Il Premio Strega 2023 è stato vinto da Ada d’Adamo, la scrittrice scomparsa il 1° aprile scorso, con Come d’aria (Elliot). Ma D’Adamo non è la prima vincitrice postuma del Premio Strega.
È noto, nel 1986, il caso di Maria Bellonci - storica fondatrice del premio - cui fu attribuita la vittoria postuma per il romanzo storico Rinascimento privato dedicato alla figura di Isabella d’Este. Il caso si ripete nel 1995 quando a vincere è un’autrice sconosciuta, al suo romanzo d’esordio, proprio come D’Adamo.
Scopriamo la storia di Mariateresa Di Lascia e del suo Passaggio in ombra, edito da Feltrinelli, che vinse lo Strega il 6 luglio 1995. La scrittrice, nata a Foggia il 3 gennaio 1954, era scomparsa a soli quarant’anni il 10 settembre 1994 a Roma, dopo una lunga battaglia contro un tumore; il suo libro d’esordio, Passaggio in ombra, divenne un autentico caso editoriale che sancì il principio della nuova primavera feltrinelliana.
Scopriamo la storia editoriale di Mariateresa Di Lascia, tra le donne vincitrici del Premio Strega, e del suo libro “stregato”.
Mariateresa Di Lascia e “Passaggio in ombra”: la storia editoriale
Link affiliato
Il caso editoriale di Passaggio in ombra (Feltrinelli, 1995) costituisce un unicum nel panorama letterario italiano. Per la prima volta concorreva per la finale del più prestigioso premio di cultura un personaggio politico, apparentemente estraneo alla letteratura, e per di più defunto. Mariateresa Di Lascia militava nelle file del Partito Radicale e, durante la nona legislatura, fu eletta vicesegretario nazionale. Non era solo una figura politica, Mariateresa incarnava in tutto e per tutto l’ideale del partito e le sue battaglie. Marco Pannella era solito definirla con una curiosa espressione - che oggi appare profetica: “la strega radicale”.
Passaggio in ombra ci trasporta però lontano dalle intemperie politiche, narrandoci la storia delle radici della scrittrice trapiantate nella terra arcana e magica del suo Sud. Il romanzo della Di Lascia era frutto di un lavoro di scrittura attento e meticoloso, durato ben otto anni.
La fortuna del libro fu inattesa quanto sorprendente, e di certo contribuì a diffondere il mito della sua autrice: il valore letterario dell’opera aumentava il senso dell’operato politico di Mariateresa Di Lascia, lo innalzava, lo glorificava. La parabola umana della Di Lascia si ammantava così di un alone quasi divino, faceva di lei l’angelo ribelle scomparso prematuramente dopo aver consegnato un messaggio di memoria e speranza attraverso la scrittura.
Michela Murgia, in un’intervista, paragonò la scrittura di Mariateresa Di Lascia al quadro di Van Gogh La stanza dell’artista:
In cui niente corrisponde al reale, ma tutto corrisponde alla sua visione.
Il romanzo di Mariateresa Di Lascia narrava la vicenda umana travagliata di una famiglia insidiata da gelosie, vendette e tradimenti. Non era un libro autobiografico, in seguito il fratello di Mariateresa, Francesco Di Lascia, precisò che la trama non riguardava fatti accaduti alla loro famiglia, ma relativi alla “famiglia allargata”: alcuni erano avvenimenti accaduti a parenti, altri inventati. Nelle pagine l’autrice ripercorreva le storie ascoltate da bambina, sullo sfondo della sua terra d’origine, la Puglia, terra arida e assolata custode di una memoria millenaria.
Il romanzo ricordava, per forma e struttura, Menzogna e sortilegio di Elsa Morante, prima vincitrice donna del Premio Strega nel lontano 1957. Nel romanzo della Di Lascia, come in quello di Morante, i personaggi femminili sono preponderanti e sono loro a dettare la trama dell’intera storia. Passaggio in ombra, non a caso, fu definito dalla critica “un romanzo morantiano”.
Recensione del libro
Passaggio in ombra
di Mariateresa Di Lascia
Premio Strega: la vittoria postuma di Mariateresa Di Lascia
Passaggio in ombra di Mariateresa Di Lascia fu accolto con entusiasmo dalla critica. Raffaele La Capria e Goffredo Fofi dedicarono al libro recensioni entusiaste sui principali quotidiani nazionali. Era “una storia molto italiana” nella quale un Paese intero poteva riconoscere le proprie radici.
A fine febbraio 1995 Feltrinelli rende ufficialmente nota la decisione di presentare Passaggio in ombra al premio Strega.
Forse siamo davvero un po’ pazzi.
Così diceva alla stampa il direttore editoriale Gabriella D’Ina, riferendosi all’azzardo compiuto dall’editore che si metteva in gara contro colossi editoriali come Rizzoli e Mondadori.
Il romanzo di Mariateresa Di Lascia, però, aveva dalla sua un enorme successo commerciale: in pochi mesi era arrivato a vendere quarantamila copie diventando un fenomeno del passaparola.
