È Michela Murgia la vincitrice del Premio Campiello 2010 (48° edizione), autrice del libro "Accabadora" (Einaudi editore). La serata di premiazione, condotta da Bruno Vespa affiancato dall’attrice Andrea Osvart e in diretta in seconda serata su RaiUno, si è tenuta ieri sera presso il Gran Teatro la Fenice.
La giovane scrittrice sarda (classe 1972) si aggiudica la vittoria con ben 119 voti (su 288). Netto distacco quindi dagli altri finalisti:
Antonio Pennacchi con Canale Mussolini (Mondadori) 73 voti;
Gianrico Carofiglio con Le perfezioni provvisorie (Sellerio) 62 voti;
Gad Lerner per Scintille (Feltrinelli) 21 voti;
Laura Pariani con Milano è una selva oscura (Einaudi) 13 voti.
La dichiarazione di Michela Murgia al momento della vittoria è stata: "Dedico il premio non alla Sardegna che ora non ne ha bisogno, ma a Sakineh, la giovane donna iraniana" condannata alla lapidazione.
Il libro vincitore del Premio Campiello 2010:
- Titolo: "Accabadora"
- Autrice: Michela Murgia
- Casa Editrice: Einaudi
- Recensione e commenti dei lettori: "Accabadora"
- Trama in breve: Maria è una bambina che va a vivere a casa di Bonaria Urrai, la sarta del paese di Soreni. La gente del paese non riesce a capirne la motivazione ma in realtà non c’è niente di più semplice. Maria aveva bisogno di qualcuno che la crescesse e la accudisse e Tzia Bonaria farà tutto questo trasformandola inoltre nella sua erede. In cambio Maria si prenderà cura di Tzia Bonaria quando lei ne avrà bisogno. Niente di più semplice e di più commovente dovremmo aggiungere perchè Maria è una bambina che non è abituata alle attenzioni che Tzia Bonaria le rivolge. C’è qualcosa però in questa vecchia sarta che emana un’aura di stranezza. Forse sono i suoi vestiti perennemente neri, forse sono i suoi occhi, i suoi lunghi silenzi o le sue uscite notturne. Maria non riesce a capire cosa c’è di strano ma lo percepisce. Maria non sa che Tzia Bonaria non è solo una sarta che conosce qualche sortilegio e qualche fattura ma che è anche l’abbacadora, l’ultima madre, pronta ad entrare nelle case per portare una morte amorevole e pietosa alle persone che ne hanno bisogno.
Venerdì 3 settembre i 5 finalisti del Premio Campiello 2010 avevano ricevuto il Premio Selezione Giuria dei Letterati, durante un’apposita serata organizzata all’interno del meraviglioso Hotel Excelsior al Lido di Venezia.
Rivediamo nel dettaglio i libri degli altri finalisti del Campiello 2010:
- Gianrico Carofiglio con "Le perfezione provvisorie" (Sellerio editore). Siamo a Bari e questa è la vita di Guido Guerrieri, un avvocato di successo che però ha una vita privata costruita sulla solitudine. Le sue ore scorrono in totale malinconia ma Guido riesce a scappare da essa rifugiandosi nella musica, nei libri, nell’umorismo e nelle molte conversazioni con il sacco da boxe posizionato in soggiorno. Un giorno un suo collega gli propone un incarico diverso dal solito. La procura vuole archiviare un’inchiesta su una ragazza scomparsa ed è necessario scovare dei nuovi elementi affinché questo non accada. Non si tratta certo di un incarico adatto ad un legale ma dopo i primi momenti di indecisione Guido decide di accettare spinto dalla curiosità. Inizia a studiare il caso e ad incontrare tutte le persone che potrebbero sapere qualcosa su questa scomparsa compresa la migliore amica della ragazza, Caterina. Caterina è giovane, molto bella e sfrontata e Guido si lascia trasportare con un misto di imbarazzo e attrazione sulla strada che conduce alla scoperta della verità.
- Gad Lerner con "Scintille. Una storia di anime vagabonde" (Feltrinelli editore). Il Gilgul è nella Qabbalah ebraica il movimento che le anime vagabonde compiono continuamente attorno a noi. Questo accade quando la separazione tra anima e corpo è avvenuta ingiustamente oppure in modo troppo doloroso. Alcuni dei conflitti in cui le anime possono trovarsi coinvolte su questa terra possono addirittura produrre, a causa della loro frammentazione, delle vere e proprie scintille. Gad Lerner si addentra proprio tra le scintille delle anime della sua famiglia sino a trasportarci in una vera e propria saga familiare dove gli eventi personali ed intimi si legano alla memoria collettiva. Un romanzo, un reportage, una biografia: il libro di Gad Lerner riesce ad essere tutte queste contemporaneamente.
