Radiopirata di Francesco Carofiglio

Aquilana, piccolo paese nell’entroterra lucano, 1981. Tre ragazzi e un prete. Francesco Spera, detto Ciccio, lavora in un negozio di dischi a Foggia. Il suo sogno è quello di diventare disk jokey. Antonio Castaldi, Tonio per gli amici. Secondo anno di ingegneria senza aver sostenuto ancora un esame. Un genio, però, nell’elettronica e un vero mago dei motori. Giovanni Lauria, talento dell’Aquilana calcio e in procinto di passare in un grosso club, corteggiato per la sua bellezza da tutte le ragazze del paese, ma promesso a Teresa. E don Lorenzo, il nuovo parroco, anticonformista, cantante mancato, capace di suonare la chitarra, il pianoforte e la batteria.
Quella di paese è una vita tranquilla che però diventa monotona e piatta, dove tutti vivono in una sorta di torpore esistenziale, scandito da giornate sempre uguali a sé stesse e dai ritmi lenti.

Un giorno a Ciccio viene in mente di creare una radio: diffondere nell’etere una voce libera, viva, che risvegli un’intera comunità addormentata tra le valli.
I ragazzi, grazie all’aiuto di don Lorenzo, si daranno così da fare per mettere su la loro stazione radio, Radiopirata, fino alla fatidica sera di un sabato di inizio estate, in cui andrà in onda la prima trasmissione presentata dal grande e misterioso dj: Lupo Solitario. E Aquilana, finalmente, viene ridestata dal suo atavico letargo.

"Tolse le cuffie.
Le tolse anche Tonio, che era accanto a lui.
Ciccio pulì le lenti e rimise gli occhiali. Nessuno disse nulla, per un po’.
Poi Giovanni gli diede un cinque e Teresa lo abbracciò.
Si sentì svuotato, come se gli avessero tolto un pezzo di vita, succhiato le energie con una cannuccia."

Scorrevole e piacevolissimo, il libro di Francesco Carofiglio, fratello di Gianrico, immerge il lettore nella classica ambientazione di un paesino sperduto nel profondo sud, dove i rapporti umani, il senso dell’amicizia, la disponibilità ad aiutarsi l’uno con l’altro, restano ancora valori assai più profondi e sentiti rispetto all’indifferenza vissuta negli anonimi condomini delle grandi città.
Con Radiopirata, edito da Marsilio nel 2011, rivivono le passioni, le amicizie, gli amori, le gelosie, le speranze e i sogni della generazione di chi agli inizi degli anni Ottanta aveva vent’anni.

Lupo Solitario sgranava parole a raffica, con la voce che saliva e scendeva come un ottovolante. Parlava della bellezza, che le cose ci stanno intorno e ci guardano, e sta a noi saperle interrogare, per alcuni quelle cose sono mute, per altri parlano. Lorenzo sorrise. Quel ragazzo aveva talento, pensò. E il talento è un dono di Dio.