Quando
- Autore: Walter Veltroni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2017
Walter Veltroni ha scelto un avverbio di tempo, che racchiude un implicito interrogativo, per il titolo del suo nuovo romanzo, edito da Rizzoli, che sta presentando in questi giorni. La storia che viene raccontata in “Quando” è quella di Giovanni, un ragazzo di vent’anni pieno di speranze e di sogni, che partecipa con la fidanzata Flavia al funerale di Enrico Berlinguer e nel clima di grande partecipazione e commozione viene colpito da un bastone su cui è innalzato uno striscione di saluto al grande Segretario del Pci. Giovanni entra in coma e per 33 lunghissimi anni dorme profondamente, accudito in un’appartata corsia ospedaliera da una suora, Giulia, poco più giovane di lui, che con l’uomo addormentato costruisce un rapporto muto, di protezione, di vicinanza, di grande affetto. Nel corso degli anni Flavia ha smesso di visitare l’uomo che pure amava e ha ormai una vita familiare diversa, sposata con Tommaso e madre di tre figli. Gli anziani genitori dell’uomo hanno vegliato fin quando hanno potuto quel figlio perso, ma soprattutto la storia del nostro paese e del mondo intero, nel corso di questi lunghi anni, è mutata in modo radicale. Quando una mattina improvvisamente nelle silenziose stanze suor Giulia sente una voce stentorea che intona l’Internazionale, sembra davvero sia avvenuto un miracolo: l’uomo che giace inerte da oltre un trentennio si è imprevedibilmente risvegliato e questo evento muterà radicalmente i rapporti fra i diversi personaggi che compaiono nella storia. Giovanni dovrà imparare a vivere in un mondo che non conosce, dovrà riconnettere il proprio corpo e soprattutto il suo cervello a novità personali e pubbliche, intime e sociali, in uno sforzo di rinascita che solo con l’aiuto di due donne speciali, la sensibile suor Giulia e la generosa psicologa Daniela, riuscirà a portare a compimento.
Il romanzo di Veltroni è una grande metafora sull’utopia che in un ipotetico tempo si possa rinascere dalle macerie che lo scorso secolo ha disseminato nella vita di tanti uomini e donne, militanti in buona fede di una sinistra che è sparita dopo la fine della grande illusione che il partito comunista fosse la corretta risposta ai bisogni della società dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Nelle parole di Giovanni, nel ricordo della sua giovinezza come militante, insieme a suo padre, del Partito nei suoi momenti più esaltanti, nell’ammirazione per le scelte coraggiose di Enrico Berlinguer, c’è tutta la sostanza delle convinzioni di milioni di persone che ora, in questi tempi così incerti, si sentono privati dei loro punti di riferimento politici.
L’autore ci accompagna nei profondi turbamenti che assalgono il redivivo, piombato all’improvviso in un mondo di cui sembra non riconoscere nulla. Quando finalmente, aiutato dai suoi due angeli custodi, uscirà dalla camera asettica dell’ospedale che lo ha protetto e tenuto in vita, sarà costretto a fronteggiare un presente complesso, un labirinto di novità che da un lato lo spingono a vedere nell’evoluzione dei tempi un sicuro miglioramento nella vita quotidiana delle persone, libere di conoscere, viaggiare, incontrare, criticare, ma dall’altro lo costringono a fare i conti con la perdita di un’identità forte, quella della sua fede politica, dell’amore della sua vita, delle sue certezze ormai del tutto smantellate.
Nel romanzo di Veltroni ci sono pagine molto intense, piene di rimpianto, ma è forte anche la consapevolezza che guardare indietro è un vizio pericoloso. La psicologa Daniela, che aiuta Giovanni a connettersi con il presente, cerca di riassumere per lui il passaggio dal ‘900 ai nostri giorni, ricordando, e ricordandoci, quanto cammino è stato fatto: l’elenco dei 28 paesi che compongono l’Unione europea, la nascita dell’euro, la comparsa di internet, la presenza costante e irrinunciabile dei telefoni cellulari, tutte cose che siamo abituati a dare per scontate, ma che per Giovanni sono scoperte straordinarie. Il personaggio più originale del libro appare comunque Giulia, la suora/compagna: figlia di un militante, cresciuta nel mondo dell’appartenenza ad un credo politico forte, aveva scelto la vocazione religiosa vissuta sempre però in modo estremamente problematico, critico, dubbioso. I suoi turbamenti interiori, raccontati al muto interlocutore Giovanni, testimoniano come anche il mondo cattolico abbia subito nel corso degli anni un deciso mutamento, un cambio di prospettiva: un’altra metafora che l’autore testimonia con grande sensibilità nelle pagine del libro.
Tra canzoni, romanzi, film, passeggiate per Roma, citazioni di libri amati, ricordi di gioventù, un po’ di nostalgia, ma anche una forte carica di speranza, Walter Veltroni ci consegna, attraverso le pagine di un libro, le sue riflessioni, le sue speranze, le sue utopie. Nelle parole pronunciate dall’uomo che non ha potuto partecipare all’evoluzione e al cambiamento sembrano condensarsi le proposte dell’autore:
“Il mondo ha sparigliato la sua Storia, i suoi luoghi, le sue persone, mentre ero via. E io devo raccogliere questi pezzi e rimetterli insieme, dare un senso a ciò che è accaduto, capire dove mi trovo, e progettare un domani possibile. Devo trovare un equilibrio tra passato, presente, futuro. Tutto in una volta, tutto intrecciato... Devo sbrogliare una matassa impazzita, ricostruire consapevolezza, identità...”
Le tante parole chiave disseminate nel testo (tempo, passato, memoria, Storia, compagni, libertà, padre, figlio, sonno, cambiamento) tendono a costruire questa sorta di memoir, dove il privato e il pubblico si intrecciano e nelle cui pagine scorrono, come in un bel documentario, le istantanee della nostra vita, incontrando i personaggi che ne sono stati protagonisti: Mandela, Luther King, Bruce Springsteen, Lady Diana, Mina, Jan Palach, Pio La Torre, Lama, Occhetto, Paolo Borsellino e tantissimi altri che vengono raccontati all’immemore Giovanni. Veltroni ci ha consegnato pagine di speranza, voglia di entusiasmo, di rinascita, di desiderio di non abbandonarsi alla smemoratezza, alla solitudine, al sonno, aspirando a una possibile felicità.
Quando c'era Berlinguer
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Requiem per l albero servito per la carta
Grazie all’albero che ha dato la carta per questo bel libro