Private L.A. di James Patterson e Mark Sullivan

305 milioni di libri venduti nel mondo. I numeri di James Patterson sono da capogiro: 16 milioni di copie all’anno del Re Mida americano del thriller solo negli Stati Uniti, oltre 3 milioni e mezzo in Italia, dove è approdato a giugno il più recente, “Private L.A.” (edizioni Longanesi, pp. 368, euro 14,90 euro), scritto a quattro mani con Mark Sullivan.
Qui Patterson, papà di Alex Cross e grande firma dei titoli delle quattro Donne del Club Omicidi, si dedica ancora a Jack Morgan e alla sua agenzia investigativa attiva in tutto il mondo. Quando c’è bisogno di agire con discrezione non c’è di meglio della riservatezza della Private International di Los Angeles, chiamata in causa in questo episodio per le star di Hollywood misteriosamente scomparse: la coppia più famosa del cinema mondiale, con più di un Oscar in cassaforte.

Thom e Jennifer Harlow sono svaniti nel nulla dal loro ranch, insieme ai tre figli: Malia, tredicenne, nata in Etiopia, Jin, undici anni, cinese e Miguel, otto anni, originario dell’Honduras, affetto da una malformazione congenita, il labbro leporino. Tutti adottivi, del resto le due celebrità sono note per le molteplici attività di volontariato, compresa una fondazione creata per raccogliere milioni di dollari a favore degli orfanotrofi del Terzo Mondo.
Gli Harlow erano appena tornati dal Vietnam, dove sono stati impegnati per nove mesi nelle riprese esterne di un film sulla caduta di Saigon. Una storia epica e tragica di amori e intrighi per loro, ma soprattutto una produzione decisiva, di cui Thom è sceneggiatore, regista, interprete principale e sulla quale oltre ad attrarre risorse di altri finanziatori stanno investendo l’intero patrimonio familiare. Sembrano decisi a incrementarlo o perderlo completamente se la pellicola dovesse fare flop, dicono i suoi legali a Jack. Il riserbo è dato dall’esigenza di nascondere la scomparsa ai pochi ma importanti soci coinvolti nell’investimento.
Si è ancora nella fase iniziale di una sospetta sparizione, che si allarga alla fedele assistente e al guardiano della proprietà. Non potrebbero essere andati in segreto a scaricare la tensione da qualche parte? Impossibile, delle carte di credito non risultano movimenti dall’ultimo rifornimento la sera in cui sono arrivati. E Jennifer è una maniaca dello shopping a livello patologico.
Tutto nella casa sembra abbandonato all’improvviso, ma senza panico. La televisione è accesa su un canale di cartoni animati. Semmai, sono altre le scoperte interessanti: gli armadi dei coniugi Harlow traboccano di sex toys e vibratori e un video di sorveglianza mostra il cane spaventato da un’ombra indistinta. In più, l’impianto è stato oscurato da un black out forse provocato.
Contemporaneamente, nell’area di Los Angeles si scatena una misteriosa squadra d’azione, ex militari che seminano morti e panico a casaccio, filmando tutto e diffondendo le riprese su You Tube. Attaccano anche supermercati, ammazzano, si firmano ‘NIENTE PRIGIONIERI’ e minacciano:

“se non obbedite moriranno molti altri , nessuno è al sicuro”.

Ricattano la sindaca di LA, Diane Willis. Vogliono soldi per smettere di uccidere. Tanti soldi.

Caso Harlow, prima sorpresa: l’assistente Cynthia rientra, protestando per le tante chiamate al cellulare che hanno tormentato il primo week end col fidanzato dopo almeno un anno di lavoro ininterrotto.
Una blogger messicana sostiene di aver visto i due attori ubriachi a Guadalajara. Peccato che la donna non possa rivelare altri particolari, perché la ritrovano morta nel suo appartamento.
Altro colpo di scena: l’avvocato di famiglia è contattato dai rapitori, dicono che lasceranno liberi i bambini e mantengono l’impegno. I piccoli sono intontiti da calmanti, sonnolenti. E la stampa piomba sulla scena. Se Morgan non tagliasse i cavi di alimentazione delle telecamere sarebbe un disastro.
Sul finire di questa storia gli investigatori – soprattutto la brava Justine - dovranno entrare in un cimitero, per un macabro regolamento di conti. Non prendete l’anticipazione come uno spoiler, perché in realtà non rivela praticamente niente, ma pare che in un camposanto messicano sia occultato un vampiro, finalmente ucciso dalla gente con un paletto nel cuore e sepolto sotto un grande mucchio di pietre e un albero lasciato crescere sul tumulo. Quando l’albero verrà tagliato il vampiro tornerà a pretendere sangue, dice la leggenda. Poco male: nei romanzi di James Patterson si muovono dopotutto persone vere molto ma molto più abiette dei mostri finti.