Qualcuno ha mentito di Marco Mancassola

Secondo libro di Marco Mancassola, Qualcuno ha mentito (Mondadori, 2004) è, più che un romanzo, un racconto lungo dove si alternano voci confuse e atmosfere cupe provenienti dalla Londra degli anni Novanta, quella città che ancora oggi rimane la Mecca degli expats italiani. Lontani anni luce dall’idea di essere fuggiti per costruirsi un futuro migliore, i protagonisti della vicenda sono immersi in una dimensione allucinata dove i lavori notturni nelle cucine dei pub si alternano con i rave e le droghe più diverse. Sono vite vissute grazie ai sussidi di disoccupazione, ottenuti simulando malattie mentali, esistente trascorse in case occupate illuminate dallo sballo che solo le sostanze chimiche possono dare e ravvivate dalle vibrazioni dell’elettronica.

Da un lato la voce narrante del libro che compare in modo intermittente nella vicenda, insieme a due amici, dai tratti solo abbozzati, dall’altro Dave e Anna, i protagonisti. Il primo inglese, l’altra italiana, il primo avvinto da un’immane desiderio di intimità e di contatto, l’altra circondata da un’aura che la rende eterea e infinitamente distante. Dave è consapevole che

“qualcosa non andava nella loro comunicazione, qualcosa che non afferrava quando parlava con lei. Non riesco a stringere le sue frasi, (…) non arrivo al fondo delle parole, forse perché è troppo nascosto, oppure perché non c’è fondamento, è come parlare con la televisione, non dice mai né sì né no. Le ho chiesto di parlare nella lingua in cui pensa, immaginavo che così le avrei creduto di più, ho provato anche io a parlarla, ma le parole mi restano in bocca come gusci vuoti, come se le parole vere fossero sempre altrove. La vostra lingua mi fa paura, ogni parola suona come un mondo disabitato, una superficie trafitta da buchi nascosti, e lo stucco di tutte quelle vocali… È questo? Una lingua inadatta a dire la verità?”

I due decidono di andare a vivere in una casa che occupano abusivamente, ma ciò, piuttosto che avvicinarli, li rende ancora più estranei e lontani. Quando incontra gli amici Dave inizia a raccontare di un cadavere trovato nel bagno della nuova casa che cambia, però, la sua posizione di tanto in tanto. In altri momenti, apparentemente più lucidi, Dave inizia anche a sospettare di Anna e a ipotizzare un suo tradimento. Come rivelerà la voce narrante, poco prima di lasciare Londra per tornare in Italia è Dave che mente o che, forse, inizia a subire i primi effetti di una prolungata solitudine e di un involontario abbandono.

Connotato da forti motivi autobiografici, che saranno ripresi e sviluppati anche nei racconti de Il ventisettesimo anno, Qualcuno ha mentito delinea le vicende di una coppia fragile, persa nel labirinto dell’incomunicabilità e immersa in una dimensione metropolitana allucinata e oscura. Un libro che, come un neon intermittente, riesce a dar conto delle emozioni e dei sentimenti di una generazione in fuga, pur all’interno di una trama narrativa molto, forse troppo, fragile ed evanescente.