Praga 1968. La “Primavera” e la sinistra italiana
- Autore: Francesco Anghelone, Luigi Scoppola Iacopini (a cura)
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Alla presentazione di questo volume sulla Primavera di Praga un folto numero di studiosi e di appassionati di storia politica hanno seguito il dibattito nato dagli interventi dei relatori, coordinati da Giancarlo Bosetti e con l’intervento autorevole di Carlo Ripa di Meana, testimone speciale di quegli avvenimenti.
Il volume, dal titolo “Praga 1968. La “Primavera” e la sinistra italiana”, curato da Francesco Anghelone e Luigi Scoppola Iacopini, contiene due interessanti e lunghi saggi. Il primo, “La primavera di Praga e il Partito socialista italiano” è scritto da Scoppola Iacopini, mentre il secondo, “La Primavera di Praga e il Partito Comunista italiano” è di Tommaso Baris, ambedue valenti dottori di ricerca di storia contemporanea.
Il libro non corrisponde ad un anniversario a cifra tonda, ma è una ricerca originale ed autonoma su un momento cruciale della nostra storia recente, il 1968 appunto, con l’ausilio di fonti e documenti non ancora utilizzati. La sinistra italiana nelle sue due più forti e significative componenti, comunista e socialista, si divise sui fatti di Cecoslovacchia dell’agosto di quell’anno, dimostrando “l’irriducibile distanza fra le due anime della sinistra italiana, soprattutto in tema di vicende internazionali, cosa peraltro acclarata dalle innumerevoli polemiche intorno all’Urss e al Patto di Varsavia del successivo ventennio”.
Il saggio di Luigi Scoppola racconta con precisione l’atmosfera claustrofobica che si viveva a Praga, paragonata alle pagine del celebre romanzo di George Orwell “1984”, cita personaggi come Pelikan, e fra gli intellettuali italiani Lussu, Basso, Vittorio Foa. Nel saggio compaiono documentate da inserti e citazioni le posizioni assunte dai vari protagonisti della storia dell’epoca, esponenti del Psu, del Psiup, i senatori Valori, Vecchietti…
Leggendo il saggio di Scoppola si ritrovano personaggi politici legati in modo vario al Socialismo italiano, Pertini, Nenni, Tanassi, Ferri, Lombardi, Preti, Zagari, Cariglia, Santi, alcuni dei quali quasi dimenticati, mentre di altri, come De Martino, Ruffolo e lo stesso Bettino Craxi, la memoria è più recente e incisiva.
Il saggio di Baris racconta invece le grandi difficoltà che incontrò il Partito Comunista Italiano all’indomani dell’invasione sovietica della Cecoslovacchia.
“La notizia dell’ingresso dei carri armati del Patto di Varsavia a Praga colse i dirigenti del Pci di sorpresa, Longo, in vacanza in Unione Sovietica, venne avvertito direttamente dai suoi ospiti a Mosca”.
A Roma molti dirigenti del partito non potevano non stigmatizzare la scelta dell’Urss, soprattutto Terracini affermava la necessità di dire "pane al pane". Autonomia, unità nella diversità, libertà, difesa della democrazia, tutti temi presenti nel difficile dibattito interno che si protrasse con rotture insanabili per anni.
Il libro è tutto da leggere, e porta in conclusione gli interventi di Fausto Bertinotti, Carlo Ripa di Meana, Giovanni Sabbatucci che avevano partecipato ad un seminario per la presentazione del progetto di ricerca divenuto poi il presente volume.
“Allora si trattava di Praga, nel 1956 era stato il turno di Budapest, nel 1981 toccò a Varsavia mentre oggi, fatte le dovute differenze e le debite proporzioni, è la volta dell’Ucraina; per non parlare delle attuali ricorrenti frizioni fra Polonia e Russia e dell’eventuale ulteriore allargamento del perimetro del blocco della Nato a Est, foriero di nuove tensioni”.
Questa citazione, tratta dalla nota dei curatori, ci dice quanto lo studio della Storia sia necessario per capire il presente e quanto sia determinante la conoscenza delle radici anche recenti del nostro stare insieme in un mondo sempre più interdipendente e globalizzato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Praga 1968. La “Primavera” e la sinistra italiana
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