Pino Settanni. Il sogno infinito
- Autore: Lorella Di Biase, Monique Gregory Settanni
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2022
L’Istituto Luce e la casa editrice Marsilio pubblicano, curato dalla giornalista Lorella Di Biase e da Monique Gregory, moglie del fotografo Pino Settanni, un prezioso volume, Pino Settanni. Il sogno infinito. Una biografia, che ripercorre tutte le tappe di una carriera purtroppo breve, a causa della morte precoce dell’artista, ma nondimeno ricchissima di opere, di suggestioni, di creatività e di presenza molto significativa nel panorama artistico culturale della Roma a partire dagli anni Settanta del secolo scorso.
Proprio nel 1973 il giovanissimo fotografo tarantino, fuggito dalla sua città natale dove viveva con la famiglia e con un lavoro sicuro conquistato all’acciaieria, divenuta tristemente famosa negli anni successivi, giunge a Roma senza appoggi, senza soldi, senza amicizie.
Il suo carattere esuberante, la sua vocazione ben determinata lo porteranno in poco tempo a inserirsi nel triangolo degli artisti più famosi che tra via Ripetta, via Margutta, piazza del Popolo con i suoi celebri bar, Rosati e Canova, faceva da vetrina a un ambiente di attori, registi, pittori, critici, personaggi del mondo dell’arte che costituirono un palcoscenico irripetibile nella storia della cultura e del costume, non solo romano.
In questo ambiente così variegato il giovane Settanni riuscì a imporre la sua professionalità, il suo eccezionale talento che presto ne fecero il beniamino di quanti si prestarono a essere fotografati da una mano d’artista più che da quella di un semplice fotografo.
L’incontro con la gallerista francese Monique Gregory, che divenne un lungo e felicissimo matrimonio, contribuì certamente a favorire l’ingresso di Pino Settanni in un mondo apparentemente chiuso ed esclusivo.
L’amicizia con Renato Guttuso, un sodalizio fatto di fiducia reciproca e di condivisione, aiutò certamente Settanni ad apprendere dal grande pittore tecniche, sensibilità, sguardi sulla realtà che gli saranno utili nel progredire e maturare della sua arte; la fotografia, in Italia, ha sempre stentato ad affermarsi come forma artistica autonoma, cosa che verrà in buona parte sfatata dall’opera di Pino, un uomo geniale che riuscirà con la macchina fotografica, sia in studio che all’aperto, a costruire veri personaggi e contesti, attraverso le sue intuizioni che lo hanno fatto paragonare ai grandi maestri del passato, a partire da Caravaggio. L’uso della luce, dei colori forti, il rosso e il nero in modo particolare., consacreranno l’originalità della sua arte.
A via Ripetta 226, con un regalo che Renato Guttuso gli aveva fatto, una morbida sciarpa di cachemire rosso e un piccolo spazio divenuto il suo studio, prenderanno vita i ritratti che gli daranno la fama meritata: ritrarrà Monicelli, suo grande amico fino alla fine, Mastroianni, Manfredi, Tornatore, Verdone, anche lui amico fedele. Bellissimi gli incontri di Settanni con i grandi del cinema, Fellini, che tornerà due volte in studio per non aver ubbidito al fotografo che lo voleva vestito di nero, Troisi, Vitti, Wertmuller, De Sio.
Lorella Di Biase, con l’aiuto sostanziale di Monique Gregory, ma soprattutto con le testimonianze, le interviste, gli scritti, i documenti d’archivio ricostruisce in modo magistrale, accurato, empatico la storia culturale di questo personaggio che si è fatto non solo apprezzare ma soprattutto amare da quanti lo hanno avvicinato.
Pur dotato di un carattere facile alla discussione, alla rottura clamorosa, proverbiale quella con Guttuso, Pino Settanni, scomparso nel pieno della sua fama acquisita in anni di lavoro indefesso, sempre pieno di nuovi progetti, era deciso a imporsi non solo come fotografo, ma anche come pittore.
L’autrice del testo organizza in modo chiaro e consequenziale e con una prosa fluente e affabulatoria, l’enorme massa di materiale che Settanni ha lasciato: non solo le tante fotografie, premiate, pubblicate, esposte in mostre prestigiose, ma anche le parole di personalità della cultura che con lui hanno avuto rapporti profondi: la psicoanalista Simona Argentieri, il sociologo Domenico De Masi, lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi, il maestro Ennio Morricone, Giampiero Mughini, Marcelle Padovani. Il volume è una vera miniera di immagini, di suggestioni, di ricordi: attraverso le fotografie di questo artista che ha saputo interpretare il suo tempo con tecniche diverse, dalla foto in bianco e nero al digitale, dall’uso sapiente di luci e colori, ispirandosi alla pittura dei grandi, oltre al citato Caravaggio, Ingres, Piero della Francesca, che ispireranno i ritratti di Giuliana De Sio e Monica Vitti.
Una scoperta che il volume, dal titolo Il sogno infinito, ci invita a fare riguardando con gli occhi di una personalità ricca e sfaccettata il mondo che sembra scomparso insieme a lui, capace di sognare anche se, colpito da una malattia crudele, sapeva di non avere più tempo. Il senso della prospettiva storica, l’umiltà nel guardare il mondo con la lente della cultura dei maestri, ecco il ritratto più sincero di Pino Settanni, il fotografo capace di affermare:
Non c’è foto che io faccia o veda senza paragonarla a qualche opera del passato. Questa è un’operazione didattica che impongo a me stesso.
Pino Settanni. Il sogno infinito. Una biografia
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