Rol mi parla ancora
- Autore: Maria Luisa Giordano
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Sonzogno
"E se diranno che siamo sognatori non importa; solo i sognatori possiedono l’intuizione totale".
Sono queste le parole di Gustavo Rol poste in esergo da Maria Luisa Giordano al suo libro splendido Rol mi parla ancora (Sonzogno, 1999, pp. 191). È un ricordo intenso, affettuoso e strabiliante; contiene fatti e fenomeni che sono veri e propri miracoli di cui l’autrice è stata testimone. Emerge un maestro illuminato, uno dei più grandi, conosciuto prima quale amico di famiglia (Rol e il padre della Giordano si frequentavano fin da bambini) e poi negli anni scoperto e accettato dalla scrittrice come guida spirituale, quasi un angelo incarnato per insegnare, rendere consapevole l’umanità dello Spirito intelligente creatore e formatore del mondo, la cui scintilla alberga in tutti noi.
Rol non desiderava essere chiamato mago, sensitivo, medium. Aveva coniato per sé una bella metafora: si considerava una "grondaia per lo Spirito", canale in cui far passare l’acqua di vita eterna.
Era nato a Torino nel 1903 da una famiglia altoborghese. Coltissimo, plurilaureato, raffinato pittore e collezionista di cimeli, specie napoleonici, si dedicò a sollevare le persone dal dolore, da angustie psicofisiche, sempre gratuitamente e secondo la volontà di Dio. Le sue frequentazioni comprendevano persone di ogni ceto e classe; si rivolsero a lui persone semplici e capi di Stato (perfino Mussolini, a cui Rol predisse la disfatta e la morte), De Gaulle, i Kennedy frequentarono la sua casa, come pure Agnelli, artisti (Fellini fu per lui un amico fraterno), scienziati. Einstein volle conoscerlo e fra i due nacque una corrispondenza epistolare.
Ottimo diagnosta, spesso i chirurghi lo ammettevano in sala operatoria per ricevere consigli e guida chiaroveggente.
Il libro contiene numerosissime testimonianze di fatti — lettura di libri chiusi, attraversamento di muri, bilocazione, telepatia, veggenza, previsione del futuro, scrittura e pittura automatica, guarigioni, giochi di carte, apporti e materializzazioni di oggetti e cibo, smaterializzazioni — che ci lasciano meravigliati e soprattutto pensosi sulla natura del mondo e dell’uomo.
Afferma Rol:
"Dietro il mondo visibile vi è un mondo invisibile che si nasconde ai nostri sensi e al pensiero legato ad essi: l’uomo, sviluppando certe facoltà che dormono in lui, può penetrare in questo luogo nascosto.”
Maria Luisa Giordano commenta:
"Rol camminava sulla terra ma dialogava con il Cielo."
Molte sono le meditazioni sui quesiti che assillano da sempre la mente e il cuore. Perché il dolore? Perché un dato destino? Cos’è l’amore?
Le risposte del maestro vanno tenute e conservate come gioielli preziosi, comprese, assaporate. Illuminano e confortano:
"Non esiste il caso. È tutto preordinato, chissà da quando, e le cose devono matematicamente coincidere.”
“Quasi sempre non comprendiamo perché quel dolore fisico e morale ci colpisce, però, a volte, dopo tanto soffrire, dalle ferite aperte dell’anima si riesce a spiccare il volo: il dolore ha il potere di liberarci dalla materia.”
Materia come fattore limitante, e soprattutto quando viene intesa come meccanismo, mentre tutto è organismo, è vita.
Riguardo all’amore Rol è poeta e mistico, ha una visione stilnovistica simile a quella di Dante:
“L’amore è comunicazione di anime. […] Nell’amore si raggiunge uno stato di trascendenza cioè al di là dello spazio, del tempo e del proprio corpo.”
Sulla sessualità non coltivava pregiudizi né la escludeva dal cammino spirituale, ma raccomandava di non giocarci:
"Sì, l’amore è fatto di sentimento e di sessualità. […] Attenzione a non giocare con la sessualità: si scatenano a volte dei meccanismi affettivi difficilmente controllabili. Nulla di ciò che facciamo è male se è in armonia con noi stessi e non danneggia il prossimo.”
Nel tempo libero quest’uomo misterioso scriveva versi e suonava il violino.
Il libro abbraccia temi e spiegazioni sulla fisica quantistica, sulle religioni, la Cabbala, il mistero del Graal, la meditazione, la salvezza, l’eternità, e anche la poesia:
“La poesia non possiede solo un significato sociale e umano, ma un carattere metapsichico e religioso.”
In Baudelaire per esempio, afferma che “si percepisce il grido dell’anima rivolto a Dio, la sua elevazione alle sfere celesti”.
E prosegue con una mirabile lezione sulla poesia di Baudelaire (per il quale la natura è animata e simbolo dell’invisibile) e sul poeta, a cui è dato “grazie alla magia evocatrice dei suoi versi, dare, a determinati attimi del suo passato, una vita fragile e meravigliosa”.
Qui e là è manifestata la grande solitudine del genio incompreso perché troppo diverso da tutti, portatore di un bene che non viene capito. Soltanto Elna, l’amatissima moglie, una principessa norvegese, probabilmente poteva condividere le sue altezze e la sua vicinanza a Dio. Egli si augura e ci augura:
“Quando tacerà la mia voce, il ricordo di me vi aiuterà a vivere meglio il tempo che vi resterà”.
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