasso di Parigi e famiglia del maestro. Alle spalle della mostra c’è una grande ricerca sulla figura dell’uomo e dell’artista condotta negli archivi della Polizia parigina e del Museo Picasso.
Annie Cohen-Solal ritrova la scheda che registra il pittore al suo arrivo a Parigi nel 1900: viene definito straniero, anarchico e artista avanguardista. Ci sono poi le quattromila lettere che scrive alla madre. Picasso è un uomo solo, emarginato, che entra nella società francese dalla porta di servizio e che trova accoglienza tra i poeti della capitale con amicizie che lo accompagnano per tutta la vita.
È l’inizio di un legame fortissimo con la scrittura. Il risultato è un libro intitolato Picasso. Una vita da straniero (Marsilio, 2024 tradotto da Manuela Bertone) e la mostra di Mantova che proseguirà a Milano a partire dal 20 settembre con il titolo Picasso lo straniero in collaborazione con Marsilio Arte.
L’evento di Mantova rientra tra le celebrazioni del 2024 dedicate al tema delle Metamorfosi e al rapporto tra Giulio Romano e il poema di Ovidio che ha ispirato la costruzione di Palazzo Te dal 1525 al 1535. Perché Picasso? Per la sua interpretazione delle Metamorfosi con il ciclo di incisioni realizzate nel 1930.
E per una storia personale che dimostra una particolare attitudine all’adattamento e alla trasformazione.
Le poesie di Pablo Picasso
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Quando arriva a Parigi il giovane spagnolo non conosce una parola di francese eppure anni dopo diventa lui stesso poeta. Come mai? Perché ha bisogno di un altro modo di esprimersi per dare sfogo all’energia creativa che lo anima. In questo senso la poesia è per lui una forma di metamorfosi. Lo spiega bene Annie Cohen-Solal:
Anche nei versi crea ibridazione tra le lingue, la parole. Produce una poesia bellissima, surrealista, dada, che sorprende.
Maneggia le parole come i pennelli. Alterna il francese allo spagnolo. Ama i giochi di parole, gli inventari, le accumulazioni e le combinazioni. Nascono poesie fiume in cui le parole si ammassano apparentemente senza ordine, come i componimenti labirintici che ricordano le sue tele.
Nella mia pittura metto tutto quello che voglio; mi spiace per le cose, devono solo sistemarsi tra loro.
Dietro il poeta si intravede sempre il pittore per i riferimenti ai colori, alla luce alle ombre. E per i temi a lui cari, gli stessi dei dipinti: la Spagna, la corrida, le danze e i canti popolari, ma anche la guerra e le violenze della dittatura franchista, il cibo, l’amore, la morte. Una produzione misconosciuta fino alla prima pubblicazione da parte di Gallimard. Ma rivendicata dallo stesso autore.
Io sono molto di più, ma la gente non mi prende sul serio. Mi prendono sul serio solo come pittore. Peggio per loro.
E al suo amico Roberto Otero:
In fondo, sono un poeta che ha sbagliato strada. Non credi?
Picasso: il poeta è un irregolare
Garzanti nel 2022 raccoglie 350 componimenti nel libro intitolato Poesie con la traduzione di Tiziana Lo Porto. Vale la pena rileggerle per uno sguardo sulla creatività vulcanica di uno dei principali artisti del Novecento. Picasso scrive come dipinge, fa regole sue. Rifiuta di correggere gli errori:
Se mi mettessi a correggere gli errori di cui parli secondo regole a me estranee, quella che è la mia particolarità si perderà nella grammatica che non ho imparato. Preferisco farne una io stesso a mio capriccio che piegare le mie parole a regole che non mi appartengono.
In fondo:
Il poeta è il personaggio più meraviglioso sella società perché è un irregolare.
La mostra Picasso a Palazzo Te. Poesia e salvezza sarà visitabile fino al 6 gennaio 2025.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Picasso a Palazzo Te. Poesia e salvezza”: a Mantova la mostra su Picasso poeta
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