Poteri nuovi
- Autore: Maria Rosaria Ferrarese
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2022
A quale potere abbiamo consegnato le popolazioni dell’ex blocco sovietico dopo averle “liberate” dal millantato impero del male? Nel 1989 della caduta del muro di Berlino il mondo conclama il superamento dell’accezione monolitica dei poteri politici per consegnarsi al potere parcellizzato delle lobby economiche. Questo è il fatto. Lo slogan movimentista “il Sistema si abbatte e non si cambia” aveva intuito il nocciolo della questione: non essendo stata eradicata fino in fondo la piaga virulenta del sistema, essa si è frammentata in una miriade di espressioni di potere interconnesse al sistema unico del Capitale.
Invece di proclamare tronfi l’adesione pedissequa al patto atlantico, sarebbe utile interrogarsi sullo scotto pagato conseguentemente alla fine dell’equilibrio geopolitico mantenuto dalla “guerra fredda” (Sergio Romano, In lode della guerra fredda). Un conflitto a bassa intensità belligerante di cui qualcuno — eccitato dalla guerra Ucraina — invoca oggi il ripristino a senso unico atlantista.
Tutto un caso? La recente esperienza dello smercio massivo di vaccini “tecnologici” a beneficio esclusivo dei magnati delle industrie farmaceutiche americane, è una prova che no: un’Europa supina al volere americano, eco politico delle lobby tecno-capitaliste, continua a scherzare col fuoco e le vite di cittadini a cui sfugge il senso ultimo del gioco di un potere politico divenuto parcellizzato, invisibile per via della liquidità acquisita. Prossimo ai gangli di controllo e manipolazione sociale dei potentati economici e tecnologici.
Già nelle pagine 8 e 9 dell’ottimo saggio di Maria Rosaria Ferrarese Poteri nuovi (il Mulino 2022) è anticipato uno degli assetti portanti dell’analisi:
“Il senso di questo lavoro è dare conto di una doppia dinamica avvenuta negli ultimi decenni del ‘900: un trasloco e una metamorfosi del potere […] Da una parte un grande trasloco, a seguito del quale il potere non risiede più necessariamente solo nei palazzi governativi e sedi statali […] ma ha trovato nuove residenze sia in sedi internazionali, sia specialmente in sedi private, smettendo di indossare i consueti abiti istituzionali sotto l’egida del diritto pubblico. Dall’altra una grande metamorfosi, a seguito della quale il potere […] ha cambiato anche il suo modo di essere e di presentarsi, inventando nuove modalità e scavalcando paletti e distinzioni che la modernità aveva creato, e che oggi sembrano superati dalla diffusa tendenza a ri-forgiare le modalità e le forme di potere, producendo misture, travasi e confluenze di vario tipo, nonché creando nuovi canali di scorrimento, spesso di tipo orizzontale”.
Parafraso, nel massimo rispetto di un saggio che si spiega benissimo da solo: c’era una volta il Potere “verticale”, cioè verticistico, cioè direttivo, che potevi fissare in faccia e semmai combattere ad armi impari ma a viso aperto. Con l’instaurarsi del neoliberismo su scala planetaria, il potere si accompagna invece ai poteri pervasivi delle élite economiche, divenendo irriconoscibile, più infido, maggiormente potente. Pauroso.
“La grande tunica della governance rimanda dunque a un variabile grado di legittimazione dell’azione dei poteri privati, che si collega anche a un variabile regime di visibilità in cui si svolge la loro azione. I poteri privati e la varietà dei settori del loro intervento possono essere più o meno noti al grande pubblico […] Il primo esempio è quello delle agenzie di rating: imprese professionali di vecchia data negli Stati Uniti, dove erano nate per dare informazioni agli investitori, e poi diventate improvvisamente protagoniste sul proscenio del capitalismo finanziario di fine ‘900”.
Ammesso e non concesso che le forme di governo democratiche siano mai esistite, oggi sono ridotte a flatus vocis. Un proclama a vuoto ostentato dai politici di governo, cavalier serventi (per interesse personale) dei poteri forti. Poteri quasi sempre non trasparenti. Quasi sempre privati. Quasi sempre criminogeni. In ogni caso e in ogni modo interessati esclusivamente al denaro.
Maria Rosaria Ferrarese ha insegnato Sociologia del Diritto all’Università di Cagliari e questo suo Poteri nuovi è un libro che inquieta e fa pensare chi fosse capace di pensare in senso inverso dall’indirizzo comune. Forte di una prosa fluidissima (a dispetto dei temi) e di un’analiticità accurata, che va alla radice dei fenomeni politico-economici trattati, la professoressa Ferrarese licenzia un libro che è la descrizione esatta dei poteri attuali, e di una realtà a tinte cupissime. Una realtà sfuggente ai più in quanto anestetizzante, mistificatoria, scaturigine dei succedanei indotti da governi e nuove lobby economiche mondiali.
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