Immagine: Ernest Hemingway nel 1944. Credits fotografo: George Karger/Time Life Pictures
La storia della letteratura è piena di straordinari ritrovamenti e di altrettanto incredibili sparizioni: risale al 1993, esattamente 30 anni fa, il celebre furto denunciato dall’antiquario David Mason specializzato nella compravendita di volumi rari. Dalla sua libreria di Toronto sparirono lettere e libri per un valore superiore ai 670 mila euro, secondo una stima corrente.
Ma ben più grande è l’importanza storica dei documenti e quindi il conseguente danno derivato dalla loro scomparsa: testimoniano infatti un episodio che ha segnato la vita personale e professionale di tre celebri scrittori e il conseguente scambio epistolare tra Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald e lo scrittore canadese Morley Callaghan.
Ernest Hemingway pugile: la sfida all’American club
Mason ha scritto un libro di memorie sulla sua carriera antiquaria (The Pope’s Bookbinder, ed. Biblioasis, 2013) e riassume l’episodio in un articolo al Guardian, ma l’aneddoto era noto nel mondo letterario dell’epoca. Hemingway e Callaghan si conoscono nel 1923 quando entrambi sono corrispondenti per il Toronto Star.
Si ritrovano a Parigi 6 anni dopo. Hemingway ha già pubblicato Fiesta e sta ultimando Addio alle armi (entrambi disponibili nell’edizione Mondadori).
Callaghan è autore di Strange Fugitive (ripubblicato da Exile Editions nel 2018). Ma è un suo racconto sulla boxe pubblicato sulla rivista Scribner che accende un contenzioso tra i due, basato sulla convinzione che si possa scrivere solo ciò di cui si conosce bene. Hemingway, che ama il pugilato, mette alla prova il collega e amico di quattro anni più giovane. Così lo sfida, prima in maniera amichevole, poi in via ufficiale.
L’arbitraggio dell’incontro viene affidato a Francis Scott Fitzgerald. E già l’identità dei coinvolti basterebbe ad alimentare uno dei celebri racconti sulla Parigi di inizio ‘900. Sul ring dell’American Club Hemingway viene atterrato: la colpa, ai suoi occhi, ricade su Scott Fitzgerld, responsabile di aver chiamato in ritardo la fine del round. La notizia della sconfitta trapelata sulla stampa di New York peggiora le cose.
Di qui in poi le versioni divergono. Resta quella ufficiale resa da Callaghan nel libro Quell’estate a Parigi (disponibile nell’edizione Excelsior 1881, 2009), pubblicato due anni dopo la morte di Hemingway che più volte chiese inutilmente una rivincita.
Hemingway e Fitzgerald: un’amicizia difficile
Di certo c’è la definitiva rottura dell’amicizia già in crisi tra Hemingway e Fitzgerald. Un sodalizio durato anni e avviato sulla base della stima reciproca. L’autore del Grande Gatsby comprende il talento di Hemingway e lo presenta al suo editore, offrendogli consigli e aprendogli la strada della notorietà. Hemingway, a sua volta, ammira sinceramente Fitzgerald. I due si influenzano a vicenda, come dimostrano gli echi delle loro personalità prestati ai protagonisti dei rispettivi libri dell’epoca. Poi l’inevitabile rivalità artistica e le differenze di stile e convinzioni prendono il sopravvento. E sfociano in una serie di critiche e in una vera e propria battaglia letteraria, raccontate da Scott Donaldson nel libro Hemingway contro Fitzgerald. Il racconto di un’amicizia difficile (Edizioni E/O, 2004).
Il conflitto tra Hemingway e Fitzgerald in un libro
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Paradossalmente nessuno, forse, comprende Hemingway così a fondo come il suo amico di un tempo. In una lettera all’editore Max Perkins, Fitzgerald scrive:
Ogni risultato che ho ottenuto mi è costato fatica, mentre Ernest ha un tocco di genio che gli permette di tirar fuori cose incredibili senza il minimo sforzo.
Fitzgerald è un intellettuale votato alla letteratura e un accanito lettore di manoscritti, come dimostra la fitta corrispondenza con il suo editore e gli amici scrittori (Sarà un capolavoro, Lettere all’agente, all’editor e agli amici scrittori, pubblicato da Minimum Fax nel 2017 con la traduzione di Vincenzo Perna). Ma dimostra di conoscere difetti e vizi di entrambi:
Lui è incline alla megalomania, io alla malinconia.
Hemingway: un racconto inedito sulla boxe
Eppure il fantasma di quell’amicizia aleggia su tutta l’opera di Hemingway, come dimostra il recente ritrovamento di inediti: tra i racconti riemersi nel 2022 da un baule custodito nel retro dello Sloppy Joe’s Bar, a Key West, in Florida, ce n’è uno con un protagonista noto. Si tratta di un pugile immaginario: un certo Kid Fitz che scende dal ring vittorioso al termine di un incontro anche se con ferite importanti.
Una star promettente, ma fisicamente debole, che meriterebbe di stare sul ring tra i grandi. Il ritratto ricorda una vecchia conoscenza dell’autore: quello Scott Fitzgerald cui lui riconobbe per tutta la vita un indubbio talento letterario, ma anche un certo desiderio di sconfitta che lo portò all’autodistruzione, ben riassunto nella metafora dell’inadeguatezza fisica.
Hemingway, la boxe e le lettere rubate
Ad oggi, le lettere riguardanti la sfida del 1929 non sono state ritrovate, come riporta il Guardian in un articolo. Mason riferisce che uno dei presunti responsabili del furto fu individuato e condotto in carcere, dove è morto.
Niente è emerso sul destino delle carte.
Ed è un peccato, perché le lettere rubate avrebbero potuto aggiungere particolari ad un episodio che è entrato di diritto nella letteratura, finendo addirittura tra le pagine di opere famose, come spesso accadde agli scrittori della generazione perduta che, più di altri, hanno visto sconfinare la vita nella letteratura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quando Hemingway sfidò sul ring Morley Callaghan e Scott Fitzgerald arbitrò l’incontro
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