Sabbie mobili. Un’autobiografia
- Autore: Sybille Bedford
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2016
“Sabbie mobili. Un’autobiografia” (Neri Pozza 2016, titolo originale Quicksands, traduzione di Simona Fefè) pubblicata per la prima volta nel 2005, è l’autobiografia della scrittrice e saggista tedesca di Sybille Bedford (16 marzo 1911 - 17 febbraio 2006), già autrice de “Il retaggio” (The legacy 1956) e di “Educazione non sentimentale” (Jigsaw: An Unsentimental Education 1989).
“La più sofisticata e raffinata scrittrice del XX Secolo”, definizione di Sibylle Bedford secondo The Indipendent, in questo memoir redatto “Per Aliette” ricostruisce i viaggi compiuti durante la sua lunga esistenza.
“Comincerò come spero di proseguire: dal mezzo”
Una ricostruzione storica che parte dall’agosto del 1953 quando la scrittrice aveva poco più di quarant’anni,
“libera di vivere dove, se non come volevo”
Infatti, a differenza di un numero inspiegabilmente elevato di suoi coetanei, Sybille aveva superato indenne quattro decenni di un secolo da lei giudicato “spaventoso” consapevole
“dei privilegi e della precarietà della mia esistenza”
Bedford era nata a Charlottenburg, Germania del Sud, nel granducato del Baden, dal barone Maximilian von Schoenbeck, “le beau Max” come il nobile era chiamato un tempo nella società elegante parigina, e dall’inglese Elisabeth Bernhardt, magnificamente ritratti dalla figlia nelle figure di Julius Felden e la moglie Caroline, personaggi principali del suo capolavoro: “Il retaggio”. Quel retaggio, il quale, lo insegna la stessa Sybille, spesso può diventare un’arma a doppio taglio. L’infanzia di Billi (com’era chiamata la piccola Sybille) era stata errabonda e piena di vicissitudini. In seguito alla separazione dei genitori la ragazzina era cresciuta insieme al padre nella Germania del Sud in uno Schloss, un decadente ma affascinante castello. Dopo la morte del padre, Billi era giunta in Italia dalla madre che nel frattempo aveva sposato Alessandro, un italiano molto più giovane di lei. Quell’ “educazione non sentimentale”, si sarebbe spesa attraverso la frequentazione di personaggi indimenticabili come lo scrittore britannico Aldous Huxley e la consorte Maria, coppie eccentriche come quella formata dal pittore polacco Moise Kisling e la spregiudicata moglie Renée, in un costante peregrinare tra l’Italia, la Francia del Sud a Sanary-Sur-Mer e l’Inghilterra. Esperienze fondative per Sybille, instancabile viaggiatrice cosmopolita dalla mentalità anticonformista. Ma come disse un Anonimo, azzeccato esergo del volume,
“Niente accade senza conseguenze; niente è mai accaduto senza precedenti”
In una serie d’immagini suggestive riemergono dalla memoria di una donna che ha attraversato “il secolo breve”, fotogrammi d’istanti irripetibili come il ricordo dell’Italia tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta, “magnifica” perché si abbracciava un popolo le cui fonti della vita riprendevano a scorrere;
“un popolo che era tutt’uno con la bellezza sbalorditiva di quel che c’era da vedere, ovunque, ciondolando nel sole, nell’aria dolce, nella nuova quiete quasi assoluta”
In queste pagine inoltre l’autrice racconta il difficile lavoro di accostarsi all’esercizio costante della scrittura,
“Un inizio duro come qualunque altro, prima o dopo”
La Bedford si rivedeva ancora mentre nell’isola di Ischia, nel dopoguerra, misurava la stanza soffocante nelle prime ore del pomeriggio, lottando per raccapezzarsi nel flusso disordinato di parole, avvicinando e scansando per l’ennesima volta l’inerte risma di pagine. La sorpresa di vedere su carta una serie di righe che corrispondevano a ciò che Ernest Hemingway chiamava una “pagina vera”. Uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, ricorda nel testo Bedford, asseriva che
“tutto ciò che dovete fare, è scrivere una frase vera, e proseguire da lì”
Da notare infine la raffinata copertina del libro dove appare la fotografia d’epoca in bianco e nero di una giovane donna in costume da bagno in procinto di fare un tuffo dopo aver camminato sulla sabbia. È bello pensare che sia la stessa Billi, anima ribelle e nomade.
Domenica. 1° agosto. Mattina. Lasciandomi ancora dietro una scia di sabbia, sono scesa dal treno dalla stessa porta chiusa di schianto la notte scorsa sul binario a Cannes...
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