Piccoli sogni di Marco Perino

Un giovane autore narra della sua particolare ricerca della felicità. È la trama di Piccoli sogni, il romanzo d’esordio di Marco Perino, musicista, autore, compositore, insegnante e Dj. Uno spirito irrequieto, un’anima vagabonda con il culto del silenzio e con in testa un mare di riccioli neri.

È il racconto di sé, delle proprie scelte, delle sconfitte, degli amori, dei suoi personalissimi e fantastici viaggi. Grandi e piccoli sogni anelati, desiderati, alcuni realizzati, altri per i quali bisognerà ancora attendere; sogni disposti nel diagramma della propria vita che a volte puntano in alto, altre volte in basso, come nella copertina del libro che l’autore ha disegnato da sé.

Piccoli sogni è la raccolta delle sue esperienze, della memoria del suo tempo affidata ad un foglio di carta, è il racconto della sua più grande paura, quella di avere un sogno e non avere il coraggio di realizzarlo, come lui stesso confessa. Un libro che mi è piaciuto e che piacerà perché la sua storia, narrata in prima persona, è autentica e appassiona. Come pagine di diario è racchiusa senza ordine di tempo e senza regole in una alternanza di capitoli dal titolo fotografia, che ha voluto evidenziare dai racconti con una scrittura dai caratteri più grandi. La fotografia è una istantanea della vita, un fotogramma della memoria, descritta con molta partecipazione interiore e il lettore, che ne scorge il passaggio, si sofferma con attenzione. È la stessa attenzione con la quale si ascolta un brano musicale, e il motivo dopo le prime battute dello spartito, ti ha già catturato.

Marco ha iniziato a guardare lontano fin da piccolo, già da quando ascoltava il padre intrattenere conversazione nella sua lingua madre, il francese, con un viaggiatore tedesco che aveva piantato tenda nel giardino della sua casa, o con il nonno che gli raccontava della sua vita in Africa, fino al sogno d’avventura che animava le sue giornate di bambino. Cresciuto in una piccola frazione a pochi chilometri da Biella, sulla antica via della lana poi divenuto il famoso polo tessile, il nostro giovane Marco inizierà a lavorare presto come operaio, abbandonando la scuola per poi farvi ritorno e fra tante peripezie diplomarsi come perito elettronico. Cambierà lavoro (rassegnerà le dimissioni da un posto sicuro per andare a lavorare in un’azienda dove ragazzi della sua stessa età, in catena di montaggio, potevano ascoltare la radio), cambierà casa, manterrà la sua vecchia auto e la sua piccola caffettiera, ormai oggetto del passato, con lo stesso aroma che emana in cucina la mattina e che lo aiuta a traghettare nella routine quotidiana.

Il desiderio di essere altrove lo farà viaggiare ben presto da solo in treno, con lo zaino sulla spalle, pochi soldi in tasca verso Capo Nord e la sua vocazione non verrà mai meno anche quando i suoi viaggi diverranno di lavoro e in giacca e cravatta lo porteranno all’altro estremo del mondo, in India, in Bangladesh, paesi nei quali la povertà e la miseria sono visibili appena fuori l’aeroporto. Viaggi da un emisfero all’altro, all’insegna di una vita senza confini e alla profonda ricerca di se stesso. Il mondo può essere visto con mille occhi ma i suoi hanno sguardi attenti. Estraneo ad ogni pregiudizio e per niente convenzionale, Marco si mostra un uomo attento sia ai brevi incontri che alle piccole cose che fanno grande l’animo delle persone.

“Ho esplorato, avido di sensazioni, i quattro angoli della Terra e ho trovato quello che cercavo, persone che sognavo, persone buone nel midollo, persone speciali. Ho incontrato persone umili che sapevano spiegare il mondo senza averlo mai visitato. Il grande sogno di lavorare nel mondo l’ho realizzato.“

Una lettura piacevole e particolarmente coinvolgente. L’autore ci conduce per mano in un universo intimo che è la sua biografia personale. Narra il senso degli eventi lavorando sui ricordi e trascrive le sue emozioni in modo che possano vibrare nell’animo di chi legge.

Piccoli sogni è un libro autoprodotto dal nostro giovane autore, un self publishing a cui spesso gli scrittori emergenti ricorrono per poter vedere pubblicato il proprio libro con una grave colpa delle case editrici che non investono più nella ricerca di nuovi talenti. Mi piace riportare, infine, una piccola nota dello scrittore che al termine del suo libro aggiunge: "se il libro non è piaciuto per qualsiasi ragione, lo si lasci in una sala d’attesa di un medico o alla fermata di un treno, il libro viaggerà da solo verso il suo destino".