In estate si sa, si legge di più, perché si ha più tempo libero. In città, in vacanza, al mare, in montagna o al lago, un buon libro libera la mente dallo stress accumulato durante l’anno. Un libro ci fa compagnia, ci fa sorridere, sognare e ci porta in luoghi lontani. Può anche portarci indietro nel tempo, nel magico mondo della nostra infanzia, quando tutto sembrava possibile e le storie tratte dalle pagine di un libro aiutavano a crescere e a comprendere che l’infanzia non era facile e dorata per tutti i bambini.
Un esempio di ciò è Remì. Senza famiglia (Gallucci 2021, titolo originale Sans Famille, traduzione di Marina Karam, pp. 256) di Hector Malot (La Bouille, Senna Marittima, 20 Maggio 1830 – Fontenay-sous-Bois, 18 Luglio 1907), che la casa editrice romana ora pubblica in una nuova edizione nella sua Collana Uao.
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Hector Malot, prolifico scrittore francese, pubblicò il suo libro più famoso nel 1878, dal quale vennero tratte svariate versioni televisive e cinematografiche, l’ultima, Remì, nel 2018, diretta da Antoine Blossier, con Daniel Auteil, Virginie Ledoyen, Jacques Perrin e Maleaume Paquin. Inoltre, da questo classico della letteratura per ragazzi, verso la fine degli anni Settanta venne prodotto dalla Nippon Animation un cartone animato intitolato Remì - Le sue avventure. Trasmesso nel 1979 su Ra1 il cartone animato entusiasmò e commosse le giovanissime generazioni di allora. Chi non ricorda la celebre canzone, sigla del cartone animato “Dolce Remì”, cantata da Cristina D’Avena?
“Sono un trovatello. Eppure, fino all’età di otto anni, ho creduto di avere anch’io una mamma come tutti gli altri bambini perché, quando piangevo, una donna mi stringeva al suo petto e mi cullava con tanta tenerezza che le lacrime cessavano di scorrere”.
Sempre allegro nonostante tutto, Remì, è un orfano di dieci anni che va in giro per la Francia con il saltimbanco Vitalis, artista di strada di origine italiana, il fedele cane Capi e la scimmietta Joli-Coeur. Favola dickensiana a lieto fine, solo tra mille difficoltà Remì riuscirà a scoprire le sue vere origini, neonato rapito ancora in fasce per ordine dello zio che voleva diventare l’unico erede delle ricchissime fortune di famiglia. Il maestro di vita di Remì sarebbe stato il suonatore ambulante Vitalis, una delle figure più nobili e belle dell’intera narrazione.
Classico romanzo di formazione che, a fine Ottocento, raccontava la ricerca di identità del piccolo protagonista come una serie di false piste e mentite spoglie, la storia di Remì che impara a cantare unendo tecnica e cuore, grazie al suo mentore, resta sempre attualissima.
“Tornando alla locanda, Vitalis mi fece i complimenti e io, che mi sentivo già attore, ne fui fiero”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Remì. Senza famiglia” di Hector Malot torna in libreria per la gioia dei lettori di ogni età
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