Questa storia
- Autore: Alessandro Baricco
- Casa editrice: Feltrinelli
“Questa storia”. Il titolo mi colpì immediatamente quando lo scovai un po’ in disparte tra le centinaia di opere distrattamente ordinate nelle fila di una vecchia libreria. Quello che attirò la mia attenzione fu l’uso del dimostrativo “questa” che alla mia mente suggerì un’insieme di immagini e sensazioni che subito mi spinsero ad acquistarlo. Quel titolo, quasi come un imperativo che saliva dal fondo di quelle pagine ingiallite dal tempo, sembrava dirmi che dovevo leggerlo, con la presuntuosa certezza che Questa Storia sarebbe diventata la mia.
Il romanzo ripercorre la vita di Ultimo, un giovane che attraverso la storia, la nostra storia, dall’invenzione delle automobili, alla prima guerra mondiale, fino alla disperata sconfitta di Caporetto e oltre, ci porta nel suo mondo e nel suo grande sogno: realizzare un circuito automobilistico. Ma non uno qualunque, il suo circuito, costruito ripercorrendo attraverso ogni curva, le sue esperienze e ogni linea, i suoi dolori e le sue conoscenze.
“Non sarà una strada fatta per la gente, sarà una pista fatta per correre. Non porterà da nessuna parte, perché porterà a se stessa e sarà fuori dal mondo e fuori da qualsiasi imperfezione. La farò lunga abbastanza da mettere in fila tutta la mia vita, curva dopo curva, tutto ciò che i miei occhi hanno visto e non hanno dimenticato.”
La guerra, attraverso gli occhi umidi dei personaggi, diventa sinonimo di fratellanza, di morte e di paura, e un mezzo con cui gli uomini diventano essi stessi Tempo, senza prima né dopo, perché non ci sono figli né madri. Si sentono maschi, sottratti a qualsiasi responsabilità, e combattere diventa solo una conseguenza quando, non essendoci amanti né mogli, l’uomo si sente di nuovo animale, istinto e puro esserci.
Ultimo non parla quasi mai in prima persona, le sue vicende sono sempre raccontate da altri personaggi, come Elizaveta, la donna da lui amata e l’unica persona a percorrere la pista che rappresenta il suo sogno, la sua vita. Il loro è un amore impossibile, mai consumato, che serba gelosamente nelle ferite invisibili che entrambi si sono lasciati, il poderoso veleno della tragicità proprio di tutti i sentimenti figli della profonda passione e dell’inganno. La storia di Ultimo è la nostra storia. Egli è nato per costruire la sua pista, per guidarci all’interno ed è l’unico modo che ha per ordinare il mondo, per far parte di esso e per portarci tutte le persone che ama. Ognuno di noi è nato per qualcosa e finché non facciamo quello per cui siamo nati, non saremo mai felici, passeremo il nostro tempo ad aspettare o a ricordare. Agli altri sembreremo tristi, ma, in realtà, la gente che aspetta o ricorda è semplicemente lontana.
Ciò che leggiamo nelle righe di questo libro è anche una sottile e velata lezione sui sogni, quasi sussurrata, che sembra ricordarci che il nostro destino combacia con il nostro sogno e i sogni non dovrebbero essere mai smascherati soprattutto quando amiamo qualcuno che ci ama, perché il più grande e illogico sogno siamo noi. E allora cosa stiamo aspettando? Noi per cosa siamo nati? Questa Storia, adesso, chiede anche a voi di essere letta. Tutti noi abbiamo una strada, un cammino da costruire, in cui portare chi vogliamo, senza che mai “nulla andrà perduto, né la curva di un tramonto, né la piega di un sorriso”.
Questa storia
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Ottima recensione,avevo già letto il libro ma con le parole usate da te mi hanno aperto nuovi scenari dinanzi alla bellissima opera del mio autore preferito.
bella recensione, sentita mi piace
Monica