Marsilio nella sua Collana “Racconti” edita “Più grande la paura” (2019, pp. 168, 16,50 euro), che contiene sette racconti e una novella di Beatrice Masini, nei quali l’autrice racconta il mondo visto dagli occhi dei bambini prima che siano contaminati dall’età adulta.
Beatrice Masini è traduttrice (ha tradotto anche diversi volumi della saga di Harry Potter di J.K. Rowling), direttrice editoriale della Bompiani, autrice di opere per l’infanzia e non solo, che sono distribuite in venti Paesi. Inoltre la scrittrice si è aggiudicata più volte il Premio Andersen – Il mondo dell’infanzia, sia come autrice sia come traduttrice. Quindi Masini si è sempre dimostrata attenta nei confronti del mondo dei più piccoli i quali sono protagonisti di queste pagine scritte con sensibilità e delicatezza.
“I bambini ci guardano” era il titolo di un celebre film di Vittorio De Sica del 1843, i bambini osservano gli adulti, semmai li temono e li giudicano con i loro occhi innocenti, ma continuano ad amare chi li ha generati, anche se sono stati amaramente delusi. Non a caso l’esergo della raccolta è una frase presente nel romanzo di Josephine Johnson “Ora che è novembre”, tradotto nell’edizione Bompiani proprio da Beatrice Masini:
Amore e paura crescono insieme con una precisione quasi matematica: più grande è l’amore, più grande la paura.
Nel primo racconto con il titolo “Principesse”, che apre la raccolta, appare un padre che conduce la sua bambina sulla sua spiaggia d’infanzia ed è proprio il mare, il fil rouge dell’intera narrazione. Andrea ritrova la sua giovinezza quando casualmente incontra un suo vecchio amore, Mirta. La piccola osserva tutto e s’ingelosisce “sono io la tua principessa, vero?”. Il padre si raccomanda con la figlia di non dire nulla alla mamma una volta a casa, “sarà il nostro segreto”, la bambina alza le spalle: suo padre non sa che alla mamma comunque non importerebbe:
perché lei si mette il profumo, si trucca ed esce con Sergio tutti i venerdì e i sabati...
Ma esiste “un’idea di bambino buono, un’idea di bambino cattivo, un’idea di bambino” come scrive Masini nelle pagine finali del racconto “Bambini che uccidono”? C’è l’infanzia spezzata di Allegra Byron, figlia naturale di Lord Byron e Claire Clermont, giovane sorellastra di Mary Shelley, morta prematuramente a cinque anni e tre mesi. “Finito tutto”. Allegra, dal destino segnato, morta di febbre nell’educandato gestito dalle suore cappuccine di San Giovanni a Bagnacavallo in Romagna in provincia di Ravenna. Una lapide all’ingresso del convento ricorda il suo breve passaggio sulla terra.
Si chiamava Allegra e aveva cinque anni quando alla fine è tornata a casa. Ma i bambini: i bambini – dovrebbero essere tutti vivi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Più grande la paura" storie d’infanzia e timore di Beatrice Masini
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