L’Odissea omerica, come quasi tutte le opere antiche, si apre con un proemio.
La sua funzione è quella classica, ovvero chiedere l’ispirazione alla Musa, anticipare la trama e presentare il protagonista al lettore, che in tal modo viene introdotto all’interno dell’opera stessa.
I primi 21 versi dell’Odissea costituiscono una delle pagine più alte e famose della poesia mondiale di ogni epoca: di seguito vediamo la parafrasi e analizziamo i temi più significativi che lo riguardano.
Proemio dell’Odissea: parafrasi
"O Musa Calliope, raccontami le avventure del furbo Ulisse, che per molto tempo andò vagando dopo che cadde Troia e vide i territori di molte persone, conobbe le caratteristiche dell’animo umano e navigando soffrì molto perché voleva tornare a Itaca con i suoi compagni. Ma non poté fare niente per salvarli a causa del loro sacrilegio, poiché essi mangiarono i buoi del dio Sole, figlio del cielo, che li uccise ed impedì loro di fare ritorno a casa. O Musa, figlia di Zeus, raccontami queste avventure e inizia dal punto che preferisci.
Già tutti gli altri ormai salvi erano a casa, lontani dalla guerra e dal mare: solo lui, che desiderava tornare e rivedere la sua donna, era trattenuto nelle grotte profonde dalla Calipso, la ninfa splendida fra le dee, che voleva averlo come sposo. E quando, dopo tantissimi anni, arrivò il tempo del suo ritorno ad Itaca, anche là, fra i suoi cari, in patria, le sofferenze non finirono. Gli dei ne avevano pietà, e solo Poseidone restò fermo nell’ira contro il divino Odisseo, fino al giorno del suo ritorno in patria."
La struttura del Proemio dell’Odissea
Il proemio dell’Odissea ha una struttura classica e si può dividere in due periodi, uno che esprime la richiesta di ispirazione alla Musa, l’altro che, a grandi linee, sintetizza l’argomento che verrà trattato nei 24 libri di cui si costituisce il poema.
Nello specifico:
- verso 1: Omero chiede a Calliope, Musa della poesia, di ispirarlo e aiutarlo a narrare la storia
- versi 2-21: l’autore spiega a chi legge che conoscerà le vicissitudini patite da Ulisse, dalla caduta di Troia fino al sospiratissimo ma molto difficoltoso ritorno in patria, l’isola greca di Itaca, dove potrà finalmente riabbracciare le persone a lui più care.
Temi e analisi del proemio dell’Odissea
La prima caratteristica che balza agli occhi del proemio dell’Odissea è l’onniscienza dell’autore.
Omero, o chi per esso, si esprime in terza persona e conosce in modo preciso le articolate dinamiche degli avvenimenti che si accinge a narrare, così come lo stato d’animo e il pensiero dei personaggi intorno ai quali le vicende si dipanano.
Protagonista assoluto della storia, si apprende fin da ora, è Ulisse (Odisseo in greco), presentato come "astuto", uno degli aggettivi con cui più spesso verrà descritto nel corso dell’opera.
In realtà Ulisse compare anche nell’ Iliade, dove viene già definito come un uomo scaltro e un valoroso combattente, ma lì è soltanto uno dei tanti arditi guerrieri greci alla conquista di Troia e non il protagonista indiscusso della narrazione come invece accade nell’Odissea.
Dapprima solo abbozzata, adesso la sua figura viene analizzata in ogni sfaccettatura.
Si delineano pertanto già nel proemio dell’Odissea l’immagine e la personalità di un personaggio letterario destinato a restare un mito nell’immaginario collettivo come archetipo dell’uomo in cammino, incarnazione stessa della persona desiderosa di conoscere e di andare incontro al proprio destino.
Da questi connotati scaturisce il fascino immortale di Ulisse, che tanta influenza ha avuto nella letteratura successiva, basti pensare all’ Eneide di Virgilio e al suo errabondo protagonista Enea e all’Ulisse di James Joyce.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Proemio dell’Odissea: parafrasi, struttura, temi e analisi
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