Il favorito di quell’edizione del Premio Strega era Luigi Malerba con Le maschere, edito da Mondadori. Ma Inge Feltrinelli non aveva dubbi:
Siamo allo Strega con un nuovo Gattopardo
Così disse l’agguerrita editrice. E la sera del 6 luglio 1995, nella storica cornice del Ninfeo di Villa Giulia, la profezia si avvera: Passaggio in ombra vince la quarantanovesima edizione del Premio Strega. Il Premio viene ritirato dal padre di Mariateresa Di Lascia, accanto a lui c’è il leader radicale Marco Pannella.
Passaggio in ombra vinse con 195 voti , contro i 142 di Luigi Malerba, che non la prese affatto bene, definì il libro un “caso editoriale pompato” e ricordò altri grandi scrittori italiani che non vinsero lo Strega come Gadda, Pasolini e Calvino.
Il ricordo di Gabriella D’Ina, direttore editoriale di Feltrinelli
Il direttore editoriale di Feltrinelli, nel 1995, era Gabriella D’Ina: una donna cui i giornali attribuirono l’inizio della cosiddetta “primavera feltrinelliana”. Era lei, in qualità di responsabile della narrativa, a firmare il catalogo editoriale di Feltrinelli.
Alcuni anni fa la contattai per un’intervista per un “caso di studio” sul romanzo di Di Lascia. Ne nacque un’interessante conversazione, di cui riportiamo un estratto.
Passaggio in ombra, racconta Gabriella D’Ina, fu portato a Feltrinelli dal senatore Luigi Manconi, all’epoca vicino alle battaglie del Partito Radicale. Il romanzo era passato anche tra le mani di Adelphi e dell’allora direttore editoriale Giuseppe Pontiggia, ma infine fu Feltrinelli a ottenere i diritti di pubblicazione.
Non ci fu particolare editing sul testo, il titolo rimase quello stabilito dall’autrice. “Passaggio in ombra” fu pubblicato nel gennaio 1995, con una tiratura di cinquemila copie circa. Alla fine di luglio, dopo la vittoria del premio Strega, aveva già raggiunto le centocinquantamila copie.
La decisione di correre allo Strega fu “un azzardo”, precisa Gabriella D’Ina, poiché all’epoca Feltrinelli non aveva la consuetudine di partecipare al premio né un numero solido di autori tra i votanti. Ma la qualità dell’opera proposta convinse la casa editrice a “correre il rischio” e sfidare i grandi colossi editoriali. Il risultato fu sorprendente.
- Lei ebbe la fortuna di conoscere personalmente Mariateresa Di Lascia. Che ricordo ha dell’autrice?
Io conobbi Mariateresa Di Lascia prima dell’estate del 1994. In quel momento era già malata, ormai prossima al matrimonio con D’Elia. Sarebbe morta nel settembre dello stesso anno. La ricordo come una donna minuta, con un gran sorriso e un modo diretto e determinato di parlare.
- La vittoria del premio Strega era praticamente annunciata dal grande successo commerciale del libro. Ricorda un particolare della cerimonia del luglio 1995?
Ricordo, nella serata del premio Strega, la presenza dei parenti, i genitori di Maria Teresa, figure silenziose, vestite di nero, in lutto, a contrasto con l’euforia della serata. Ho una foto mia, mentre seguo i conteggi della votazione, con Inge Feltrinelli alle mie spalle e Elena Gianini Belotti accanto a me. I “competitor” della serata erano Malerba, Rasy, Canali e Volpi. Ricordo che il distacco dal candidato favorito, Malerba, fu altissimo.
Da Mariateresa Di Lascia a Ada d’Adamo: due scrittrici stregate
Passaggio in ombra divenne subito il “caso letterario dell’anno”, fu molto valorizzato anche dalla critica.
L’avventura umana e letteraria di Mariateresa Di Lascia ci consegna uno straordinario esempio che oggi si ripete attraverso la storia di Ada d’Adamo che, proprio ieri sera, al Ninfeo di Villa Giulia ha finalmente avuto il suo lieto fine trionfando nella 77esima edizione del Premio. È bello pensare che un altro romanzo, anche se rimasto orfano della propria autrice, abbia avuto la forza - e il sostegno - necessari per affrontare e vincere la battaglia dello Strega.
Siamo certi che opere come quelle di Mariateresa Di Lascia e Ada d’Adamo abbiano ancora un lungo cammino davanti e che continueranno a incontrare il favore dei lettori.
La voce delle due scrittrici continua a vivere attraverso le loro opere, ed è questo il lascito più grande al di là di qualsiasi vittoria o sconfitta.
Come disse Mariateresa Di Lascia:
Ho scritto questo romanzo per essere amata da chi mi leggerà.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Premio Strega postumo: il precedente di Mariateresa Di Lascia
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Feltrinelli Curiosità per amanti dei libri Premio Strega Mariateresa Di Lascia
Lascia il tuo commento