Ritratti d’artista
- Autore: Susan Vreeland
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2005
Susan Vreeland in “Ritratti d’artista” compone una raccolta di racconti offrendoci scorci della vita di artisti impressionisti e post impressionisti. Si tratta di un modo singolare per avvicinare il lettore al mondo dell’arte: conoscere i pittori attraverso lo sguardo di chi li ha incontrati nella loro quotidianità. S
Si tratta di amanti, figli, mogli o chi anche solo per pochi istanti ha avuto contatto con gli artisti nel proprio percorso di vita e in qualche modo contribuito alla creazione della grande storia dell’arte. Anche la stessa Susan Vreeland sembra volerci regalare piccole pennellate di parole e, a tratti, più che ad una lettura sembra di essere di fronte ad una tela:
“Lo Chateau de Rottembourg a Montegeron, il posto più bello del mondo. Prima di mio padre, poi mio, di Ernest mai. Trenta stanze. Una sala della musica tappezzata di velluto malva con un pianoforte da concerto. Una sala da ballo. Il giardino con i glicini. Il parco e lo stagno. Gli studi all’esterno per gli artisti in visita. La linea ferroviaria privata da Parigi. Tutto era perduto”.
e ancora:
“Niente dà più allegria di una calla. Disse mentre dipingevamo. Cresce alta e aggraziata proprio come te e poi un bel giorno si apre al mondo”.
Susan Vreeland, come un pittore, tenta di fermare il tempo al cospetto di attimi fugaci ma densi di significato:
“Ma ti avverto, potrebbe essere impossibile quanto fermare il tempo. Ed è proprio quello che fa il pittore”.
Tramite le parole di Susan Vreeland si può afferrare l’amore insolubile che nutrivano gli impressionisti per quei dettagli all’apparenza insignificanti ma complici nel costruire uno stile intramontabile:
“Talvolta le cose futili hanno una enorme importanza”.
Si coglie la necessità per gli artisti di perseguire soltanto la devozione ai propri ideali:
“Dopo un po’, se un uomo non ricava gioia dal proprio lavoro, perde qualcosa, che sia gusto, estetica o integrità. Ecco cosa produce la bruttezza”.
I primi otto racconti della raccolta “Ritratti d’artista” narrano stralci di vita, stati d’animo e ispirazioni che hanno indotto i pittori a produrre grandi tele. Troviamo Renoir, che vuole immortalare la figlioletta Mimì in un giardino rigoglioso, incontriamo Monet e la sua devota amante Alice Hoschedè. Di Manet invece sentiremo la voce della moglie vedova, Suzanne Manet, che rievocherà il marito ripercorrendo le sue tele che ritraggono le numerose amanti e attribuendo malvagi titoli.
La visione d’insieme della raccolta di racconti “Ritratti d’artista” non pretende di essere esaustiva rispetto alle biografie degli artisti bensì di stimolare il lettore ad approfondirne la vita e le opere. È un po’ come osservarne vite dal buco della serratura nell’attesa di aprire del tutto la porta.
La seconda parte della raccolta invece racconta l’arte tramite documenti ed è sicuramente meno avvincente. “Ritratti d’artista” non è sicuramente il libro più bello di Susan Vreeland tuttavia, come di fronte ad un quadro, a qualcuno piacerà e altri lascerà un po’ perplessi.
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