Rock therapy
- Autore: Massimo Cotto
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2017
Massimo Cotto non è terrestre. Nel senso che scrive da dio: gli dicessero di buttare giù una manciata di cartelle sulla lista della spesa, saprebbe fare suonare & cantare anche quelle. E se scrivo suonare e cantare non lo scrivo per caso: Massimo Cotto ha scelto di scrivere di musica (o è stato scelto dalla musica? Di sicuro non gli è toccato) e lo fa da scrittore vero. Lo fa srotolando parole come le farebbe srotolare un giornalista musicale americano (uno bravo), come in Italia – puah!, - nessuno mai. Badate che non dico per dire: Massimo Cotto è l’unico giornalista musicale italiano capace di scrivere così. L’unico che riesce a tenermi incollato alla pagina, nonostante scriva spesso di autori di stazza internazionale (autori che peraltro ha conosciuto e conosce di persona), quando anche i muri ormai sanno che io ascolto soltanto i dischi dei cantautori italiani che furono.
Ho letto un bel po’ di libri di Massimo Cotto: in questo suo nuovo “Rock Therapy” (Marsilio, 2017) ci sono finito dentro senza scampo. Come al solito. E dire che a prima vista mi sembrava un divertissement. Sapete uno di quei libri modaioli su come salvarsi la vita coi libri, coi film, o col magico potere del riordino? Insomma pensavo si trattasse di una cosa così. A mio rischio e pericolo ho cominciato a leggerne l’introduzione (non si dovrebbero mai leggere le introduzioni dei libri di Massimo Cotto. È così che ti frega, Cotto ti frega a cominciare da lì) e sono andato avanti per un altro po’. E un altro po’. E un altro po’. Ho fatto insomma, quasi senza accorgermi, una tirata di oltre 150 pagine (il libro ne consta quasi 500 ed è un libro da consultare, una specie di prontuario clinico-musicale), transitando di stazione in stazione e di porta in porta (per dirla alla Fossati) e di aneddoto in aneddoto e di nota in nota e di canzone in canzone. Canzoni buone se non a salvarsi la vita, quanto meno a dargli senso e migliorarla un casino. I titoli non ve li faccio: pensatene uno a caso fra quelli che più contano nel pop-rock e ce lo troverete. Potete giurarci che ce lo troverete, in questa o in quella pagina. Prescritto in terapia con diversi zuccherini di supporto - zuccherini à la Cotto - per indorare la pillola già dorata di suo.
“Rimedi in forma di canzone per ogni malanno e situazione”
motteggia il sottotitolo. A un monomaniaco della canzone d’autore, per esempio, sono riusciti a insinuargli diverse curiosità e sorrisi non di circostanza. Veicolati - di nuovo - dalla capacità di scrittura di Massimo Cotto. Quella scrittura colorata che fa sì che “Rock Therapy” possa anche leggersi come un romanzo.
Rock therapy. Rimedi in forma di canzone per ogni malanno o situazione
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