Qualche mese della mia vita
- Autore: Michel Houellebecq
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2023
Non avremmo questo libro confessione, Qualche mese della mia vita (La nave di Teseo, 2023, trad. di Milena Zemira Ciccimarra), se Michel Houellebecq non si fosse messo in un pasticcio da solo.
Da un uomo celebre per i suoi libri, che ha già lasciato due o tre interviste in cui racconta tutto di sé, dalle cadute ai vizi, ai punti di forza del suo essere uno scrittore famoso, non ci saremmo aspettati cadute di stile a getto continuo. Era già successo che si facesse un processo a suo carico nel 2002, per le sue affermazioni che furono registrate nella causa come "istigazione all’odio razziale", dopo l’uscita del suo libro dal titolo Piattaforma.
Ma almeno all’epoca lo scrittore si prese la colpa per essere stato inutilmente offensivo e soprattutto fuori tema perché, parole sue:
Come chiunque sa, l’Islam non è una razza, ma una religione diffusa in tutto il mondo, tra i più svariati gruppi etnici. Non solo l’Islam non è una razza, ma nemmeno l’islamismo.
Santa pazienza, chi scrive si chiede perché mai abbia letto tutti i libri di Houellebecq. Forse perché ha trovato lo scrittore francese il meno scontato di questi ultimi venti anni, uno dei pochi, per intenderci, che non ha seguito le direttive del “politicamente corretto” e del “rispetto sempre e comunque”, prima di dire o scrivere qualcosa che ritenesse autentico. Ma l’autenticità è una trappola, gli scrittori non sono e (forse) non devono essere autentici, ma almeno rispettosi, e non accampare come scusa che non avevano riletto l’intervista o che abbiano problemi più gravi dello sparare a zero su una cosa enorme quale è l’Islamismo, per milioni e milioni di persone.
Poi erano successe altre cose gravi, nel 2015, con l’uscita del romanzo Sottomissione, Houellebecq viene dichiarato "islamofobo" dai mass media che lo odiano per il suo successo. Meno male che ci sono scrittori illuminati come Emmanuel Carrère che alla frase di Houellebecq riportata nel libro, ovvero:
"Non avrò nulla da rimpiangere"
rispose con la citazione di un grande scrittore come George Orwell. Sono quelle frasi sibilline che poi Houellebecq usa a suo piacimento, come il rimpianto ossessivo di aver perso l’amore di una donna, nel romanzo Serotonina.
Fino ad oggi, all’intervista fiume di Michel Onfray. Di nuovo chiede scusa a tutti i musulmani per aver pronunciato altre offese che andrebbero modificate con un testo diverso che è presente in questo libro. Ma praticamente le rettifiche sono lunghissime e le affermazioni dello scrittore nell’intervista possono essere lette come monito ai francesi a fare attentati diretti contro i musulmani, un Bataclan al contrario.
La cosa grave è che più l’autore si difende più noi ci sentiamo lontani da lui, dal suo modo di essere.
Quindi questo piccolo libro di ritrattazioni ci stanca come se portassimo pietre, altroché. Soprattutto perché dobbiamo ancora scrivere dell’argomento principale di questo libello, del cosiddetto "porno di Houellebecq". Succede questo: in un’email del 6 ottobre del 2022, un tizio che l’autore chiama “Scarafaggio” arriverà a Parigi con una certa Jini, studentessa di filosofia, grande ammiratrice dei libri dello scrittore. In realtà, a quanto pare, lei viene a Parigi per fare sesso con alcuni francesi, compreso Houellebecq. A questo punto inizia una digressione infinita sullo scrittore e la pornografia. I film pornografici lo disgustano, mentre il sesso amatoriale di YouPorn lo intriga. La verità è che lui acconsente ad avere un rapporto sessuale con Jini, filmato dallo “Scarafaggio”.
In realtà, non è proprio un omaggio quello che sta capitando, ma lo scrittore ammette di essere lusingato perché ci sono delle ragazze che lo trovano ancora eccitante. Insomma Houellebecq ci cade con tutte le scarpe. E quindi parte per Amsterdam, con la moglie Lysis, dove vivono lo Scarafaggio e Jini. Ma accade che l’olandese faccia firmare un contratto allo scrittore, che lui per pigrizia non legge, mentre ora ci costringe a leggerlo, perché è presente per intero nel libro.
Si tratta di un vero e proprio contratto, che lo scrittore non fa leggere nemmeno alla moglie. Marito e moglie alloggiano all’Ambassade Hotel dove si presenta lo Scarafaggio, Jini e anche una seconda donna che l’autore chiama “l’Oca”. Filmano il rapporto, ma entrambe le ragazze si dimostrano timide a fare certe cose, con la moglie dello scrittore nella camera, che viene invitata ad aspettare fuori dalla stanza. Bastava già questo per capire di essere caduti in un mare di guai. Ma tornati a Parigi, Houellebecq non ha il tempo per capire che succederà al materiale "pornografico" girato, perché trova la denuncia del presidente dell’Unione delle Moschee di Francia, Mohammed Moussaoui, per l’intervista rilasciata a Michel Onfray di cui abbiamo già scritto, apparsa sul numero speciale di Front Populaire.
Lo scrittore chiede gentilmente se si può sospendere la distribuzione di quel numero speciale, ma gli viene detto che ormai è troppo tardi e nel frattempo il trailer del film porno di Houellebecq comincia a circolare sui social. Un vero guazzabuglio questo inizio del 2023, sempre a causa della distrazione della parte lesa. Lasciando perdere l’improvvisa tristezza che i film pornografici infondono a Houellebecq, è la prima volta che l’odio per il sesso diventa quasi assoluto.
Ormai la Stampa ha capito che lo scrittore e la moglie sono davvero presenti nel filmato, diventato virale. Non interessa più a nessuno la difesa dello scrittore e siamo a poche settimane prima dell’uscita di questo libro. Lo scrittore non si lava più, solo se costretto, il consumo di alcol e sigarette non sono mai stati così fuori controllo, ha anche sintomi di bulimia.
Eppure le pagine finali, dove Houellebecq scrive di Dostoevskij, di Kafka, cita persino dei versi di Baudelaire, ci rivelano la sua passione di lettore. Gli amati libri, in quel momento drammatico, sono salvezza e bellezza.
Ci dimentichiamo così le meschinità dell’uomo, che è caduto dalla sua quotidianità direttamente all’inferno, se solo, invece, avesse avuto l’accortezza di leggere il contratto prima di firmarlo; in fondo bastavano dieci minuti, forse anche meno.
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