Riserva di caccia di Jackie Collins

Hollywood, terra di sfarzo e luci abbaglianti, ma anche di sangue, violenza e cattiveria.
Tutto è possibile, si dice.
Certo, soprattutto se le azioni illecite sono le benvenute. Sesso per ruoli in film, matrimoni per una copertina qualunque, contratti firmati col sangue per quei pochi dollari da spendere per mangiare…
L’amore puro? Esiste, certo, però fatica davvero a giungere a destinazione, perdendosi in questo dedalo di vizio e perversione, in cui l’unico modo per vincere è vincere e basta, usando qualsiasi mezzo possibile, magari inventandoselo.
Volete giocare stando alle regole, senza macchiare il vostro vestito di sangue o altro? Volete vincere pulito?
Allora il gioco sarà davvero difficile, per voi.
Jackie Collins, regina incontrastata dei romanzi che parlano del jet-set americano.
“Riserva di caccia” (Bompiani, 1990) è un tornado di emozioni che non potrà che sconvolgervi la mente e il cuore, destini incrociati di persone ignare (o forse no) di ciò che sta per accadere.
Ogni volta che leggo un suo libro mi chiedo come potrà mai stupirmi con il suo lavoro successivo, e ogni volta la mia mente fa conoscenza con qualcosa di nuovo.
Scoprire emozioni che non sapevamo nemmeno esistessero è meraviglioso, e Jackie è maestra, in questo genere di cose.
Da leggere con un cocktail in mano, dal gusto dolce e un po’ amaro.