Questi sono i 50. La fine dell’età adulta
- Autore: Guia Soncini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2023
La si aspettava al varco la scrittrice di questo libro, Guia Soncini, di cui avevamo apprezzato le freddure, l’ironia, il sentirsi tra quelle “fortunate”, la capacità di poter intervistare con scioltezza personaggi famosi americani e - lo scrive anche qui - ci ricordiamo di quando in un mese andava anche tre volte negli Stati Uniti, a Los Angeles o a New York, dove anni fa le è capitato di attendere il suo turno dall’estetista seduta accanto all’icona pop Madonna.
Tolti alcuni “birignao”, certe asprezze caratteriali che nuocevano per trovare più lettori, che magari non usano i social dove lei si sa muovere con destrezza, questo libro Questi sono i 50. La fine dell’età adulta (Marsilio, 2023), per chi scrive, è il vero saggio che ci saremmo aspettati da una donna colta, che come riferimenti culturali ha Alberto Arbasino, Camille Paglia, Simone de Beauvoir, Tennessee Williams e molti altri che infatti inserisce nei ringraziamenti.
La domanda che si pone tra queste pagine l’autrice è semplice e, al contempo, complicatissima. Dopo aver letto migliaia di articoli sulla vita che comincia a cinquant’anni, una volta compiuti si chiede: sarà poi vero che è così meraviglioso avere quest’età?
Per certi versi sì, non si deve dimostrare più niente.
Infatti Guia Soncini è consapevole di scrivere benissimo, in caso contrario non la chiamerebbero per tutti quegli articoli o le interviste.
Si concede il lusso di una solitudine scelta: niente figli, spariti i fidanzati o presunti tali, togliere di mezzo gente invidiosa e malmostosa, godere di una notte di sonno, quando capita. Perché poi - e lo scrive proprio con malinconia, senza maschere - ci sono cose che non si possono cambiare, dopo i 50 il sonno diminuisce, se in un momento di follia hai mangiato una frittura di pesce, sarà poi arduo dormire almeno un’ora.
Anche se cambi città devi portarti il cuscino per la cervicale, per non impazzire col mal di testa. Poi non dividere più il letto con nessun uomo è una pacchia, del resto ormai manca il vero motivo per cui bisogna stare insieme, perché il calo del desiderio è vero e scientifico. A cinquant’anni puoi benissimo dire che andrai a una mostra per poi disdire. La scrittrice confessa che sono secoli che non fa più le quattro di notte.
Ormai le amiche hanno già figli adolescenti o, come li chiama lei i "puccettoni", che hanno inutilizzato i genitori che ormai in casa vestono come rapper con la raucedine. È sparita persino la conversazione, il parlare di cose importanti: gli adulti in una stanza e i figli che giocano per conto loro.
Ma non è più possibile, i genitori si sentono in colpa se non stanno con i figli a qualsiasi età, anche se hanno quarant’anni; i film Pixar sono accettati da piccoli e grandi e poi foto a ripetizione con il cellulare in modo compulsivo, malato, che in realtà, spesso è noia.
Chi scrive, pur non provenendo da una famiglia borghese come Soncini, si ricorda di quando venivano a casa nostra amici dei miei genitori. Li si salutava e ognuno stava per conto suo. Se mi azzardavo a entrare nella stanza dei grandi, mia madre mi guardava rabbiosa al punto che dimenticavo il motivo per cui mi ero spinto così oltre. Sempre in riferimento alle famiglie serie di una volta, dove non c’era tuo padre che voleva essere tuo amico, la scrittrice ricorda una casa che comprarono i suoi genitori, totalmente isolata. La televisione non prendeva il segnale, non c’era un bar vicino, niente, tanto che la piccola Soncini tredicenne leggeva Guerra e Pace di Tolstoj, ma non per darsi delle arie, proprio perché stava morendo di noia e non c’era niente da fare.
A un certo punto l’autrice scrive:
Siamo talmente smaniosi d’essere in pari col presente, talmente terrorizzati di perdere il treno della modernità che abbiamo inserito boomer nel nostro linguaggio. Non passa giorno che non legga qualche adulto scusarsi per qualche scemenza che non capisce dicendo in tono che ritiene autoironico "Sapete, io sono boomer". Michele Serra, il più lucido intellettuale italiano vivente ha chiamato una propria rubrica “Ok, boomer.”
Chi è nato in quegli anni lì, tra fine anni Ottanta e inizi degli anni Novanta, già soffriva di nostalgia, che è una componente del genere umano, ma senza gli sdilinquimenti di chi vorrebbe tornare ai vent’anni, che per la Soncini è l’età più scema, dove si fanno solo errori. E per quanto riguarda l’aspetto fisico, soprattutto tra donne c’è il dirsi con una certa convinzione disperata “ah ma sei sempre uguale”, siamo sempre uguali per un tempo il(limitato).
Ma tutto è relativo. Nel primo film Sapore di mare del 1983, si vive sulla sabbia della Versilia del 1964 e tra i ragazzi uno si avvicina ad Adriana Balestra (interpretata da Virna Lisi), dicendo di amarla. Nel film lei si definisce signora, anche se ha quarantatré anni ed è di una bellezza assoluta, eppure ha già figli grandi quanto il giovane. Una cinquantenne oggi invece può sembrare ancora una ragazzina, perché la vita si è allungata, i figli si sposano sempre più tardi, alcuni decidono persino di restare con la madre.
A chi scrive sembra chiaro che a Guia Soncini questi cinquant’anni piacciono molto, perché puoi ordinare una pizza alle dieci di sera, puoi scrivere e pensare, ma soprattutto perché lo smartphone è divenuto il nostro accompagnatore.
Non per questo è contenta di vedere genitori più infantili dei figli, o di come sono diventati apatici tanti, troppi giovani.
Ma l’autrice sembra pacata, serena, scrive benissimo, si arrabbia in modo diverso, più costruttivo.
Almeno per questo libro, i cinquanta anni a Guia Soncini portano bene.
Questi sono i 50. La fine dell'età adulta
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