Racconti
- Autore: Alain Elkann
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2014
“Il racconto si scrive in fretta, tutto di un fiato, in pochi giorni. Nel racconto in qualche modo lo scrittore in prosa è poeta. Il racconto è come la fotografia di un istante, di un sentimento. Con questo libro vorrei difendere il racconto”.
Così si è espresso l’affascinante, valente scrittore e giornalista in una recente intervista. E proprio i suoi racconti, scritti nell’arco di quarant’anni, sono riuniti in questa raccolta dedicata “Ai miei nipoti”, divisi in quattro capitoli.
New York. Masha voleva lasciare ai suoi quattro figli le sue ceneri, nel suo testamento aveva scritto che dovevano essere divise “in quattro identiche urne che aveva fatto realizzare da un artigiano di Firenze” ma aveva cambiato idea e decise diversamente.
Spicchi di un’arancia. Maurice Klein di padre francese e madre italiana, nato a Filadelfia aveva vissuto in Italia e a Parigi e insegnava a Cambridge.
“I suoi gusti erano fermi all’epoca dei suoi nonni. Maurice desiderava vestirsi come suo nonno”.
Una mattina, a Londra, intravide appeso in un angolo di un negozio dell’usato vicino a Notting Hill Gate in cui stava cercando alcuni cucchiai d’argento, “un vecchio abito di Harris tweed blu scuro”. Maurice lo comprò e lo fece aggiustare dal suo sarto di fiducia. Ma non poteva immaginare che stava per innamorarsi e che, causa forza maggiore, quell’amore non l’avrebbe mai goduto.
Vendita all’asta.
“Era la fine di novembre e a Roma pioveva ininterrottamente. Le giornate si erano accorciate e tutta la città era umida, triste in preda a una passiva malinconia. Non sembrava più di stare in una bella città del Sud, protetta dai freddi del Nord, ma in una grande pozzanghera di automobilisti snervati”.
Le due Babe.
“La Baba Emma e la Baba Marcella erano amiche per la pelle fin da quando, ancora giovani e magre, vivevano a Treviso. Ormai anziane stavano a New York da oltre vent’anni ed erano rimaste amiche per la pelle”.
Le due baby sitter zitelle si ritenevano indispensabili rispettivamente per il bambino e l’anziano fino a quando qualcosa sarebbe accaduto. Sarebbe stato compito delle Babe ritrovare il giusto equilibrio.
“Scrivere è sempre stato il mio sogno. La scrittura è la cosa più importante, a parte figli e nipoti. La cosa alla quale sono stato fedele tutta la vita. Scrivere per me è un modo di vivere, è la mia vita. Non credo che saprei vivere senza scrivere”.
Così ha dichiarato Alain Elkann, che possiamo definire cittadino del mondo, il quale con uno stile moderno, elegante e accattivante offre una galleria di personaggi che amano, odiano, soffrono e per questo appaiono umani e più vicini a noi. Non importa se sia New York, Roma oppure Milano, le storie coinvolgono e affascinano, perché i sentimenti e le vicissitudini di questa galleria eterogenea di protagonisti sembrano appartenere al lettore. Comune denominatore di questi romanzi in miniatura è la vita con le sue contraddizioni e gli eventi spesso inspiegabili, dove questi eroi di carta cercano amore e felicità.
Tra i tanti "Racconti" (Bompiani, 2014) colpisce quello dedicato ai nonni paterni di Elkann “a Parigi vivevano all’Hotel George V. Non so perché stessero in albergo, ma era così”. Nel racconto Berthe, Elkann rievoca un mondo seducente e scintillante che non c’è più “quel mondo, ormai, restava solo nei ricordi di un bambino di sette anni” e noi siamo sicuri che il bambino Alain osservava e registrava tutto ciò che lo circondava, già con gli occhi e la mente del futuro scrittore.
“La vita quotidiana m’ispira per scrivere. I miei romanzi, i miei libri sono sempre un po’ come degli spicchi, cioè espressioni vari di ciò che mi colpisce in quel momento e perciò sento il bisogno di parlarne in quel momento”.
Il padre francese
Amazon.it: 12,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Racconti
Lascia il tuo commento