Quando gli uomini sono via di Siobhan Fallon

Cosa succede alle donne quando gli uomini sono via? Nello specifico, cosa accade quando mariti, fidanzati, padri, fratelli, partono per lunghissime missioni militari in Iraq lasciando la propria famiglia, le donne, i figli, da soli? È quello che cerca di spiegarci la statunitense Siobhan Fallon nel suo libro d’esordio, una bellissima raccolta di racconti dal titolo “Quando gli uomini sono via” (Nottetempo, 2014).

L’autrice descrive con sentimento e dovizia di particolari tutto ciò che accade nelle basi militari, come quella di Fort Hood in Texas, mentre gli uomini sono in missione in Iraq: piccole oasi militari totalmente autosufficienti all’interno delle quali le donne continuano a vivere aspettando il loro ritorno. Le loro giornate scandite dai ritmi sempre uguali del lavoro, della cura dei figli, delle riunioni con le altre mogli in attesa, delle sporadiche telefonate dall’altra parte del mondo, in perenne ansia per i bollettini di guerra.
La vita delle donne non si ferma mai, soprattutto quella emotiva, nonostante il filo spinato delle recinzioni e dei posti di guardia e nonostante, soprattutto, il ritorno dei loro uomini sconvolti dalla guerra, da tutto quello che hanno visto e che non dimenticheranno mai più, mutilati nell’animo se non nel fisico.

Siobhan Fallon sembra volerci sussurrare, in ogni pagina, che la guerra non combattuta da queste donne, a volte, produce segni e cicatrici molto più profondi di quelli di un proiettile o di una bomba, e per le quali non esistono riabilitazione o medaglie al valore.

Restarono così nella stanza in ombra, devastata, l’orecchio di Delia contro il cuore di sua madre, bloccate e strette forti, entrambe sopraffatte dal martellare del sangue dell’altra, la vita in ciascuna di loro sconosciuta, magnifica e terrorizzante come il mare.