Rock Bazar. 575 storie rock
- Autore: Massimo Cotto
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Ho sempre nutrito il leggero sospetto che la vita da rockstar sia una gran bella vita. Dopo aver letto “Rock Bazar” (Massimo Cotto, VOLOlibero, 2014) so “esattamente” cosa mi sono perso il giorno in cui ho mollato la chitarra per i libri. Certo che va tenuto conto anche del gap: alle nostre latitudini te lo sogni il campionario di bizzarrie da primadonna che possono permettersi di là dell’oceano. Volete mettere un Morgan qualunque con i dannati veri stile Jim Morrison o Kurt Cobain? A pagina 35/36 di questo “Bazar” trovate una sintesi dei tic all’altezza della fama rock:
“Le richieste delle rockstar sono spesso assurde e i promoter sono costretti a faticare le proverbiali sette camice per assecondarle (…)
Come potrà mai Elton John usare 74 asciugamani? Cosa se ne faranno i Red Hot Chili Peppers di tutta quella biancheria intima? Per quale ragione Mariah Carey deve avere nei bagni carta igienica di color rosa e Barbra Streisand petali rosa sparsi ovunque? (…) I Beastie Boys pretendevano preservativi colorati, Prince un pacchetto di iniezioni di Vitamina b12 pronte all’uso, i Van Halen negli anni Ottanta volevano i cioccolatini colorati M&M ma non quelli marroni. Madonna pretende ancora oggi che le tavolette igieniche dei sanitari siano nuove e confezionate”. Come sempre pensare in grande fa la differenza: vale anche per le fobie.
Per i più curiosi, l’elenco psicopatologico delle rock-star si trova a pagina 314. Mi appunto le più insolite:
“Kylie Minogue ha il terrore di appendere gli abiti negli armadi perché è impaurita dal rumore che fanno gli appendiabiti (!) Kanye West odia i telefoni (…) Più rara è la fobia che colpisce Diddy. Si chiama Coulrofobia ed è la paura dei clown, dei pagliacci (…) Brandon Flowers dei Fillers ha paura del numero 621, che è la sua data di nascita (21 giugno, quindi 6.21 perché gli americani si sa che prima mettono il mese e poi il giorno). Quando era ragazzo, giocando a entrare in contatto con gli spiriti trapassati, gli è stato predetto che quello è il giorno in cui morirà.”
Siete ancora a bocca aperta? Vi giuro che mi sono fermato agli antipasti: “Rock Bazar” è un volumone ipertrofico, zeppo di stranezze così (e persino peggiori), a fare il paio con aneddoti relativi a più canoniche coordinate sex & drug.
Da coloratissimo ed enciclopedico scrittore di cose musicale qual è, Cotto ce le somministra senza alcuna rotta maestra, per liberissime combinazioni, confezionando una sorta di “Pleased to meet you” (VOLOlibero) numero due: spigolature rock a cavallo tra cronaca e leggenda, storia e mitomania, sulla scorta (anche) del programma omonimo (al libro) condotto per Virgin Radio. Ben 575 fulminanti racconti musicali sotto l’egida della trasgressione, a volte della dipendenza, a volte della vera e propria follia.
Ancora: Bob Dylan che canta (si fa per dire) ciucco come Vasco Rossi nemmeno se lo sogna (beh, insomma), Ozzy che sniffa formiche, Warhol che implora in ginocchio Re Lucertola (Morrison) di accoppiarsi in sua presenza, l’elettroshock di Lou Reed, la “pioggia dorata” di David Lee Roth. Senza entrare ulteriormente nei dettagli, in questo libro c’è solo di che scegliere perché la galleria dei dannati del rock è al gran completo.
Per gli amanti del gossip-rock raccontato come Guerra e Pace un volume imperdibile. Per il sottoscritto la speranza che Cotto si decida a scrivere (prima o poi) qualcosa di simile sui cantautori italiani: ma ve lo immaginate voi Franco Battiato alle prese con le groupie più assatanate?
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