Riverdale. Fuga dalla città
- Autore: Micol Ostow
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2019
Riverdale. Fuga dalla città (Mondadori, 2019, trad. A. Casarini) è il secondo appuntamento con la serie di romanzi scritta dalla brillante Micol Ostow. Ritroviamo gli amati personaggi della famosa serie omonima targata CW e dei fumetti dell’universo Archie Comics.
“Per un attimo nessuno parlò. La disamina scherzosa di Jughead ci era un po’ troppo familiare. Io restavo della mia idea: non avevamo bisogno di paragonare la nostra situazione a un film horror, perché era già abbastanza orribile.”
Ed è proprio una situazione difficoltosa che il quartetto si trova ad affrontare: Archie è stato incastrato da Hiram Lodge, padre della sua fidanzata Veronica. L’accusa? Omicidio. Tutti sono in cerca delle prove che possano aiutare Archie a dimostrare la sua innocenza, ma Hiram è un villain coi fiocchi. In fondo, gestire un impero richiede una mente brillante e papà Lodge non fa eccezione. Peccato che il concetto di etica non faccia parte del suo dizionario.
“Non avevo paura del buio, non l’avevo mai avuta neanche da bambino. Ma al mondo c’erano così tante altre cose da temere, e tutti noi l’avevamo scoperto sulla nostra pelle.”
Paura del futuro, di chi ci è accanto, di non farcela, di noi stessi e di non essere abbastanza. Sono questi e molti altri i timori che vengono affrontati da Ostow e di cui si fanno portatori i diversi personaggi. Betty si trova a fare i conti con la seconda identità del papà e il timore che la somiglianza tra loro non si limiti agli occhi verdi. Ronnie è un uragano che, implacabile, mira a un solo obiettivo: annientare papà Lodge e aiutare l’amato Archie. Ed è proprio quest’ultimo a non credere nella possibilità di provare la sua innocenza. Come dargli torto quando tutto sembra remare contro?
“Il fatto che laggiù ci fosse qualcuno che cercava di aiutarci, di farci trovare anche solo un minimo appiglio nel nome della giustizia, era già un miracolo di per sé. Non potevamo aspettarci niente di più. Non potevamo permetterci di aver speranza. Eppure in qualche modo l’avevamo fatto. Avevamo continuato a sperare contro ogni probabilità.”
Nel momento in cui il quartetto sembra avere tutto contro, anche riconoscere una mano tesa sembra richiedere uno sforzo eccessivo. Impossibile dar loro torto: in una città in cui il tuo vicino o, addirittura, tuo padre si rivela essere il mostro nascosto nell’armadio… Beh, sembra logico iniziare a dubitare anche di se stessi.
“La speranza è l’ultima a morire. Si dice così, del resto. Ma per ora la nostra speranza era andata in fiamme, e con essa la possibilità di rinascere come una fenice dorata. Ci restava soltanto il fuoco inesorabile degli ultimi giorni d’estate, un percorso incandescente che portava dritto al Labor Day, dritto all’aula del tribunale…”
E con questa nota agrodolce si conclude il secondo romanzo di Micol Ostow. I sentimenti più umani indirizzano i protagonisti a seguire la fioca luce in fondo al tunnel e, anche quando questa sembra sparire di colpo, a trovare il coraggio di andare avanti. E con il sostegno dei propri amici, anche lo scenario più temibile assume nuove sfumature.
In fuga dalla città. Riverdale
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