- Laura Pariani con "Milano è una selva oscura" (Einaudi editore). Questa è la storia di Dante, un barbone che vaga per le strade di Milano durante gli anni sessanta. Dante ha molte cose da raccontare ed è un uomo di grande cultura. Dante racconta le sue storie a tutti coloro che incontra e la città è un cumulo di ricordi che lentamente riaffiorano alla sua mente offrendogli altri spunti per i suoi racconti e momenti di profonda riflessione. Nel 1969 però Dante si ritroverà in Piazza Fontana proprio il giorno in cui avvenne una delle stragi più grandi e clamorose della storia italiana.
- Antonio Pennacchi con "Canale Mussolini" (Mondadori editore), già vincitore dell’edizione 2010 del Premio Strega. La bonifica delle paludi pontine è stata possibile solo grazie al Canale Mussolini voluto proprio dal Duce in persona. Ora grandi piante di eucalypto crescono sui suoi argini assorbendone l’acqua in eccesso, prosciugando i campi e rendendoli così adatti alla coltivazione. Il paesaggio è costellato di aironi che volano tranquilli in questo luogo ormai diventato per loro una vera e propria dimora e in lontananza si sentono le voci dei bambini che fanno il bagno alle cascatelle. Questa è una terra nuova dove nuove città sono nate e si stanno ora espandendo. Migliaia di persone provenienti dal Nord vengono fatte insediare in questi luoghi proprio come la famiglia Peruzzi. I campi di lavoro e le trincee di guerra si susseguono in questa narrazione intrecciati con la compassione ma anche con la perfidia delle donne della famiglia.
Sono stati consegnati, oltre al Premio Campiello Giovani, anche due altri importanti riconoscimenti. - Il Premio Campiello Opera Prima è stato consegnato alla giovane scrittrice Silvia Avallone per il suo romanzo "Acciaio" (Rizzoli editore) che si era già aggiudicato il secondo posto all’edizione 2010 del Premio Strega.
- Il Premio Fondazione Il Campiello è stato invece consegnato a Carlo Fruttero.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Premio Campiello 2010: la vincitrice è Michela Murgia
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L’8 dicembre 2012 ho partecipato a un incontro con Michela Murgia. Un centro sociale brulicante, eccitazione tra i partecipanti alla conferenza, libri impilati sul tavolo d’ingresso che passano tra le mani di chi non li ha ancora manipolati, tastati, letti.
Tutti sentono che l’incontro con la scrittrice offrirà momenti di emozione, chi la conosce e ne segue le mosse sulle sue pagine di facebook si aspetta di assistere di persona a performance scoppiettanti che confermeranno l’idea che della scrittrice, brillante e dall’ingegno sottile si è fatta.
Il suo esordio di scrittrice, sollecitato dall’intervistatore, viene raccontato con una carica teatrale tale che gli ascoltatori rivivono con lei l’odissea di una lavoratrice di call center con risvolti di comicità da commedia all’italiana. Sollecitata a parlare del suo ultimo libro “L’Incontro”, il concetto del “noi” su cui il libro si concentra viene esplicitato con il racconto della vita di una comunità come Cabras e sul comportamento dei due parroci che si contendono spazi e santi protettori.
Una rappresentazione drammatica e ironica che rende vivido e chiarificatore il senso del messaggio della storia. Poi non si poteva non parlare di S’Accabadora il libro che l’ha resa celebre e su cui ancora oggi i suoi lettori si interrogano sull’esistenza o meno di una pratica di eutanasia ante litteram.
Utile e interessante riflettere sulla legittimità della letteratura di creare realtà al limite del fantasy. Un eloquio fluido e puntuto, una mimica facciale che assecondava il racconto rendevano affascinante quanto andava dicendo catturando l’attenzione degli ascoltatori che sottolineavano con applausi sinceri i momenti salienti di un incontro particolarmente partecipato.
Tra i libri di Michela Murgia “Ave Mary”, saggio nato dalla “poetica del topo” come l’autrice definisce quell’impeto creativo che la spinge a produrre testi carichi di audacia narrativa, conclude la serata meritandosi l’apprezzamento dei suoi lettori e l’applauso scrosciante dell’assemblea.