Prima di lasciarmi passa almeno lo straccio
- Autore: Mauro Zucconi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2010
E’ un dato di fatto che l’estate ci faccia sentire più o meno tutti molto più "disimpegnati". Anche quelli di noi per i quali la stagione calda non fa rima con mare né con vacanze, di solito si sentono comunque spinti ad accantonare le letture serie e interessanti per affrontare una lista di libri molto meno culturali ma, almeno come aspettativa, molto più divertenti. Si cerca quindi di adocchiare, sugli scaffali della libreria di fiducia, qualche titolo originale e qualche copertina vivace che promettano qualche ora di spensieratezza e divertimento. In una situazione del genere, è chiaro che un titolo e una copertina come questi partono in pole position per conquistare l’interesse del potenziale acquirente. La lettura del riassunto sul risvolto di copertina, nel caso di questo libro, convince del tutto: l’idea dell’uomo pluriabbandonato e plurideluso che prepara, per la sua prossima probabile fidanzata, un elenco dei propri difetti e delle proprie esigenze, in modo che lei non possa, in futuro, pretendere di non essere stata avvisata o accusarlo di averla ingannata, è originale e intrigante, e sarebbe stata un buon punto di partenza per uno scoppiettante romanzo ricco di colpi di scena e situazioni comico/disastrose. In realtà, qualuque fosse l’intenzione di partenza, non di un romanzo si tratta, ma piuttosto di un saggio in chiave ironica nel quale la storia è solo un pretesto. Ciò che si legge è infatti la pura e semplice genesi e redazione di una specie di "documento" da consegnare alla malcapitata già al primo appuntamento, per mettere subito i puntini sulle "i".
Mi rivolgo in particolare al genere femminile: parliamoci chiaro, questo libro, almeno nella prima parte, vi farà molto arrabbiare, o, nel migliore dei casi, vi stamperà sulla faccia un sorrisetto ironico e un’espressione di compatimento. Compatimento, beninteso, nei confronti dell’ipotetica fidanzata del protagonista, la quale, per quanto possa essere rompiscatole, isterica e quant’altro, merita tutta la nostra solidarietà per il dover convivere con un uomo tutto sesso/calcio/cibo, per il quale spostare un vasetto di yogurt dal divano alla pattumiera è una fatica immane (figurarsi, il divano, se si macchia, si rifodera o si ricompra: beh, complimenti per la disponibilità finanziaria!) e, soprattutto, assolutamente convinto che la vita vada affrontata con il sorrisetto stampato sulle labbra anche sotto il terremoto. Un paraurti ammaccato? Non è una tragedia (viene da sorridere pensando agli incontri di boxe che molti uomini organizzano ai semafori per un graffietto o una precedenza)! E poi basta con gli enigmi, le cose vanno dette in faccia con sincerità (qui a molte verrà piuttosto da piangere)!
Personalmente credo (e spero) che il personaggio sia volutamente esagerato. Anche perché, andando avanti, la corazza sembra scalfirsi, si presentano osservazioni intelligenti e condivisibili (ogni donna penso possa essere grata all’autore per quello che scrive sul ciclo mensile) e, alla fine, il maschio "menefreghista" fa una piccola autoanalisi, rendendosi conto della causa del proprio comportamento, e in generale addolcendo di molto il suo piglio eccessivamente sicuro di sé.
Insomma, non che si rida proprio (forse perché, in questo caso, la lettrice è una donna: probabilmente un uomo potrebbe formulare un giudizio diverso), ma si sorride e si sogghigna, anche se non si concorda su tutto. La scrittura è vivace ma corretta e oggigiorno non è poco.
Prima di lasciarmi passa almeno lo straccio
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