Sangue giusto
- Autore: Francesca Melandri
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2017
Sangue è la parola chiave di questo libro, un po’ romanzo, ma anche indagine storica sul nostro passato coloniale. "Sangue giusto" è anche una rivisitazione del consenso al fascismo di tante famiglie italiane, memoria di fatti recenti legati alla cronaca politica e giudiziaria durante gli anni del berlusconismo e infine attualità della nostra condizione nel 2012, anno in cui comincia la lunga narrazione che Francesca Melandri ha costruito dando voce ad Ilaria Profeti.
Ilaria Profeti è una quarantenne romana professoressa di lettere alle medie, progressista, single, intransigente nelle sue convinzioni, che si trova invece a metterle tutte in discussione quando sul pianerottolo del suo piccolo appartamento all’Esquilino, dove il melting pot è una realtà sociologica romana consolidata, un giorno si presenta un giovane africano. Il ragazzo dichiara di essere suo nipote, in quanto figlio di un suo sconosciuto fratello africano, figlio a sua volta del patriarca Attilio Profeti, detto Attila, ora novantasettenne e inconsapevole, per la sopraggiunta demenza senile, che l’uomo aveva avuto da Abeba, durante il suo lungo soggiorno in Etiopia, al tempo dell’Impero che doveva essere millenario e era invece durato appena cinque anni.
Ilaria convoca uno dei suoi fratelli, l’omonimo Attilio: i due si interrogano sulla veridicità delle affermazioni del giovane etiope, i cui documenti dichiarano un nome, Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti, ma è forse una bugia pur di ottenere accoglienza dopo la drammatica fuga dall’inferno africano e la altrettanto infernale traversata del Mediterraneo, oltre all’anno di detenzione in uno dei famigerati centri italiani di presunta accoglienza.
La trama del libro è troppo lunga e complessa per essere riassunta: attraverso gli occhi di Ilaria rivediamo la storia della sua famiglia, a cominciare dal nonno capostazione di Lugo di Romagna, Ernani, sposato a Viola, padre di Otello e Attilio, il secondo di gran lunga il preferito dalla madre, perché bello e fortunato. Attilio Profeti giovanissimo lascia gli studi di Lettere per arruolarsi nella Milizia Volontaria trasferirsi nella nuova colonia, dove parteciperà ai massacri operati dai nostri colonizzatori al servizio del Maresciallo Rodolfo Graziani, ma seguirà anche il fanatico Lidio Cipriani, un presunto genetista che intraprende la schedatura di tutti i tipi fisici degli indigeni, maschi e femmine, per costruire delle tabelle di nessun reale valore statistico, tese a giustificare il razzismo feroce che si sta affermando nell’Italia fascista in preparazione delle leggi razziali del ’38.
I delitti che gli italiani commettono in quelle terre vengono raccontati con dovizia di particolari non tutti noti: l’uso dell’iprite, gli effetti devastanti sui corpi delle vittime, la mistificazione per cui si giustificavano quei corpi straziati come vittime del “Morbo di Hansen”, una forma di lebbra, insomma un racconto documentato e veritiero che viene da studi approfonditi che la scrittrice ha condotto con l’aiuto di fonti archivistiche e di esperti italiani ed etiopici.
Al di là della storia pur affascinante della famiglia Profeti, seguita nel corso dell’intero ’900, mi hanno colpito nel libro della Melandri alcune pagine di storia: commovente e straordinariamente evocativa la consegna dell’oro alla patria, la scena madre di tante donne italiane che per fede al fascismo gettano in un tripode la loro fede matrimoniale, in una sorta di matrimonio con il Duce del fascismo, come farà la Regina Elena al Vittoriano, seguita dalla contessa Paolina, madre dell’eroe dei cieli Francesco Baracca a Lugo e di Viola sposa infelice, la madre di Attilio Profeti, ossessionata dal fascino del figlio e da quello del virile Mussolini. Molti spunti che partono dalla storia recente sono presenti nella narrazione di Francesca Melandri: Berlusconi e la nipote di Mubarak, Gheddafi a Roma sotto la tenda con le sue amazzoni e poi soprattutto, la condizione dei migranti richiedenti asilo, i CIE, le espulsioni dovute alle Leggi Bossi Fini, l’orrore che si cela dentro gli aerei che riportano nell’inferno da cui sono “usciti”, quanti pensavano di essersi salvati.
In questi giorni di propaganda razzista, mentre i salvati in mare dalle navi umanitarie non possono approdare in Europa e l’ltalia ha chiuso per decreto i porti, la lettura di questo libro bello, serio, documentato, coinvolgente, farebbe molto bene ai nostri concittadini troppo spesso ignoranti o immemori, e a molti dei nostri “giovani” ed “inesperti” governanti.
Sangue giusto
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