Quando si pensa a Sandro Penna, il riferimento è alle sue poesie, alcune delle quali i più non sanno che siano le sue. Esempi validi in tal senso sono Il mare è tutto azzurro, La vita... È ricordarsi di un risveglio, Felice chi è diverso e molte altre. Quello che però c’è dietro a queste poesie è un mondo fatto di bellezza, racchiuso negli oggetti d’arte e in tante piccole cose, accanto a una vita solitaria e incompresa.
In occasione dell’anniversario della nascita, ci soffermiamo sulla vita di Sandro Penna, sul suo rapporto con altri personaggi del suo tempo e cosa può dire oggi anche sul tema dell’inclusività.
Vita e opere di Sandro Penna
La vita di Sandro Penna è stata molto travagliata. Il poeta è molto amato nella sua Perugia, che ogni tanto gli dedica una mostra o degli eventi con le letture delle sue opere. Penna nasce qui il 12 giugno 1906, iniziando a scrivere già da adolescente, ma nel pieno periodo fascista.
Nel 1929 arriva a Roma ed è la svolta. Conosce tanti scrittori che diventeranno suoi amici, Umberto Saba, Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda, Cesare Pavese, ma un amico spunta su tutti, Pier Paolo Pasolini, con cui condivide anche tutti i problemi che gli omosessuali vivevano allora, con un ordinamento giuridico che parlava di pederastia e non riconosceva le minoranze di ogni genere.
Nel 1939 arriva la prima raccolta di poesie, con La vita... è ricordarsi di un risveglio.
Trova sempre lavori saltuari, ma il successo della prima raccolta gli permette di pubblicare su alcune riviste letterarie dell’epoca.
Negli anni Quaranta Penna inizia ad acquistare da alcuni amici delle opere d’arte: è l’inizio della sua attività di rigattiere, che però non avrà sempre fortuna.
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Nel 1950 pubblica la seconda silloge Appunti, alla quale segue il racconto Arrivo al mare e la raccolta Una strana gioia di vivere. Dopo il Premio Viareggio nel 1957, nonostante gli scandali che arrivavano in risposta alle sue opere, inizia un periodo difficile per Penna con la morte della madre nel 1964.
Sandro ha già pubblicato Croce e delizia nel 1958 e continua a scrivere, con la pubblicazione di Un po’ di febbre per Garzanti. Nel 1970 è la volta di Tutte le poesie con alcuni inediti.
Le ultime due raccolte sono Almanacco dello Specchio e Stranezze (Garzanti). Quest’ultima lo porta al riconoscimento del Premio Bagutta nel 1977, anno della sua morte. Oltre alle poesie, restano le Lettere e il diario di Penna.
Il grande respiro delle opere di Penna
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Quando Penna comparve nel mondo della letteratura italiana non tutti riuscirono a riconoscere il suo valore, anzi. C’era chi ne era entusiasta - come Pasolini e Montale - e c’era chi ne era totalmente contrario, in quanto al centro delle sue poesie compare il tema dell’amore omosessuale.
La poesia si esprime in forme accessibili, è per tutti e non è su un piano superiore rispetto alla realtà, anzi: è una realtà viva, che si esprime con armonia e musicalità. La strana gioia di vivere dei primi tempi, però, si trasforma in disillusione negli ultimi anni.
Le poesie semplici e spigliate di Penna attirano subito l’attenzione della critica in qualche modo. Solo dopo la pubblicazione di Tutte le poesie nel 1970 i suoi consensi sono aumentati, grazie anche agli studi di diversi filologi, tra cui non si possono fare a meno di ricordare Cesare Garboli ed Elio Pecora. Elio Pecora scriverà anche una biografia di Penna:
Recensione del libro
Sandro Penna: una cheta follia
di Elio Pecora
Perché le poesie di Sandro Penna piacciono così tanto?
Ci sono tanti motivi per cui la poetica di Sandro Penna avvicina anche l’uomo contemporaneo alla lettura di una bella poesia. Il tema centrale è l’amore: mai nelle sue forme più articolate ed auliche, ma solo per quello che è. Persino l’aderenza troppo stringente al tema diventa lo spunto per sviluppare una nuova poesia e rispondere ai detrattori.
In più, il poeta utilizza gli endecasillabi in rima baciata, ma questa scansione del verso non ha quel peso che vediamo nelle opere precedenti: un tratto di modernità che si accosta al tenore dei contenuti, forse troppo moderni per i benpensanti dell’epoca. Penna aveva imparato bene dai crepuscolari che le cose semplici devono essere alla base della poesia. I temi delle poesie sono senza tempo: uno sguardo sul mare, una gelosia, un’illusione d’amore diventano lo spunto per pochi versi, intensissimi. Questo le rende eterne, ma anche semplici da imparare.
Raccontando la vita e le opere di Sandro Penna non si può fare a meno di notare quanto lontano fosse il mondo intorno a lui e quanto, invece, sia più vicino il nostro. Infatti, nonostante le grandi opere che ci ha lasciato, sono in pochi a ricordarlo: quando si parla di quel periodo storico in letteratura, si pensa più a Ungaretti, Montale e Pasolini.
Penna non ha avuto grande fortuna in vita, però ha lasciato una straordinaria semplicità, fatta di quanto aveva imparato dai grandi. Quello era il mondo dell’Ermetismo e dei versi liberi, mentre lui puntava su parole semplici espresse con descrizioni pungenti del reale ed endecasillabi in rima baciata. Forse un mondo più aperto avrebbe permesso di averlo più a lungo e, perché no, di scoprire nuove poesie, ma questo non lo sapremo mai.
D’altra parte, la bellezza dell’amore in ogni sua forma è un tema portante nelle poesie di Sandro Penna, che risuonano ancora oggi come un grido di gioia e di vita nonostante tutto: un invito all’inclusività.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sandro Penna: vita, opere e curiosità sul poeta della diversità
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