Qof
- Autore: Alessandro Bastasi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Arkadia editore
- Anno di pubblicazione: 2024
L’uomo sposato, in molti romanzi, è di solito uno che è stato lasciato dalla moglie e non spariglia le carte; casette o residence piene di maschi, perché molto spesso sono le mogli e le amanti ad abbandonare i partner. E di solito gli uomini fanno così: per il primo mese sembra l’addio al celibato, tutte le sere a uscire con gli amici che non si vedevano da venti anni, e poi subentra il grillo parlante che semplicemente replicava come non gli manca così tanto la moglie, con le serate in cui parlava anche annoiato con lei, ma le camicie erano con l’appretto e i vestiti già sul letto.
Ma l’uomo di cui parla in modo eccelso Alessandro Bastasi in Qof (Arkadia editore, 2024), è diverso dalla divagazione iniziale. È colto, ha avuto una vita piena, economicamente stava come un pascià. Poi un tran tran, che accade a chi legge molto, e si scopre senza qualità e nessun talento. A volte la mancanza di talento in qualcosa (non pensate sempre allo scrittore con la pagina bianca) può essere esiziale: ti accorgi che non sai rinfrescare una stanza, pitturando in modo catastrofico una parete rosa perché il tuo primo figlio sarà una bimba. Non sapere niente di tua moglie, di tuo marito. Insomma, per capire lo squallore di questo uomo, cosa che faccio non spesso, riprendo le parole dello scrittore Bastasi che lo dice meglio:
Con il senno di poi posso dire di non avere mai sentito chissà quale trasporto di amore nei confronti di Elisabetta, non ho mai capito quale sentimento nutrissi nei suoi confronti, mentre dovrebbe essere normale in una coppia ogni tanto chiedersi che tipo di legame esista, se ancora esiste, tra i due partner, d’altronde non mi sono mai sforzato di guardarmi dentro, di sviscerare quello che provavo, non solo nel mio rapporto con lei, direi in qualunque situazione, anche di fronte a un’opera d’arte o a un paesaggio che tutti giudicavano meraviglioso e di fronte ai quali avrei dovuto emozionarmi.
Questo è un uomo difettoso dalla nascita, tetro, ma la prosa sinuosa e contraddittoria di Bastasi non ce lo rende poi così antipatico, anche perché la telefonata improvvisa di una donna che è in cerca di Abel, il fratello che non vede da anni, lo sveglia da una catatonia orrenda, ovvero guardare la televisione senza audio e non sapere quasi nulla del mondo che lo circonda. Perché il nostro uomo in effetti non stava bene nemmeno in famiglia, anche se studiava e aveva rinunciato a fare letteratura all’università per studiare economia e seguire le orme del padre. Tutto inutile. Non attirava amore perché non ne aveva, non era simpatico, metteva gli altri in uno stato di attesa per sentirlo parlare il meno possibile. Un uomo senza qualità, senza talento, indolente nei confronti degli altri, tanto che, chi scrive, ha provato dell’affetto per lui, soprattutto quando il dottore oculista gli dice di avere una malattia rarissima, ecco perché vede, con gli occhi, solo il grigio, il nero e lui aggiunge il rosso.
C’è una svolta thriller e sentimentale, che non posso aggiungere perché è scioccante più del libro stesso, che è stato scritto in prima persona e quindi possiamo presumere che qualche avvenimento è accaduto a Bastasi, ma la vera letteratura è finzione sempre; anche se riporti un fatterello come mangiare un gelato, è finzione.
La scrittura di Alessandro Bastasi ha il merito di essere come una millefoglie, il dolce. Se cade in una tetraggine accaduta all’uomo narrato (e di cose tetre ce ne sono diverse), una escrescenza sulla faccia a forma di lettera ebraica e cambia registro stilistico. O le grandi verità che gli dice un nano col cappello troppo ampio.
Un libro perfetto, davvero.
Qof
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