Racconti dall’isola. Anna dai capelli rossi
- Autore: Lucy Maud Montgomery
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Gallucci
- Anno di pubblicazione: 2021
Gallucci editore pubblica per la prima volta in Italia Racconti dall’isola. Anna dai capelli rossi (2021, titolo originale The Blythes Are Quoted, traduzione di Angela Ricci) di Lucy Maud Montgomery (Clifton, 30 novembre 1874 – Toronto, 24 aprile 1942).
Si tratta di una raccolta di 11 racconti e 18 poesie di Anna, le famose poesie che vengono spesso citate nei romanzi della serie ma mai riportate, pubblicati per la prima volta in originali postumi parecchi anni dopo la scomparsa della Montgomery (l’autrice ne aveva consegnato il manoscritto poco prima della morte avvenuta nel 1942).
“In La Valle dell’Arcobaleno e Rilla di Ingleside viene menzionata la poesia Il pifferaio, scritta e pubblicata da Walter Blythe prima che morisse combattendo nella Prima guerra mondiale. Quella poesia non esisteva davvero, ma ho ricevuto molte lettere di persone che desideravano leggerla. Qualche tempo fa l’ho scritta, e mi sembra quasi più appropriata adesso di allora”.
Il volume si apre con queste righe dell’autrice, come da nota della traduttrice e editor Angela Ricci:
“Lucy Montgomery scrive queste righe nel 1942, in piena II Guerra Mondiale”.
La divisione in due parti della raccolta di racconti è stata pensata dall’autrice e quindi, la prima parte, cioè il presente volume, è composta da racconti dedicati a fatti e personaggi precedenti alla I Guerra Mondiale (quindi all’incirca sono contemporanei al sesto e settimo romanzo della serie), mentre la seconda parte, che corrisponderà a un secondo volume, raccoglie racconti dedicati a fatti e personaggi successivi alla Grande Guerra e quindi all’ottavo e ultimo romanzo.
Una perdita di tempo
“Lincoln Burns aveva appeso un cartello al cancello della sua proprietà, che invitava i passanti a prendere e gustare una mela del suo frutteto”.
Bastava questo a farne capire l’indole gentile, diceva Anna Blythe. Tutti inoltre erano d’accordo nel dire che era stato davvero buono con sua madre. Non tutti i figli sarebbero stati così pazienti avendo badato a lei per anni e sbrigato di persona la maggior parte delle faccende di casa, perché nessuna domestica rimaneva mai a lungo. Era difficile sopportare la lingua affilata della vecchia signora. Lincoln invece era sempre stato un tipo gentile. Il Ritardatario, lo chiamavano, perché non arrivava mai in orario da nessuna parte; per esempio aveva l’adorabile abitudine di presentarsi in chiesa quando il sermone era alle ultime battute. Nessuno ricordava di averlo mai visto arrabbiato per qualcosa. Non aveva abbastanza carattere per arrabbiarsi, diceva Susan Baker la simpatica e solerte domestica della famiglia Blythe di Ingleside. E adesso la signora Burns era morta, sorprendendo tutti. Nessuno si aspettava da lei una mossa così definitiva come morire. Per gli ultimi dieci anni era stata appesa tra la vita e la morte, una invalida scontrosa, irragionevole e ansiosa. La gente diceva che il dottor Blythe doveva aver accumulato una fortuna a curarla. Ora che il decesso era avvenuto Mr Burns si sentiva irrimediabilmente solo. Sua madre aveva dato scopo e senso alla sua vita e adesso che non c’era più, lui si sentiva terribilmente perso e alla deriva. Forse una moglie avrebbe riempito il vuoto lasciato dalla genitrice?
Perdonarsi
La signorina Shelley stava andando a Lowbridge per perdonare Lisle Stephens, che trent’anni prima le aveva rubato Ronald Evans. Miss Shelley aveva dovuto sforzarsi molto per prendere quella decisione.
“Aveva lottato contro se stessa notte dopo notte e si era fatta così pallida e smorta che sua nipote aveva consultato di nascosto il dottor Blythe e si era procurata il tonico che lui le aveva consigliato”.
La signorina Shelley però non aveva alcuna intenzione di prenderlo. E continuava ad arrovellarsi. Ma ogni giorno che passava era sempre più costretta ad ammettere la sconfitta. E sapeva che non sarebbe riuscita a guardare in faccia il reverendo Meredith, finché non avesse vinto. Lui viveva su un piano così elevato e spirituale, come diceva la signora Blythe, che gli era molto difficile comprendere vicende come quella del litigio tra lei e Lisle Stephens.
"Bisogna perdonare... non bisogna covare vecchi rancori, e lamentele, e torti subiti" aveva detto, con un’aria da ispirato profeta.
Lisle e Myrtle Shelley erano state amiche per tutta l’infanzia e l’adolescenza. Però Lisle aveva avuto un sacco di corteggiatori, mentre lei, una ragazzina piccola e magra, con i capelli rossi e due grandi occhi azzurri, non ne aveva mai avuto nessuno prima di Ronald Evans. Però, dopo trenta anni, “finalmente era riuscita a perdonare Lisle. Anzi, non solo a perdonarla. Sarebbe andata da lei a dirglielo”.
L’antologia dona ai lettori l’opportunità di tornare ad appassionarsi ai personaggi, anche a quelli minori, delle serie “Anna dai capelli rossi” e scoprire l’incanto delle liriche di Anna.
“A volte, al tramonto, Anna Blythe leggeva ad alta voce qualcuna delle sue poesie agli abitanti di Ingleside, che si sedevano intorno a lei ad ascoltare…”
Racconti dall'isola. Dopo la guerra. Anna dai capelli rossi
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