Richard Bachman sarebbe nato a New York e avrebbe servito per un periodo di quattro anni nella Guardia Costiera, per poi passare dieci anni nella Marina Mercantile. Stabilitosi in seguito nella zona rurale del New Hampshire, avrebbe gestito un caseificio di medie dimensioni, scrivendo di notte.
Altri "fatti" sull’autore furono rivelati nei dispacci pubblicitari dei suoi editori: l’uomo, sposato, avrebbe avuto un figlio maschio, morto in uno sfortunato incidente all’età di sei anni, cadendo e annegando in un pozzo. Nel 1982 gli sarebbe stato diagnosticato un tumore al cervello, rimosso a seguito di un delicato intervento chirurgico. Tutto falso: l’uomo in questione non è mai esistito, era solo un’invenzione di Stephen King.
Il legame tra lo scrittore del Maine e il suo collega “ombra” è stato scoperto dopo che Steve Brown, un impiegato di libreria di Washington, notò somiglianze tra gli stili di scrittura di King e Bachman. Dopo varie ricerche Brown trovò presso la Library of Congress un documento che nominava King come l’autore di uno dei romanzi di Bachman. Scrisse quindi agli editori del re dell’horror allegando una copia dei documenti che aveva scoperto; un paio di settimane dopo, lo stesso Stephen King telefonò personalmente al commesso e gli suggerì di scrivere un articolo su come aveva scoperto la verità, promettendogli un’intervista esclusiva. Al momento dell’annuncio, nel 1985, King stava lavorando a Misery che aveva programmato di pubblicare come libro di Bachman.
Perché scrivere sotto pseudonimo?
Ma perché firmare alcuni dei propri lavori usando un’identità fittizia? Lasciamo la parola allo stesso King in Perché ero Bachman:
“Nel 1968 o ’69, nel corso di un’intervista, Paul McCartney se ne venne fuori con una fantasticheria un po’ bizzarra e malinconica. Disse che i Beatles avevano discusso il progetto di esibirsi in pubblico nei locali sotto il nome di Randy e i Rockets. Si sarebbero travestiti e mascherati, disse, perché nessuno potesse riconoscerli, poi si sarebbero scatenati come facevano ai bei vecchi tempi.
Quando gli fu fatto notare che sarebbero stati riconosciuti dalle voci, Paul rimase dapprima sorpreso... E poi un po’ sgomento.”
E ancora:
“Credo di averlo fatto per raffreddare un po’ l’atmosfera, per fare qualcosa nelle vesti di qualcuno che non fosse Stephen King. Credo che tutti i romanzieri siano incorreggibili mistificatori, ed è stato divertente essere qualcun altro per un po’, nel mio caso Richard Bachman.”
Insomma, pare che il buon Stephen volesse verificare se la sua fortuna editoriale fosse solo (appunto) fortuna, o se potesse replicare il suo straordinario successo usando un altro nome. Si è dovuto accontentare di una risposta parziale: i libri a firma di Bachman vendicchiavano benino, ma certo non quanto quelli “ufficiali”, e proprio quando il romanzo L’occhio del male stava per raggiungere le 30’000 copie vendute (una cifra mai raggiunta dai libri di Bachman) un certo commesso ha fatto saltare l’intera l’operazione.
I romanzi di Richard Bachman
Stephen King pubblicò per la prima volta nascondendosi dietro lo pseudonimo di Richard Bachman nel 1977, con il thriller Ossessione. In seguito, sotto lo stesso nome, sono usciti La lunga marcia (1979), Uscita per l’inferno (1981), L’uomo in fuga (1982), L’occhio del male (1984), I vendicatori (1996) e Blaze (2007). Gli ultimi due romanzi sono stati pubblicati quando dell’affaire Bachman si sapeva già tutto: evidentemente anche dopo quanto successo, King non riusciva proprio a fare a meno del suo gemello mai nato, di cui ama dire che, sopravvissuto a un tumore al cervello, è morto infine di una malattia assai più rara: cancro dello pseudonimo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Richard Bachman: chi è la “metà oscura” di Stephen King
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