Quando la notte
- Autore: Cristina Comencini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2009
Due protagonisti assoluti, Marina, giovane madre del piccolo Marco, sposata con Mario, e Manfred separato da Luna. Due vite complicate e chiuse s’incontrano e si aprono l’uno all’altra per un’attrazione misteriosa ed un’affinità intrinseca che si mostra in apparente ritrosia e avversione. Al di là dei dialoghi stringati ed essenziali, l’autrice fa parlare le menti di Marina e Manfred in una sorta di inconsapevole telepatia che li fa comunicare a distanza; si leggono reciprocamente i pensieri misti a diffidenza e fastidio, l’uno conosce quello che solo lui/lei sa del proprio intimo agire e sentire.
La montagna, il freddo, i paesaggi aspri e silenziosi come i caratteri dei suoi abitanti fanno da sfondo alla vicenda, lontane dai rumori frenetici delle città, sembra che le sofferenze si attutiscono o si esacerbano in ruvidezza e singolarità dei comportamenti. Manfred appare come il tipico montanaro “strano” chiuso nel suo bozzolo di vita scandita dalle azioni quotidiane in cui la scontrosità e le parole smozzicate e rade ne caratterizzano l’indole, esasperata dall’infanzia spezzata per aver vissuto due abbandoni femminili. Il rancore verso il genere femminile ne limita le prospettive esistenziali donandogli una corazza che difficilmente si lascia scalfire, ma quando arriva Marina una crepa scalfisce le sue difese così ostinatamente costruite. Marina vive una maternità sofferta ed inconfessabile, cerca di controllare la sua mente moltiplicando le attenzioni verso il figlioletto e contrastando un’oscura e insopprimibile inadeguatezza di madre che la colpevolizza e la tormenta. Le fragilità e le contraddizioni di due animi si rivelano a ciascuno e in un tempo infinitesimale a fronte di un’intera esistenza, quel desiderio estremo che provano l’uno per l’altro, trasporta Marina a cercarlo dopo anni, a rivedersi e ad avvicinarsi fisicamente. Il finale rimane sospeso: in dubbio per Manfred: “Se vado a cercarla, chi lo sa come la trovo?” in consolatoria attesa mista a incertezza per Marina: “Se ha dimenticato tutto, se non verrai mai, se è stata una fantasia. Ma non mi muovo, dovessi morire senza più incontrarti, sei tu che devi venire da me”.
Questo romanzo dallo stile asciutto e dalla prosa colloquiale, parla di sentimenti senza scadere nel sentimentalismo, certo non è tra i romanzi migliori dell’autrice, laddove il tunnel interiore dei personaggi era percorso in profondità e capace di rifrangere nel lettore coinvolgimento emotivo (vedi "La bestia nel cuore"), tuttavia si lascia leggere senza annoiare, diremmo, a mio modesto parere, senza infamia né lode.
L’autrice - Cristina Comencini è nata a Roma nel 1956, scrittrice e regista, vive e lavora a Roma. Con Feltrinelli ha pubblicato Le pagine strappate, 1991, Passione di famiglia 1994 ( Premio Rapallo), Il cappotto del turco 1997, Matrioška 2002, La bestia nel cuore 2004, Due partite 2006, L’illusione del bene 2007. Come regista ha firmato:Zoo 1988, La fine è nota 1992, la trasposizione cinematografica del romanzo di Susanna Tamaro Va’ dove ti porta il cuore 1996, Matrimoni 1998, Liberate i pesci 2000, Il più bel giorno della mia vita 2002, Bianco e nero 2008,. Dal suo romanzo La bestia nel cuore, che ha vinto il premio Castiglioncello, Cristina Comencini ha tratto il film candidato all’Oscar. Nel 2006 ha messo in scena Due partite, scritto per il teatro, da cui nel 2009 Enzo Monteleone ha tratto l’omonimo film.
Quando la notte
Amazon.it: 7,59 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quando la notte
Lascia il tuo commento
"Quando la notte" di Cristina Comencini: un romanzo intenso quanto l’omonimo film girato dall’autrice. Si tratta del monologo interiore, in stile modernista, dei due protago-nisti: Manfred e Marina, due anime profondamente segnate dalle ferite dell’esistenza, che si incontrano casualmente in una località montana, dove lei si reca col figlioletto di due anni, Marco, per fargli cambiare aria e trova alloggio presso la casa di lui, una guida montana, in un appartamento attiguo a quello ancora abitato dal proprietario. Lui reduce da un matrimonio fallimentare, non ha mai superato il trauma dell’abbandono attuato dalla mamma durante l’infanzia e lei non riesce a superare e ad accettare le imposizioni sociali che da secoli incastrano la donna al suo ineluttabile ruolo di madre. Lui, grazie al suo vissuto e alla sua misoginia, percepisce il dramma che si sta attuan-do nell’appartamento accanto, quando si fa improvvisamente silenzio, dopo una serie di urla della donna e di pianti insistenti del bambino. Il suo intervento immediato è decisivo ma comincia a comportarsi nei confronti della donna in maniera persecutoria: vittima e carnefice entrano in collisione, ma l’ostilià di lui e la paura di lei si trasforma-no inevitabilmente in un disperato sentimento di attrazione che supererà la lontananza e ancor prima farà sì che lei possa ripagarlo del bene ricevuto. Opera profonda in cui si analizzano minuziosamente i sentimenti femminili e maschili, il dolore ed il senso di inadeguatezza inconfessabili, talvolta anche a sé stessi. Mera-vigliosa opera: impossibile interromperne la lettura prima della conclusione.