Rex tremendae maiestatis di Valerio Evangelisti

"Rex tremendae maiestatis" (Mondadori, 2010) è l’ultimo romanzo de "Il Ciclo di Eymerich", la saga di Valerio Evangelisti.

L’inquisitore d’Aragona Eymerich comincia ad essere vecchio, sente il peso della sua età. Con sua materialità fisica, soprattutto con le sue fragilità, ha avuto sempre un rapporto difficile.
Questa volta è alla ricerca di un eretico della peggiore specie: Ramón de Tárrega.
Un mefisto, diabolico frate, il quale trova il sistema per sfuggire alla sua giusta punizione nascondendosi nel posto più improbabile.
Per cercarlo e sconfiggerlo Eymerich parte dalla Spagna per raggiungere la Sicilia e poi Napoli.
Come sempre la scrittura di Evangelisti è dura e fisica, come il caldo afoso dell’isola, per poi diventare misteriosa e oscura come le apparizioni straordinarie svolazzanti sui cieli.
La storia ha sempre un suo vincitore: Eymerich.
Il suo personaggio, nonostante le ammaccature fisiche, è veramente divino: crea e distrugge l’eresia con una volontà esemplare, servendosi del potere della sua personalità.
Questa volta Evangelisti avanza di un passo, anzi indietreggia, narrandoci la sua infanzia. Lo scrittore vuole divertirsi, psicanalizzando il frate domenicano: entra nelle sue paure giovanili, nel suo carattere schivo e chiuso, nella sua volontà a rinchiudersi in una cantina. Il giovane Eymerich imparerà ad affrontare i suoi nemici, trasformandosi in un crudele carnefice.
Come nei precedenti romanzi, l’avventura avviene su tre piani: Eymerich e il suo tempo, l’infanzia del frate e un futuro indecifrabile.
In questo futuro gli stessi personaggi vivono e combattono i medesimi nemici.
Sarà per la scoperta della genitorialità, ma Eymerich appare perfino più umano in questo romanzo. Alcuni fugaci desideri femminili lo rendono ancor più indescrivibile.

L’appello è per lo scrittore: non chiudere la saga, Eymerich deve tornare.