Se non lo avesse scritto qualche mese fa, si potrebbe pensare che Walter Veltroni, ex sindaco e cittadino romano doc, volesse ripercorrere nel nuovo romanzo La scelta (Rizzoli, 2022) la storia della sua città puntando su una settimana cruciale, quella tra il 19 e il 25 luglio 1943, un po’ rimossa e forse caduta in parte nell’oblio. Il bombardamento di San Lorenzo per mano delle fortezze volanti alleate non è stato mai opportunamente ricordato, tranne, forse, nelle pagine struggenti di Elsa Morante, al centro de La Storia, il suo romanzo più famoso.
Con l’attacco russo all’Ucraina del 24 febbraio scorso, con i massicci bombardamenti sulle città e sui civili inermi, donne e bambini, su scuole ospedali e teatri, il romanzo di Veltroni diviene di lacerante attualità e ci interroga sulla storia del secolo scorso, ma anche sul destino di noi tutti, non solo europei, che imprevedibilmente ci ritroviamo a rivedere immagini spaventose che avevamo cercato di rimuovere dal nostro immaginario.
La scelta: i bombardamenti del 1943 nel romanzo di Walter Veltroni
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Veltroni mette in scena la vita di una famiglia della piccola borghesia impiegatizia. Il padre Ascenzo è un cinquantenne fascista della prima ora, fedelissimo al suo capo, il senatore Manlio Morgagni, Presidente dell’agenzia Stefani presso cui lavora come usciere. Accanto a lui sua moglie Maria, devota e sottomessa, e i due figli Arnaldo e Margherita.
Arnaldo, appena maggiorenne, è insofferente dell’educazione fascista imposta dal padre, che lo ha voluto figlio della lupa e avanguardista, e ora morde il freno e si ribella violentemente all’educazione paterna.
La sorellina quattordicenne, Margherita, incerta se seguire le orme del fratello, ma ancora legatissima ai genitori, sta crescendo fisicamente e psicologicamente molto in fretta, sospinta dai turbinosi avvenimenti che si stanno avvicinando alla capitale, che non sarà mai bombardata, secondo i “si dice” del popolino al mercato: il Vaticano e il Colosseo sono un’assicurazione contro la tragica eventualità.
Nella torrida giornata del 19 luglio, però, tutto cambia: le bombe e le mitragliate ad altezza d’uomo colpiscono vari quartieri della città, distruggendo interi caseggiati, centrando autobus e automobili, asili, farmacie, il policlinico, la basilica di San Lorenzo, il cimitero del Verano. Migliaia di morti e altrettanti feriti si conteranno, mentre l’unica immagine nitida resterà l’icona di Pio XII uscito dalla Città del Vaticano per pregare con i superstiti. Margherita, che quella mattina aveva accompagnato l’amica Elisa alla stazione Termini dove giungevano i treni con i pochi reduci dell’armata inviata in Russia, in cerca di notizie del padre disperso, rischia di essere travolta dalle bombe e cresce improvvisamente e dolorosamente.
Gli altri membri della famiglia si riuniranno, salvi, in quelle ore convulse. Tuttavia con il precipitare degli avvenimenti e l’atmosfera straniante che precede il 25 luglio e la caduta di Mussolini e del suo sciagurato regime, il giovane Arnaldo sarà costretto a una grave e angosciosa scelta: lui e suo padre sono nemici, sono schierati su opposti fronti, convinti in buona fede delle proprie ragioni, ma tra loro ci saranno un vincitore e un vinto, al di là del legame di affetto che li unisce...
Veltroni mette in scena le scelte compiute da molti italiani di allora con consapevolezza, onestà intellettuale, competenza storica, grande umanità. Il dramma della guerra civile che ha insanguinato l’Italia dopo la caduta del fascismo, e che fa parte della storia di tutte le guerre fratricide, oggi ci colpisce con estrema gravità: i notiziari e i media tutti ci stanno inondando in queste ore di storie di famiglie “sfollate”, separate, i cui membri sono schierati spesso su fronti opposti, perché la guerra “mondiale”, termine che credevamo di avere archiviato nella storia del ’900, ora ci minaccia da vicino.
Le voci che danno vita a questo romanzo corale costituiscono i diversi punti di vista da cui possiamo rileggere la storia: un fascista fedelissimo al suo capo e al duce, come ce ne furono tanti nel ventennio, una moglie silenziosa, devota ma non per questo succube, come furono tante donne che salvarono le loro famiglie nello sconquasso dei combattimenti e della fame. E infine due ragazzi, maschio e femmina, che compiono le loro scelte di autonomia, guardando al futuro e alla costruzione di un mondo in cui essere liberi di pensare, sognare, ascoltare musica alla radio, vestire abiti colorati, ballare lo swing, incontrare gli amici, amare liberamente, leggere i libri degli amati americani, Saroyan, Steinbeck, Melville. Veltroni cita ripetutamente il classico della letteratura americana e proprio da Billy Budd di Herman Melville parte la riflessione della ormai divenuta adulta Margherita:
“Chi può nell’arcobaleno tracciare la linea dove finisce il colore violetto e comincia il colore arancione? La differenza tra i colori è chiara, ma dove uno entra esattamente nell’altro? Così è della pazzia e della ragione. Nei casi estremi non c’è dubbio alcuno. Ma nei casi meno definiti, in gradazioni intermedie, la linea che li divide è accessibile a pochi”.
Tutte le passioni di Veltroni trovano spazio in questo bel libro che suscita tante emozioni: la storia, la politica, le scelte di campo doverose, la città di Roma conosciuta e attraversata in tutte le sue strade, i suoi quartieri, le letteratura, il cinema (Margherita sogna Massimo Girotti e Alida Valli).
Nell’ultima pagina, il ringraziamento dell’autore va ad Ettore Scola: come non ricordare “Una giornata particolare”, il film culto che sembra precedere di poco la storia che Veltroni ha costruito nel suo romanzo. Un titolo semplice, una parola chiara, Scelta, interrogano noi lettori di libri e noi cittadini liberi, grazie a quelle scelte compiute dalla generazione dei nostri genitori solo ottanta anni fa.
La scelta: la presentazione di Walter Veltroni a Roma
Martedì 22 marzo, all’Auditorium Parco della musica di Roma, nella sala Petrassi gremita, la casa editrice Rizzoli ha presentato il nuovo romanzo di Walter Veltroni. Sul palco con l’autore la direttrice del Tg1 Monica Maggioni, lo scrittore Sandro Veronesi e, ospite d’eccezione, il Cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, amico di giovinezza di Veltroni che chiama, come molti cari amici, Don Matteo.
L’attore Pino Insegno ha aperto l’incontro con la lettura degli incipit dei primi tre capitoli del libro, dando voce così ad altrettanti protagonisti del romanzo di lacerante attualità, come hanno rilevato gli ospiti: non si poteva infatti non parlare della disgraziata guerra in Ucraina, che suggerisce inevitabili analogie con la vicenda romana raccontata da Veltroni, nel suo romanzo quasi profetico, come ha sottolineato Monica Maggioni, ringraziata per la copertura Rai che sta dando dai fronti di guerra.
Walter Veltroni ha concluso l’incontro con parole vibranti e commosse, promuovendo un libro che, a partire dal suo titolo La scelta, sembra chiamare tutti noi a un impegno consapevole e urgente.
A fine presentazione la fila per il “firma copie” era lunghissima: i libri belli si leggono!
Nella foto: Walter Veltroni ed Elisabetta Bolondi
Recensione del libro
La scelta
di Walter Veltroni
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Roma dei bombardamenti del ’43 nel nuovo romanzo di Walter Veltroni
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