Raffaello Sanzio, pittore straordinario, uno dei migliori interpreti del Rinascimento, nacque ad Urbino il 28 marzo o il 6 aprile del 1483 e morì a Roma il 6 aprile del 1520, all’età di 37 anni. Raffaello e Baldassarre Castiglione si fecero promotori, nel 1519, di una lettera indirizzata al Papa Leone X nel quale il tema centrale era la protezione e conservazione delle testimonianze delle antichità che si trovavano a Roma. Il documento era allegato ad una raccolta di disegni rappresentanti edifici della Roma Imperiale. Da profondo ammiratore della cultura classica, così Raffaello si rivolse al Papa:
"Sono molti, Padre Santissimo, i quali misurando col loro picciolo giudicio le cose grandissime che delli Romani circa l’arme, e della Città di Roma circa il mirabile artificio, ai ricchi ornamenti e alla grandezza degli edifici si scrivono, quelle più presto stimano favolose che vere. Ma altrimenti a me suole avvenire, perché considerando delle reliquie che ancor si leggono delle ruine di Roma la divinità di quegli animi antichi, non intimo fuor di ragione il credere che molte cose a noi paiano impossibili che ad essi erano facilissime. Però, essendo io stato assai studioso di queste antichità e avendo posto non piccola cura in cercarle minutamente e misurarle con diligenza, e, leggendo i buoni autori, confrontare l’opere con le scritture, penso di aver conseguito qualche notizia dell’architettura antica".
Profondo ammiratore delle opere antiche, Raffaello era consapevole di quanto fosse andato perso dell’arte antica:
"Quanti Pontefici, Padre Santissimo, li quali avevano il medesimo officio che ha Vostra Santità, ma non già il medesimo sapere, né il medesimo valore e grandezza d’animo, né quella clemenza che la fa simile a Dio: quanti, dico, Pontefici hanno atteso a ruinare templi antichi, statue, archi e altri edifici gloriosi! Quanti hanno comportato che solamente per pigliar terra pozzolana si sieno scavati dei fondamenti, onde in poco tempo poi gli edifici sono venuti a terra! Quanta calce si è fatta di statue e d’altri ornamenti antichi! che ardirei dire che tutta questa Roma nuova che ora si vede, quanto grande ch’ella si sia, quanto bella, quanto ornata di palagi, chiese e altri edifici che la scopriamo, tutta è fabricata di calce e marmi antichi".
Raffaello mostrò una sensibilità straordinaria per le vestigia dell’antichità e fu un vero antesignano del rispetto della cultura del passato.
I libri su Raffaello Sanzio
A quasi 500 anni dalla sua morte, si segnalano, tra i tanti libri su Raffaello Sanzio:
- per la collana Art&dossier "Raffaello in Vaticano" di Antonio Paolucci
(Giunti Editore, 2013) e "Raffaello" di Claudio Strinati (Giunti Editore, 1995) - "Raffaello segreto. Dal mistero della Fornarina alle stanze vaticane" di Costantino D’Orazio (Sperling & Kupfer, 2015).
- "Raffaello" (Skira, 2010)
- "Raffaello" a cura di Christof Thoenes (Taschen, 2005).
- "Raffaello pittore del segno e del colore" di Claudio Strinati (Erreciemme, 2014).
- Esiste, poi, la "Lettera di Raffaello d’Urbino a papa Leone X" di Baldassarre Castiglione (Edizioni La Biblioteca Digitale).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Raffaello Sanzio: i libri sul pittore rinascimentale morto 500 anni fa
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Anche Scripta Maneant ha pubblicato un bellissimo volume su "Raffaello" di Claudio Strinati. Vi invitiamo a dargli un’occhiata sul nostro sito!
Grazie per la segnalazione! Mi scuso, non voleva e non poteva essere un elenco esaustivo, grazie ancora.