Piccolo amore di papà di Julia Latchem-Smith

In "Piccolo amore di papà" (Newton Compton, 2008) si parla di una realtà molto dura e spietata, che ruba a molti bambini la propria infanzia, proprio com’è accaduto a Julia Latchem-Smith autrice di questa biografia.
Il male incurabile è la pedofilia, con cui ha dovuto convivere dall’età di otto anni e per i cinque successivi. Il suo aguzzino, senza cuore era proprio la persona che Julia amava e rispettava di più, quella persona che avrebbe dovuto proteggerla dai mali e dagli orrori del mondo: il suo papà. La famiglia di Julia è un ritratto di rispettabilità, amore ed onestà. Per il mondo esterno ha classe, decoro, ma in realtà cela una madre senza amore, affetta da un’ossessione per la pulizia, e da un padre che amava troppo. Julia, come suo fratello Paul, non poteva toccare nulla in camera sua, non poteva decidere cosa indossare, era vietato invitare amici a casa, doveva chiedere il permesso per prendere da bere e mangiare, prima di rientrare in casa doveva disinfettare mani, piedi e viso con delle salviettine umide, non poteva sedersi sul divano o poggiarvi la schiena. Era soggetta ad un’infinità di altri obblighi e divieti che le imponeva la madre. La violenza ebbe inizio un sabato di ritorno dal supermercato, Julia doveva aspettare in macchina, il permesso di entrare in casa perché la madre doveva disinfettare e riordinare tutta la spesa, sola con il padre che rese questo gioco crudele il loro piccolo segreto. Ha dovuto subire delle cose veramente atroci che l’ hanno portata ad avere un’adolescenza fatta di eccessi, disobbedienza, sesso, fumo ed alcol, e dopo un po’ ha iniziato persino a dubitare della sua sanità mentale. Per due volte trovò il coraggio di rivelare gli abusi subiti, ma venne convinta a rimangiarsi tutto, facendosi passare per una bugiarda in cerca di attenzioni e gelosa del suo piccolo fratellino Andrew. Finalmente a diciassette anni conosce l’amore vero, puro, sincero nella persona di Jon, con cui, tra alti e bassi avrà tre splendidi bambini, che la porteranno alla decisione di mettere la parola fine alla sua sofferenza, denunciando suo padre. A causa dell’accusa si allontanerà dalla madre e dal fratello Paul, che preferirono nascondere la testa sotto la sabbia e stare cosi dalla parte del suo violentatore.
Quando ho iniziato a leggere questo libro, non ero preparata alle emozioni che si sentono. Non è un libro allegro e i dettagli sono compresi anche se impensabili perché senza filtri o mezzi termini. Per me un grande libro scritto da una grande donna.

“Il senso di colpa e la vergogna si trasformarono in disgusto verso me stessa. Dopo, mi sentivo sporca e mi odiavo per aver permesso a me stessa di provare piacere. Non capivo che si trattava di una reazione naturale del mio corpo, una reazione che non ero in grado di controllare.”