Riverdale. L’albero dei delitti
- Autore: Micol Ostow
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2020
Riverdale. L’albero dei delitti (Mondadori, 2020, trad. A. Di Meo) è il terzo romanzo con cui Micol Ostow torna alla ribalta in grande stile. Questo volume è diverso dai due precedenti. Il ritmo lento che caratterizza la trama concede lo spazio necessario a tutti i personaggi e in particolare a quelli che si possono considerare come personaggi di contorno. La caratterizzazione tuttavia non sembra spiccare. Ostow sembra, infatti, voler dare risalto a quello che è uno dei tanti oscuri segreti della cittadina.
“Ma quella speranza non si limitava a noi quattro, perché tutti gli studenti della Riverdale High aspiravano alla normalità, oltre che a una pausa dalla realtà quotidiana: genitori che tradivano i figli, li ripudiavano, li facevano rinchiudere in un istituto, li abbandonavano… o li deludevano, ancora una volta. Gli insegnanti e gli adulti che avrebbero dovuto proteggerli talvolta si rivelavano i predatori più pericolosi in assoluto. Noi ragazzi volevamo dimenticare che il male era un mostro a più teste, e che il concetto di gioia era più sfuggente persino delle origini di quell’essere mitologico. Gioia, sicurezza, tranquillità: sapevamo che non ne avremmo goduto, mai. Il passato e il presente della nostra città erano indissolubilmente intrappolati in una ragnatela che non ci avrebbe concesso un attimo di tregua.”
Le vicende del quartetto e dei compagni della Riverdale High riprendono dopo una serie di avvenimenti il cui duro impatto nelle vite dei ragazzi è ancora palpabile. Dall’omicidio di Jason Blossom a Black Hood, passando per Grifoni e gargooyl e concludendo con la Fattoria. Per Riverdale e i suoi abitanti sembra che non ci sia pace. Ed è proprio ciò a cui tutta la città, e in particolare i più giovani, sembrano aspirare. La noia e tranquillità sembrano, tuttavia, essere ben lontane.
“«La verità, però, è questa: Riverdale, per quanto oscura e deviata, sta prosperando.»
«Prosperando?» ripeté Jughead scuotendo la testa. «Fizzle Rocks. Crisi epilettiche. Giochi inquietanti dalle conseguenze fatali.»
Mia madre alzò le mani. «Quello che voglio dire è che Riverdale è fatta così, da sempre. Marcio e rovine, ecco il lascito della nostra città… E i nostri concittadini ci sguazzano. Perché togliere loro questo piacere?» Sorrise di nuovo, pensierosa. «Perché opporsi, nuotare controcorrente?»
«Forse dal tuo punto di vista non ha senso farlo» disse Betty, infastidita quanto me da quelle parole. «Ma io ho ancora fiducia in questa città. Ho fiducia nel fatto che i suoi abitanti vogliano renderla migliore.»”
Con questo breve dialogo e parole semplici, Micol Ostow riesce a raggiungere dritta al cuore dei lettori e a evidenziare la spaccatura tra due generazioni. Se gli adulti sembrano essersi arresi al marchio oscuro che fin dalla nascita accompagna Riverdale, i ragazzi sono pronti a combatterlo con forza. Uno specchio della realtà quotidiana, dei giovani che sono pronti a combattere per i propri ideali e che cercano di aprire gli occhi su vecchi problemi e nuove soluzioni. Un sottolineare come una generazione spesso bistrattata e tacciata con epiteti poco lusinghieri sia composta da persone attive e attente alla realtà e ai suoi possibili sviluppi. Che il futuro possa volgere verso prospettive più rosee? Lo si spera, anche se si parla di Riverdale.
L'albero dei delitti. Riverdale
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Riverdale. L’albero dei delitti
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