Pionieri
- Autore: Willa Cather
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2013
“Agli occhi di Alexandra quella terra era bella e ricca e forte e gloriosa. Con lo sguardo ne assaporò la vastità, fino a non riuscire più a guardarla perché le erano venute le lacrime”.
Nelle immense e illimitate praterie del Nebraska, l’indomita protagonista di questo romanzo lotta e conquista per sé e per la sua famiglia migliori condizioni di vita.
“Lo Spirito della Divide, forse si stava piegando a una volontà umana più di quanto non avesse mai fatto prima”.
Quella che si stendeva intorno alla “piccola città” di Hanover era una terra selvaggia, indocile, che dominava gli uomini, perché questi ultimi erano troppo deboli per lasciare un segno in quel posto. La prateria, infatti “sembrava sopraffare quei piccoli tentativi della società umana di opporsi alle sue cupe vastità”. Quelle lande desolate e incoltivabili volevano essere lasciate in pace, conservare la propria forza spietata, “quella bellezza unica e selvaggia, quella mestizia sconfinata”. John Bergson, partito dalla Svezia alla fine dell’Ottocento, in undici anni non era stato capace di domare quella terra forse perché lo spirito di quel posto era ostile all’uomo. Molti aspiranti contadini come lui non avevano mai lavorato in una fattoria fino a quando non erano arrivati lì. Nei posti da cui provenivano erano stati artigiani, sarti, fabbri, falegnami, ecc... “Lo stesso Bergson aveva lavorato in un cantiere navale”. Dove non sarebbe riuscito John, partito dal Vecchio Mondo per approdare nel Nuovo Mondo in cerca di fortuna, sarebbe riuscita sua figlia grazie alla sua intraprendenza, al suo buon senso giacché sotto le lunghe creste erbose, la giovane “sentiva agitarsi il futuro”. La ragazza ne sapeva più lei di lavori agricoli dello stesso padre e dei suoi fratelli Lou e Oscar. Era quindi ad Alexandra che si poteva affidare il destino della famiglia, perché nella figlia Bergson riconosceva la forza di volontà, il modo semplice e diretto di risolvere le cose che avevano caratterizzato suo padre, un costruttore navale, nei giorni migliori. Ed effettivamente sedici anni dopo la scomparsa di John la grande fattoria di Alexandra circondata da campi rigogliosi, era la più ricca della Divide. La dimora del più grande agricoltore della zona (“una donna, una certa Alexandra Bergson” che aveva saputo lavorare la terra nel modo giusto) non era ancora finita e non tutte le stanze erano accoglienti allo stesso modo. Si avvertiva però che, in realtà, la vera casa di Alexandra “era l’enorme paesaggio che si estendeva fuori dalla porta. Era nella terra che quella donna trovava la migliore espressione di se stessa”.
Pionieri (O Pioneers è il titolo originale del volume che deve il titolo al poema O Pioneers! di Whalt Whitman) fu pubblicato nel 1913 dall’editore Houghton Miffin di New York e in occasione del centenario è nuovamente editato dalla Mattioli 1885 di Fidenza (PR) con la splendida e accurata traduzione di Nicola Manuppelli.
Willa Cather (1873 – 1947), una dei cantori della dura vita di frontiera americana, Premio Pulitzer nel 1923 per One of Ours, in questo romanzo che sarà il primo libro di una trilogia sul Nebraska (1912 – 1918), fonde due suoi racconti:
- Il primo s’intitola Alexandra che narra le gesta di una donna intrepida e coraggiosa come sottofondo quella lotta di elementi scandita dall’alternarsi delle stagioni dei contadini svedesi, polacchi e boemi emigrati negli USA per stabilirsi nelle praterie del West.
- Il secondo racconto The White Mulberry Tree (Pionieri fu pubblicato in Italia per la prima volta negli anni Cinquanta con il titolo Il gelso bianco) ha un sapore tragico ed è ambientato nella terra che la Cather amava e conosceva bene.
Intraprendenza, fiducia in se stessa caratterizzano la figura di Alexandra “circondata da uomini da poco”, personaggio simile a quelle donne forti che la scrittrice aveva conosciuto e ammirato da ragazzina a Red Cloud nel Nebraska. Non manca in questo imperdibile romanzo una sottile venatura malinconica, quel “senso del rimpianto e dell’amore perduto e inappagato” tipico dell’autrice.
Nella postfazione La felicità invisibile. Ritratto di Willa Cather, Nicola Manuppelli precisa che le radici della malinconia catheriana vanno ricercate in quello che è “l’autore per eccellenza legato alla terra: Virgilio” il quale seppe descrivere moltissimi secoli fa “quel comune destino, spesso tragico, che unisce uomo e terra”. È anche per questo che il senso profondo di Pionieri si può ricondurre a questa frase di Alexandra/Willa:
“la storia di ogni paese comincia nel cuore di un uomo o di una donna”.
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