Esistono numerose guide e manuali (finanche corsi) che insegnano a discorrere in pubblico e, da dilettante in materia, non mi azzardo ad aggiungere nulla ai suddetti testi. Voglio solo narrarvi, a mo’ di aneddoti, alcune disavventure che mi è capitato di sperimentare su questo fronte.
E’ noto che lo spettatore medio riesce a mantenere la propria concentrazione per circa due minuti, prima che la sua attenzione parta per la tangente. Nelle presentazioni letterarie, l’intervallo di cui sopra si riduce ad alcune decine di secondi, dopo i quali il pubblico comincia a evaporare: alcuni chiudono le palpebre, altri sgattaiolano sino al bar più vicino, altri ancora formano capannelli per discutere del campionato di calcio o delle corna di qualche tronista, il tutto mentre voi vi sgolate futilmente. Domanda fondamentale della Vita, l’Universo e Tutto Quanto: “Come evitare quanto sopra?”.
Io ho umilmente elaborato due strategie. Ve le illustro, sta a voi trarne informazioni utili o deridermi.
Coinvolgete gli spettatori
Ho reso le mie presentazioni interattive, coinvolgendo gli spettatori, persino forzandoli a farsi partecipi. Piuttosto che avanzare il tradizionale «Avete domande?», cui di norma segue un silenzio sepolcrale, ho preso a interrogare io stesso il pubblico.
Questo metodo - ho scoperto - provoca in genere nel pubblico effetti “scolastici”. Dopo le prime domande del tipo «Chi tra voi ha mai sentito parlare di...?» o «Chi di voi sa dirmi perché...?», in platea si ravvisano dinamiche da terza elementare, con gente che si nasconde nelle ultime file, spettatori che fingono di aver misteriosamente perso la voce, distinti signori anziani che presentano dichiarazioni firmate a giustificare l’impreparazione.
Ma il rischio maggiore è la presenza, in incognito tra il pubblico, del VERO ESPERTO, di norma un docente universitario con quindici master sull’argomento del vostro romanzo. Costui puntualmente alza la mano, si presenta, tossicchia per schiarirsi la voce, annuncia che vuole “puntualizzare qualche piccola svista” e poi "vi fa un fondoschiena di dimensioni del Titanic". Occhio.
Non parlate soltanto
Ho realizzato supporti audio-video (slide, filmati, i booktrailer ormai molto di moda) per rendere più accattivanti le mie spiegazioni.
Questo metodo presuppone la disponibilità di apposite attrezzature (un PC, un proiettore, un telo o una parete acconcia). Inutile sperare che la location scelta per la presentazione ne sia dotata, perciò, rammentate la massima di Confucio (Se vuoi una mano che t’aiuti, devi cercarla in fondo al tuo braccio) e pensateci da soli. Nel mio piccolo ho potuto constatare l’utilità di un proiettore portatile (costo intorno ai 100 euro, anche di meno su eBay): collegato a un laptop e a un paio di altoparlanti costituisce il “necessaire da viaggio” per l’autore in tour. Certo, vi potrà capitare, com’è successo a me, che il perfido arnese si guasti dieci secondi prima della presentazione, costringendovi all’improvvisazione, oltre che a una sfilza di imprecazioni. Potrà anche capitarvi (autentico, giuro!) che gli spettatori si dimostrino interessati, piuttosto che alle vostre sudate slide, alle triviali ombre cinesi che il ragazzotto della prima fila proietta - usando oscenamente le dita - sulla porzione bianca del telo. Si tratta, inutile dirlo, di grandi soddisfazioni. Esperienze che ti fanno veramente apprezzare la carriera dello scrittore.
- Sei uno scrittore? Lavori in una casa editrice? Hai altri consigli utili per mantenere l’attenzione della platea durante una presentazione di un libro? Lasciali nei commenti!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Presentazioni letterarie: come mantenere viva l’attenzione della platea?
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