Quando i diavoli si svegliano dèi di Jón Kalman Stefánsson

Jón Kalman Stefánsson torna al suo primo genere letterario, la poesia.
Noto per essere l’autore di Crepitio di stelle edito da Iperborea, Stefánsson torna sulla scena internazionale pubblicando questa raccolta di brevissimi racconti scritti in poesia Quando i diavoli si svegliano dèi, tradotta da Silvia Cosimini.

I racconti qui raccolti sono brevi, introspettivi e indagano le domande più intime che la specie umana si è posta fin dai tempi più antichi. Il valore della morte, tema cardine che accompagna tutte le poesie, è sviscerato con la grazia di chi aggira un ostacolo ineluttabile.
La “poetica delle piccole cose” diventa così la via da imboccare, in un concentrato di razionalità e sottile humor in cui la vita viene accolta nelle sue sfumature districandosi tra esistenzialismo e imperfezione dell’uomo.
A far da contorno a tutto questo ecco apparire l’ambientazione aspra, ma al tempo stesso resiliente, dell’Islanda.

Ritornato alle sue origini, alle sue prime esperienze poetiche, Jón Kalman Stefánsson sembra voler destinare le proprie riflessioni a quel genere letterario che è fin dalla sua nascita quel mezzo che più sembra racchiudere e accudire l’intimità dei pensieri di chi l’applica.
A caratterizzare le poesie di Stefánsson è la sua attenzione per il mondo in cui viviamo, il suo amore per le piccole cose da coltivare e apprezzare quotidianamente.
I temi che si intravedono sono di estrema attualità, passando con leggera riflessione dai social, all’inquinamento fino a raggiungere i cambiamenti climatici, ma ogni frase, ogni parola vibra dello splendore dello stile di un autore.
A concludere la raccolta vi è una poesia che indaga la situazione della narrativa, della letteratura come scelta e bagaglio importante, specialmente in un periodo come quello dell’oggi in cui tale pratica è troppo spesso accantonata.

Rispetto alla sua prima raccolta di poesie con cui aveva dato inizio a una carriera ricca di apprezzamenti, è innegabile che Stefánsson qui si dimostra più maturo, privo di quella scorza acerba che strideva con la profondità che intendeva esprimere.
Qui torna assunta al massimo la lucidità che permea i suoi romanzi che accompagna il lettore in quella corrente esistenziale che è espressione del suo amore per il grande Nord, per le grandi “Questioni della vita” e della sua innata capacità di mostrare il microcosmo nella sua imperfetta perfezione.
La scelta poi di riproporre alcune delle metafore tra le varie poesie rende la scena stilistica ancora più profonda amplificando il messaggio e la potenza della narrazione fino a rendere il quotidiano di cui si parla qualcosa di più ampio, di infinitamente grande e attuale. Un perfetto attimo di eterno.

Ci si sente estremamente piccoli e al tempo stesso grandi nello scorrere in lettura queste pagine; si percepisce un senso di calma e al tempo stesso si vede la frenesia in ogni piccola cosa. Stefánsson è certamente uno di quei poeti e autori che regala attimi di quotidiana riflessione con un magistrale gioco di parole e metafore.