Nessuno di noi, il 1° maggio dell’anno scorso, avrebbe mai immaginato che un anno dopo saremmo stati costretti a trascorrere la tradizionale festa internazionale del lavoro (o dei lavoratori) all’interno delle nostre abitazioni, osservando il sole da dietro ai vetri delle finestre o dal terrazzo a causa dell’emergenza Coronavirus.
Niente “Concertone” del 1° maggio, che ogni anno dal 1990, sul tradizionale palco di piazza San Giovanni a Roma, richiama centinaia di migliaia di spettatori.
Per sopperire, il prossimo 1° maggio, a partire dalla prima serata, Rai3 ospiterà una serie di live show all’interno di un evento promosso da CGIL, CISL e UIL e battezzato Il lavoro in Sicurezza: per Costruire il Futuro. I live sono realizzati appositamente per l’occasione dagli artisti in origine reclutati per l’edizione 2020 della maratona musicale. Ai set, registrati tra l’Auditorium Parco della Musica di Roma e altre location, si alterneranno gli interventi in diretta dei vari ospiti.
Niente gita fuori porta, per non parlare di una corsa salutare sulla spiaggia; nessuna passeggiata in uno dei tanti parchi delle nostre città, i cui cancelli da più di un mese sono melanconicamente chiusi con un nastro giallo o variopinto.
Festeggiare con un libro
Forse c’è un altro modo per celebrare questa festa, meno materiale e più cerebrale: scegliere un libro dalle nostre librerie che sia in sintonia con quell’episodio avvenuto a Chicago, negli Usa, il 1° maggio del 1886, quando era stato indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti con il quale gli operai rivendicavano migliori e più umane condizioni di lavoro. Episodio che ha ispirato la data nella quale si celebra appunto la festa del 1° maggio.
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Archibald Joseph Cronin, noto come A.J. Cronin (Cardross, 19 luglio 1896 – Montreux, 6 gennaio 1981), scrittore e medico scozzese, pubblicò il suo romanzo più famoso E le stelle stanno a guardare (Bompiani 2001, titolo originale The Stars Look Down, traduzione di Carlo Coardi) nel 1935.
Fondamentale per la stesura della trama del romanzo fu l’esperienza maturata dall’autore come ispettore medico minerario nel Galles degli Anni Venti del XX Secolo. L’indimenticabile epopea delle miniere del Galles, dove i minatori lavoravano duramente, sottopagati e in condizioni critiche e pericolose, sfruttati dai padroni, viene esaltata dall’umanesimo di Cronin, che racconta con straordinaria empatia le vicissitudini di alcuni personaggi.
La vicenda, ambientata a Sleescale, vicino a Newcastle, immaginaria cittadina mineraria sulla costa del Northumberland, si snoda tra la Prima guerra mondiale e gli anni Trenta. Tre uomini molto diversi tra loro, il figlio di un minatore, che studia per poter migliorare le condizioni dei lavoratori, un minatore che diviene un uomo d’affari e il figlio del padrone della miniera che entra in conflitto con il padre autoritario, si muovono sullo sfondo delle miniere del Galles, dove albergano conflitti atavici, sociali, sentimentali e civili.
E le stelle stanno a guardare l’eterna lotta dei protagonisti che cercano giustizia e libertà combattendo con tutta l’anima lo sfruttamento esercitato dagli avidi padroni e dove la miniera Nettuno appare come perfetto simbolo della vita della classe operaia nel Nord dell’Inghilterra.
Il romanzo rese celebre l’autore, che aveva da poco abbandonato la carriera medica per abbracciare la vocazione di scrittore. Ma la passione per la medicina e per la professione medica di Cronin si sarebbe imposta nella stesura de La cittadella (The Citadel, 1937), romanzo incentrato sulla figura di un giovane e idealista medico scozzese, Andrew Manson, che trova il primo impiego in una cittadina mineraria in una valle del Galles del Sud. Da citare la miniserie televisiva del 1964 tratta dal volume, regia di Anton Giulio Majano, con protagonista un bravissimo e affascinante Alberto Lupo.
La dedizione di Manson ricorda quella degli eroi civili di questi giorni, quei medici e infermieri che si prodigano quotidianamente nelle terapie intensive degli ospedali del nostro Paese cercando con tenacia di salvare i pazienti ammalati di Coronavirus.
Ricordiamo infine che dal romanzo E le stelle stanno a guardare venne tratto nel 1971 l’omonimo sceneggiato diretto da Anton Giulio Majano e trasmesso sul Programma Nazionale della Rai.
“Era ancora scuro quando Maria si svegliò, e il freddo era crudo”.
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