Ragazza nera, ragazza bianca
- Autore: Joyce Carol Oates
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
Stati Uniti d’America, prima metà degli anni Settanta. Nello Schuyler College, una scuola frequentata da ragazze meritevoli di buona famiglia, il razzismo verso le persone di colore è stato del tutto accantonato. I comportamenti razzisti vengono ormai considerati riprovevoli, guardati con schifo e scandalo. Una splendida teoria, che, però, si scontra con la realtà di ogni giorno: qualcuno, per mezzo di gesti offensivi e intimidatori, vuole colpire l’allieva di colore Minette Swift.
Minette può contare solo sull’aiuto della sua compagna di stanza, la bianca Generva Meade, discendente di uno dei fondatori del college e figlia del celebre avvocato Maximilian Meade. Fra Minette e Generva si instaura un rapporto difficile, a tratti altalenante ma più spesso del tutto unilaterale, e a volte vagamente morboso.
Genna (Generva) fa di tutto per essere accettata da Minette, arrivando a prendersi colpe che non ha e a mentire per difenderla, ma la compagna, il più delle volte, la tollera a malapena. Infatti, per tutta risposta alle sue premure, Minette si allontana da lei sempre di più, arrivando a chiedere di essere trasferita in un’altra residenza. Genna si trova nella non facile situazione di gestire questa strana amicizia e, allo stesso tempo, venire a patti con l’allontanamento del proprio padre dalla famiglia e con i segreti che circondano la sua attività di avvocato.
Una storia non nuova quella di “Ragazza nera, ragazza bianca” di Joyce Carol Oates, la storia del rapporto che si instaura fra due persone di colore diverso, che acquista un certo significato più che altro in considerazione del periodo storico nel quale è stata ambientata. Non che al giorno d’oggi certi problemi siano spariti, anzi, ma gli anni Settanta sono stati un periodo di transizione nel quale le spinte reazionarie in contrasto con i cambiamenti della società erano più evidenti che mai, e in questo senso l’esile trama acquista un grande significato.
Se la trama, giustappunto, è esile, decisamente scontate appaiono le psicologie delle due protagoniste. Ci troviamo davanti alla ragazza di colore, Minette, che, come reazione al razzismo che incontra sul suo cammino, si autoconvince che i neri sono migliori dei bianchi, diventando superba e antipatica, ma al subire soprusi e attacchi si chiude, rassegnata, nel suo guscio, mettendosi nelle mani di Dio e della fede, incapace di reagire contro i prepotenti. Dall’altro lato, la ragazza bianca di famiglia progressista, Genna, talmente tesa verso il suo obiettivo di comportarsi in modo giusto ed egualitario verso le minoranze da arrivare a considerarsi inferiore a loro, e a umiliarsi per guadagnare almeno un briciolo della loro considerazione.
Due personaggi che sono l’esagerazione di due stereotipi, ma nei quali, in realtà, non si riscontra un’analisi psicologica molto approfondita. In parallelo, la storia della famiglia hippy e disastrata di Genna, con le vicissitudini di suo padre, poco chiare per lei ma anche per il lettore e che, a ben vedere, distolgono l’attenzione dal tema principale del libro, anche se, in qualche modo, vi sono intrecciate.
In un’atmosfera cupa e statica, il rapporto fra Genna e Minette rimane sospeso su di un filo, tra inseguimento e fuga, e il razzismo strisciante non prende mai una vera e propria fattezza né un nome, ma resta lì, ad aleggiare sulle loro vite come un anatema.
Malgrado il bel tema, la lettura risulta poco coinvolgente, fra domande che restano senza risposta, segreti mai svelati e possibili strade che non vengono percorse.
Ragazza nera ragazza bianca
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