Valeria Di Napoli, conosciuta al grande pubblico con lo pseudonimo di Pulsatilla, nasce a Foggia nel 1981. Ottiene il suo primo grande riconoscimento nel 2001, arrivando in finale al prestigioso Campiello Giovani. La svolta arriva nel 2005, quando Castelvecchi editore scova il suo blog, ormai celebre nel web, e le propone di farne un libro, pubblicato l’anno successivo col titolo de “La ballata delle prugne secche”. Due anni dopo per Bompiani esce “Giulietta Squeenz” seguito, nel periodo natalizio, da “Quest’anno ti ha detto male. Lettere a Babbo Natale cestinate da lui medesimo e casualmente ritrovate”.
Valeria, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: Giulietta, la protagonista del tuo secondo libro, conosce Daniele e capisce subito che sarà l’amore della sua vita, ma lui non lo sa e sposa Mariella, l’amica-nemica di Giulietta. Giulietta non si rassegna e decide di dedicare la sua vita a riprendersi quell’amore facendo di tutto per rovinare la loro famigliola felice. Tu hai incontrato l’amore della vita? Sei tenace e caparbia come Giulietta quando si tratta di sentimenti?
Grazie dell’invito e del benvenuto. Quella che tu hai raccontato è solo la fabula del romanzo: cioè il pretesto per raccontare d’altro. In particolare di un’amicizia sui generis che si muove sullo sfondo. L’amicizia è il vero tema del libro, più che l’amore. Altri temi sono la solitudine e i numerosi modi in cui ci si può rovinare la vita senza trarne benefici. L’amore mi sta a cuore, ma conto di parlarne più diffusamente da qualche altra parte. Comunque no, non credo di aver trovato l’amore della vita. Ma dopotutto è presto per dirlo: è alla fine della vita che si tirano le somme, e si stabilisce cos’era della vita e cosa no.
- Seconda chiacchiera: Giulietta ha un amico, il Mostro. Il loro è un continuo dialogo oltre la storia. Un amico vero di quelli che non si vedono mai, tanto speciale che sembra quasi irreale. Che idea ti sei fatta dell’amicizia? Hai amici come il Mostro al tuo fianco?
Ho quest’idea della letteratura come riscatto: che serva, cioè, a compensare le brutture che ci toccano in sorte, o se non altro a trasfigurarle. Non ho mai avuto un amico come il Mostro, e Dio sa quanto avrei voluto, quindi, quando si è trattato di inventare, mi sono costruita un compagno letterario corrispondente punto per punto ai miei desideri, facendo una specie di centrifuga dei sogni. Ma sapevo di chiedere troppo, e mi sono punita per questo: se hai letto il libro, sai la fine che ho fatto fare al Mostro…
- Terza chiacchiera: Nel tuo ultimo libro fai il verso a tanti personaggi più o meno illustri della nostra Italia raccogliendo le loro ipotetiche lettere a Babbo Natale: un modo per fare dell’ironia quasi mai cattiva su coloro che hanno il potere di cambiare le cose. Cosa chiederebbe invece Pulsatilla a Babbo Natale?
Un abbonamento all’Internazionale (la rivista settimanale) in tutte le case degli italiani.
- Quarta chiacchiera: Ti sei spesso mostrata indecisa sul tuo futuro: ora, se ti chiedessi dopo 3 pubblicazioni così importanti, cosa fai nella vita, che mi risponderesti?
Faccio quello che ho sempre fatto, e che farei anche se non fossi pagata: scrivo. Solo che prima scrivevo per me, per organizzare l’esperienza e venirne a capo, ora devo misurarmi con le aspettative del pubblico. L’altra differenza è che prima andavo tutte le mattine in ufficio, mentre adesso, a volte, capita che si sono fatte le sette di sera e sono ancora in pigiama.
Questa era l’ultima chiacchiera e quindi ti saluto e ti ringrazio per aver accettato il mio invito.
Grazie a voi. Buon lavoro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Pulsatilla
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