Poesie
- Autore: Fernando Pessoa
Un poeta perennemente tormentato dal dubbio, dal dilemma primordiale che ha afflitto l’uomo sotto ogni aspetto. Chi sono? Qual è il mio scopo? Che ruolo occupo nel mondo? Pessoa si pone tali domande nella ricerca disperata di una propria identità: riconosce e urla dentro di sé l’angoscia di non trovare il proprio io. Sdoppiarsi, dividersi in tre quattro, centomila parti lo rende ancora più incapace di trovare una risposta e contemporaneamente più vicino alle diversità del mondo. È un uomo solo, triste in quanto costretto a dividere fra tutte le sue personalità la gioia di vivere.
Pessoa ha un modo disperato di vivere l’amore, di piangere la morte di un condannato o di un bambino colpito per sbaglio dai proiettili delle armi da fuoco. Un uomo però molto legato alla religiosità evangelica di Cristo, morto sulla croce, con le mani legate, che per il poeta costituiscono non un motivo di prigionia, ma simbolo di libertà. E con questa immagine apparentemente così contrapposta egli racconta la libera decisione di Gesù di morire con le mani legate, invece che scendere dalla croce con un miracolo.
Un uomo eternamente ossessionato dallo specchio e dalle mille sfaccettature del suo volto e della sua personalità, così tanto che, poco prima di morire, chiese che qualcuno gli portasse al più presto gli occhiali. Voleva guardare per l’ultima volta la sua immagine riflessa, ma nella stanza, purtroppo, non c’era neanche uno specchio. Terminò così, a soli 47 anni, la vita di uno scrittore di versi intrisi di inconsapevolezza e di profondo pessimismo nel non essere in grado di trovare le adeguate risposte. Risulta quindi interessante l’idea di trarre spunti dal suo dubbio nel disperato tentativo di risolvere il nostro.
L’autore di questa recensione è uno scrittore emergente: clicca sul suo nome per conoscerlo meglio!
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