Resoconto. Poesie 2002-2022
- Autore: Giovanni Granatelli
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2023
Giovanni Granatelli è nato a Catania nel 1965, ma vive a Milano da sempre ormai dove lavora nel mondo dell’editoria. Non è facile trovare informazioni sul poeta, dal momento che il libro che contiene poesie inedite e poesie già pubblicate in passato non ha la bandella sulle notizie biografiche di Granatelli. E anche questa nota professionale, ovvero che lavora nel mondo dell’editoria, non ci aiuta.
Inserito nella collana di Monica Romano “Assemblaggi e Sdoppiamenti”, Resoconto comprende vent’anni di poesie (Scalpendi editore, 2023), la maggior parte già pubblicate, alcune inedite.
Una cosa ormai è evidente, che si scrive molto di poesia, la si analizza, ad esempio i supplementi libri dei quotidiani cartacei ne scrivono come mai prima d’ora.
Come se ci fossimo accorti che scrivere di poesia è liberatorio; comprare i libri di poesia, resta invece un grande tabù, perché i lettori, nonostante tutto, pensano che spendere soldi per dei libri di poesia sia inutile. Soprattutto quella contemporanea. Eppure le poesie di Granatelli non hanno punti oscuri, non sono ermetiche, non fanno un uso improprio di figure retoriche, per cui analizzarne lo schema metrico risulta alquanto noioso. Il rischio è scrivere solo delle emozioni che le strofe ti lasciano, andando anche un po’ a braccio.
Ad esempio troviamo questa poesia dal titolo Bisogni in cui i versi sembrano essere un breviario laico di preghiere dimenticate, di chiese disertate. Chi scrive pensa che l’attualità di informazioni, di annunci, di immagini disponibili su Internet siano diventate una sorta di religione altra, che mette insieme ed emargina le religioni rivelate (tranne i precetti del Corano e l’islamismo in generale).
Troppa cenere sulle dita? / Non è nulla di grave/ e di quei graffi/ che ci tengono svegli / abbiamo grande bisogno / come della pelle / di voci in corridoio / dell’ascia per il ghiaccio / che fodera i respiri / e di una lingua / per discernere le leggi / e del tappeto da preghiera / per quanto sconsacrato / che odora di bitume / di polvere e di gomma.
La preghiera tradizionale, per Granatelli, ha perso mordente, è diventata "una cosa" , un tappeto che odora di bitume, colpevole anch’essa di non aver fatto nulla contro l’inquinamento, anche se è una responsabilità limitata (tanto che al secondo verso c’è scritto non è nulla di grave).
Granatelli, come un discepolo di Anna Maria Ortese è a favore delle “piccole creature”, delle bestiole e come la Ortese è preoccupato, perché a parte i gatti e i cani, gli altri animali inquietano, si mangiano tra loro oppure fanno paura, i cani stessi sono i protagonisti principali di alcuni film horror.
Questi versi porosi e "metallici" di Granatelli, che indicano strade ma ironicamente, perché la vita, le vite di milioni di persone che non hanno nulla, nemmeno un tetto sulla testa per ripararsi, prendono la strade di altri paesi dove scoprono comunque che sono superflui e quindi non vogliono sussidi, né tornare nei loro paesi disastrati. Solo un lavoro, anche faticoso, che renda utili i loro corpi, per i loro figli.
C’è questa poesia dal titolo Prima:
Prima che il rancore / si solidifichi / e diventi un materiale / refrattario e inalterabile / vampiro di gesso / dalle dita di fiele, / gramigna di zinco / e si debba incominciare / a obbedire fedelmente / quindi prima - / nel tepore fragilissimo e oscillante dell’alba, / inchiodiamo con il fiato / sospeso sulle ciglia / identici avvisi: / poco dopo il risveglio / contarci i respiri / e le linee delle mani.
La vita per Granatelli è una festa e un grande dolore che non si scioglie mai.
Le stagioni ci danno il senso del tempo che passa e i poeti amoreggiano con le stagioni da secoli.
In questo poesia dal titolo Visuale l’autunno arriva comunque:
Il teatro delle foglie / recita novembre. / Oltre le inferriate / gli strenui allenamenti / sui campi artificiali / squadrati di promesse. /Ho piegato l’attenzione/ come vetro incandescente: / riuscire ad accordare / gli scatti dentro gli occhi / al momento in cui si accendono i bianchi riflettori. / La sostanza del discorso/ riguarda le ragioni / che fronteggiano il cadere / a capofitto nell’autunno.
A mio parere, alcune poesie inedite sono migliori di quelle già pubblicate, come se il poeta non dovesse tener conto di nessuno, come se non gli importasse più essere compreso o giudicato, sempre se il poeta voglia questo dal pubblico - e non è detto.
Tra le inedite c’è questa, dal titolo Carico:
Sul fondale dei platani / fioriture sgargianti / che ammiccano invano. / Trascini il tuo carico / di buio e metallo / nel paesaggio vetrificato/ in cui non accade più nulla / - si proietta lo stesso / inceppato spettacolo. / È ancora possibile/ col poco che abbiamo / realizzare un ostacolo? / Sbarrarti la strada / con estrosa dolcezza? / Parola dopo parola / attendere il suono / di un passo diverso.
Mi sembra che sia un componimento di grande musicalità, dove ognuno può spostare le parole, dare loro un senso soggettivo e poi rimetterle a posto, oppure leggere un’altra poesia.
Resoconto. Poesie 2002-2022
Amazon.it: 14,25 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Resoconto. Poesie 2002-2022
Lascia il tuo commento