Primi baci
- Autore: Cristina Obber
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
"Ricorda il Suo primo bacio?" Questa la domanda che Cristina Obber, già autrice di "Amiche e ortiche", ha rivolto a un certo numero di uomini e donne nati intorno ai primi decenni del Novecento. Dalle risposte che ha ricevuto è nato questo piccolo, delicato libro, nel quale l’autrice si è limitata ad "assemblare" il materiale raccolto, rimanendo il più possibile fedele alle testimonianze originali. In questo modo la Obber ha sacrificato notevolmente il proprio talento letterario per metterlo al completo servizio della testimonianza, offrendoci un leggero e delizioso affresco di amore, di relazioni affettive e di vita quotidiana nell’Italia della prima metà del secolo scorso.
Il primo bacio resta ancora oggi uno dei momenti più importanti della vita di ciascuno, anche se troppo spesso sembra essere considerato un piccolo evento come un altro, a volte addirittura un "dovere" da lasciarsi alle spalle al più presto. In realtà, malgrado l’apparenza, in chiunque il primo bacio genera ancora speranze, aspettative, timori, paure. All’epoca, però, era molto di più. In un mondo nel quale la libertà personale aveva limiti che oggi ci sembrano assurdi, nel quale si era obbligati anche oltre i 40 anni a rendere conto di qualsiasi cosa ai genitori, il primo bacio era la ribellione, l’affermazione di sé stessi nell’afferrare ciò che era proibito, un vero e proprio passaggio dall’infanzia all’età adulta con l’affrancamento, per quanto segreto e limitato, dal potere della famiglia. E a volte era un’arma a doppio taglio, soprattutto per la donna: un giogo al quale si sottostava per togliersi dal collo un altro giogo. Difficile dire quale dei due fosse il peggiore.
E così, nel leggere queste pagine che spesso ci fanno sorridere e spesso ci commuovono, non possiamo impedirci di chiederci che significato avesse l’amore, e se si potesse chiamare amore il fidanzamento combinato dopo due o tre incontri con la supervisione della mamma. Spesso i protagonisti, nel tipico stile delle persone di una certa età, fanno confronti fra il loro mondo e la mentalità attuale, dove "vanno al mare due settimane insieme, e non sono mica vergini". Ma poi, proseguendo nella lettura, si scopre che anche allora non era tutto oro ciò che luccicava, e che "certe cose" accadevano lo stesso, protette dal silenzio. Quel mondo, adesso, ci fa tenerezza, ma per molti l’amore e la famiglia hanno rappresentato soprattutto sopportazione, sacrifici e rassegnazione.
Partendo da un racconto dalle tinte rosa, ciascuno dei protagonisti del libro ci descrive un quadro preciso della propria vita, molto spesso relegata in uno spazio ristretto: famiglia, figli, lavoro nei campi o in fabbrica, con la tragedia della guerra che toglieva anni di vita, quando non la vita intera. Sono pagine narrate con ingenuità e franchezza, con l’essenzialità dei ricordi che, spesso, stemperano anche i sentimenti. Pagine di una vita che i ragazzi d’oggi, che come sfondo alle proprie passioni hanno una chatroom o un disco pub, forse non riescono neppure più a immaginare.
Era un mondo migliore, per la semplicità della vita? Era un mondo peggiore, per la costante e pesante influenza di famiglia e comunità? Forse la verità sta nel mezzo. Certo è che strappare queste piccole storie all’oblio e dare loro valore fissandole sulle pagine è stato, da parte di Cristina Obber, un atto doveroso, eseguito con grande rispetto e considerazione. Un atto d’amore.
Primi baci
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