Pranzo di famiglia
- Autore: Renate Dorrestein
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2011
Costruire un romanzo articolato e complicato, ma nello stesso tempo facile da leggere (pur nelle sue complesse implicazioni psicologiche) è un’abilità che la scrittrice olandese Renate Dorrestein mostra con sicurezza in questo libro molto interessante: Pranzo di famiglia (Guanda, 2011).
Il romanzo è ambientato nella ricca Olanda di oggi, dove i servizi sociali sono efficienti ed il welfare funziona. Il sedicenne Igor, ragazzo disturbato e non del tutto normale, viene assunto alla cooperativa sociale dove potrà svolgere un regolare lavoro di assemblaggio di pezzi di roulotte, probabilmente. Da quando il tribunale glielo ha affidato, vive con Nettie, la giovane nonna dalla coda di cavallo nera e dagli stivaletti col tacco, inserviente nei bagni pubblici, a suo tempo modella e incosciente ragazza madre di una figlia che, prevedibilmente, finisce drogata e costretta giovanissima ad abbandonare il piccolo Igor per manifesta incapacità ad occuparsene.
Una storia brutta e crudele, di abbandoni e di rapporti irrisolti, ma che nella penna della scrittrice divengono l’emblema dei tanti problemi che affliggono i moderni nuclei familiari, siano essi più o meno nella norma.
Nettie e Igor vivono apparentemente l’uno per l’altra, con ritmi abitudinari e tranquillizzanti, quando, passati gli anni, interviene una vicenda che ne rivoluzionerà e sconvolgerà le già precarie esistenze. Ci sono altri personaggi che compaiono: Bobbie, Lisa, la stessa Jolie, la madre fantasma che Igor forse non desidera rivedere. Personaggio di rilievo sarà soprattutto Stanley, l’amico dalla pelle nera, che gestisce una bisunta rosticceria e che giunge come un deus ex machina nella tragedia che si dipana attorno al mondo malato nel quale si aggirano i nostri troppo spesso inconsapevoli protagonisti.
Un romanzo su più piani:
- quello psicologico, che vede coinvolta la personalità di Nettie, che deve fare i conti con il suo passato burrascoso e non può solo continuare ad ignorarlo, gettandosi compulsivamente nella confezione di dolci sempre più ricchi e calorici, per destinarli al nipote che sempre più grasso e pigro rinuncerà così ad ogni barlume di autonomia;
- quello sociale, che mostra una Amsterdam piena di drogati, barboni, senzatetto, nell’indifferenza dei cittadini che entrano distrattamente in ricchi grandi magazzini gonfi di merci;
- quello morale, che impone al lettore, attraverso le scelte esistenziali di Nettie, di schierarsi: come si affronta la disabilità psichica in una società avanzata? Bastano l’impegno, la buona volontà e servizi pubblici efficienti o c’è necessità soprattutto della cultura della solidarietà e della condivisione per affrontare un percorso accidentato come quello che devono compiere i giovani protagonisti del romanzo?
Numerosi interrogativi ai quali la Dorrestein dà le sue risposte in forma romanzesca, ma che interroga tutti noi cittadini della società europea avanzata: ma forse, avanzata, lo è meno di quel che sembra, pare suggerire l’autrice.
Molta ironia, leggerezza e buonissime ricette di dolci alleggeriscono la scrittura e rendono il romanzo gradevole ed accattivante, pur nella durezza e nella lucidità dei temi affrontati.
Pranzo di famiglia
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