Resta con me
- Autore: Elizabeth Strout
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2010
Dopo aver letto ed amato moltissimo “Olive Kitteridge”di Elizabeth Strout, non potevo che rimanere leggermente delusa da questo atteso secondo romanzo, incentrato sulla figura di un giovane ministro del culto della chiesa Congregazionalista, in una minuscola e provinciale cittadina del Maine, alla fine degli anni ’50. Ambienti, personaggi, luoghi, sentimenti, rapporti sono descritti con la consueta abilità di scrittura e di analisi da parte della Strout, ma la storia risulta un po’ debole e non riesce a decollare davvero.
Tyler Caskey è un giovane pastore, bello, credente e pieno di entusiasmo, figlio di Margaret, vedova imperiosa e autoritaria; è rimasto vedovo precocemente della bella e superficiale Lauren, morta di cancro dopo aver avuto due bambine; la piccolissima Jeannie è stata affidata alla nonna paterna, Katherine, di cinque anni, vive con il padre in una desolata e fredda fattoria lontana dal centro abitato. La bambina , privata della madre a affidata ad un padre distratto e ad una domestica che non riesce ad accettare, rivela presto turbe e disturbi della personalità che suscitano allarme nella scuola e nella piccola comunità dei fedeli. La maesrta di Katherine, la psicologa fresca di idee freudiane poco digerite, la catechista, le altre donne che gravitano intorno al ministro cominciano ad operare un pressing psicologico sul giovane uomo che precipita in una crisi di vocazione e di identità: non si sente più all’altezza del suo ministero e ricorre al suo vecchio professore di teologia per un aiuto sulle scelte da compiere. La presenza ossessionante della madre che vorrebbe imporgli una nuova moglie più adeguata al ruolo, e che pretende di occuparsi delle due nipoti sottraendole definitivamente al padre; l’arresto della domestica Connie, l’unica persona con cui il pastore intuiva di poter intrattenere un rapporto sincero di scambio e di partecipazione, finiscono per scatenare in Tyler una vera crisi di nervi che si manifesterà drammaticamente in chiesa, davanti a tutta la comunità delle anime a lui affidate, e che si risolverà in una crisi di pianto senza freni, senza possibilità di essere arrestata: solo Austin, un uomo che gli si era mostrato aggressivamente ostile, riuscirà ad aiutarlo. Da quel momento potrà iniziare per il ministro una nuova vita comr religioso e come uomo: riuscirà ad imporsi alla madre, riprenderà con sé ambedue le bambine, ricucendo con la maggiore un vero rapporto affettivo, e finalmente i suoi fedeli accoglieranno con rinnovato affetto un Tyler ricomposto nella sua personalità. Interessante il rapporto tra comunità dei credenti e ministro, che la Strout descrive dettagliatamente: rapporti economici, familiari, personali, tutto viene scandagliato e analizzato, raccontandoci molto delle comunità religiose del New England, direttamente discendenti dai Padri Pellegrini, e tanto diverse dalle comunità di fede cattolica.
Romanzo molto interessante dal punto di vista sociologico, ma privo del fascino poetico del bellissimo e fortunato “Olive Kitteridge”.
Resta con me
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